martedì 9 ottobre 2007

Lazio...che botta !!!



Non vorrei essere troppo campanilista, nè altrettanto troppo menefreghista verso la Regione in cui da sempre vivo.
Però un commento riguardo le guide piu' importanti che ci parlano di vino e che sono uscite o lo faranno presto, penso che sia d'obbligo.



Partiamo con la Guida dell'A.i.s. (quest'anno piu' discussa che mai....) Duemilavini 08 e vi troviamo soltanto questi vini premiati con i 5 grappoli:

Coletti Conti - Cosmato 2005
Casale Cento Corvi - Giacchè 2005
Colle Picchioni - Vigna del Vassallo 2005
Casale del Giglio - Mater Matuta 2004
Trappolini - Paterno 2005
Principe Pallavicini - Stillato 2006

In tutto sono sei e sono contento di conoscerne solo tre, così da poter sperare che gli altri tre siano effettivamente da premiare...


Passiamo alla guida Veronelli, i tre stellati laziali sono questi:

Aphrodisium Lazio 2006, Azienda Agricola Casale del Giglio;
Marciliano Umbria 2005, Azienda Vinicola Falesco;
Montiano Lazio 2005, Azienda Vinicola Falesco;
Passirò Lazio Passito 2005, Azienda Vinicola Falesco;
Pesano Merlot Umbria 2006, Azienda Vinicola Falesco;
Quattro Mori Lazio 2004, Azienda Agricola Castel de Paolis.

Se si esclude la performance, al quanto sospettosa, dell'azienda Falesco, ci ritroviamo premiati un vino da dessert e, udite udite, un vino rosso.
Non che ci sia qualcosa di male,ma nella terra dei bianchi...Cosa è successo ?
Nessuno è piu' capace di fare un bianco da premiare, almeno per Veronelli.
Pessimismo cosmico il mio ? Puo' essere, ma andiamo avanti.





Il mitico gamberetto parlante ci ha dato venerdi 5 Ottobre la lista dei vini premiati dal Gambero Rosso, ecco la parte che riguarda la nostra Regione:

Grechetto Latour a Civitella ’05- Sergio Mottura;
Vigna del Vassallo ’05 Colle Picchioni -Paola Di Mauro.

Tutto qui...?Yes tutto qui !
E se state pensando che peggio proprio non poteva andare...allora aprite la guida dell'Espresso e vi troverete un ampissimo spazio sulla nostra Regione.

Un ampio spazio....vuoto e bianco.
Poichè, se venissero confermate le prime indiscrezioni, nessun vino prodotto dentro i confini laziali ha avuto riconoscimenti.

Come già detto né io, nè tantomeno gli altri che hanno scritto e scrivono su questo blog hanno "interessi"economici in questo settore.
Ma ciò non puo' esimermi dal proclamare questa debacle che poco onora questa terra dove non mancano le potenzialità, ne le possibilità.
A mancare , da sempre, è una giusta mentalità ed un moderno approccio alle tecniche di mercato.
I prodotti buoni si fanno anche nel Lazio, anzi si son sempre fatti.
Ma serve farli conoscere, farli apprezzare e soprattutto serve mettere davanti la qualità dei prodotti alla quantità.




Speriamo che il prossimo anno vada meglio, nel frattempo i nostri avi contadini (di cui sarebbe bene andar fieri...) si staranno rivoltando nella tomba...



Marco

4 commenti:

  1. Anzitutto un commento allo stato di fatto.
    Sono molto contento del risultato di Paola Di Mauro, un'azienda seria che investe molto in qualità. Il Vigna del Vassallo è un ottimo vino.

    Tre premi a Falesco da Veronelli su sei mi sembrano un pò eccessivi. Giusto riconoscimento, mancato dagli altri, ai Quattro Mori di Castel de Paolis, insieme a Vigna del Vassallo e Baccarossa uno dei miei rossi laziali preferiti.

    Su Casale del Giglio, continuo a non capire tanto entusiasmo, secondo me è peggiorata costantemente negli anni (anche se non è una ciofega, ma chi si ricorda i primi petit verdot e mater matuta la penserà come me) e ritengo anzi più buoni i vini meno di punta (Satrico e Merlot su tutti). Riguardo all'Aphrodisium ho una sola esperienza: la vittoria al Melmo Day II.

    Cosa mi manca, anche se non ho assaggiato tutte le ultime uscite:

    - Brut di Sergio Mottura;
    - Cesanese del Piglio di Casale della Ioria;
    - Campovecchio di Castel de Paolis;

    Non ho ancora nessuna delle guide in questione. Sicuramente è una bella botta e siamo indietro rispetto a tanti, ma anche avanti rispetto ad altri, che magari hanno due-tre campioni e gli altri vivono di luce riflessa. Sarei curioso di verificare quanti riconoscimenti hanno preso le altre regioni, ad eccezione dei mostri sacri.

    Sono d'accordissimo con Marco: prodotti buoni si fanno anche da queste parti, ma probabilmente non sono molto conosciuti. L'enologia e l'attenzione sono cresciute tanto negli ultimi anni. Forse però rispetto ad altri ci manca ancora...la prima punta!

    Comunque i giudizi vanno rispettati e sopratutto accolti come un momento di riflessione per la crescita. Allora ci si rimbocchi le maniche!

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  2. Si parla di vini ed ovviamente sono in parziale disaccordo con Stefano.
    Giuro che non lo faccio per giocare...
    Rispetto per i giudizi delle guide, ci mancherebbe,ma allo stesso tempo contestazione di alcuni dati.
    I tre premi a Falesco, il premio al Mater Matuta(2004 !!!!!!!!!),la mancanza di un bianco vero e proprio della zona dei castelli romani,etc,etc.
    Poi le varie voci sulla stesura (qualità del vino e rapporti con le case madri...)delle guide fanno si che le stesse perdano, per molti tratti ,importanza.
    Tornando al panorama dei prodotti laziali, la cosa che piu' mi mette a disagio è il vuoto che mi rimbomba nella testa quando penso a chi doveva vincere qualche premio.Ci sono molti prodotti mediamente buoni che consiglierei,ma da premiare...
    Negli ultimi anni i prodotti enologici qualitativamente sono in caduta libera, ed è bene dirlo.
    Casale del Giglio,Poggio le Volpi,Le Quinte, Castel De Paolis e tanti altri, arrivati in una buona posizione si sono adagiati e...si sa che quando non si procede in avanti, si finisce per tornare in dietro.
    Peccato perchè rimango convinto delle immense potenzialità del territorio.
    Non vedo bene i Brut, i cesanese,le invenzioni varie.
    Vedrei bene la lavorazione di bianchi originari di queste zone e di qualche rosso particolarmente indicato su alcune zone "particolari".

    A margine di tutto: il CollePicchioni premiato non mi dice granchè.

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  3. Rossi a parte qualche buon bianco dovrebbe uscirci dalle Vostre zone.
    Purtroppo però avete una brutta fama:tanta quantità e poca qualità.
    Ed è dura a morire...

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  4. Non è fama, ma un dato oggettivo: la resa per ettaro media del Lazio per i VQPRD è di 122,1 q.li/ha contro una media italiana di 87,7. (Istat 2005)

    Il fatto poi è che anche i disciplinari delle doc sono molto laschi. In questo senso preferisco molti Igt.

    Stefano

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