lunedì 31 marzo 2008

Rosso Conero Riserva Passo del Lupo 2002 - Fazi Battaglia.



Sarà stata l’annata complessa e il tempo decisamente contrastante, tuttavia devo dire che non solo il vino in sé non mi è piaciuto ma anche che fossi stato in loro di certo non avrei fatto la riserva. E si che il rosso conero a me piace abbastanza…
Il colore è un rosso granato. Al naso a bicchiere fermo è stranamente poco intenso e poco ampio. Si distinguono note di frutta sotto spirito e di marmellata, ma più di tutto di frutta cotta. A bicchiere in movimento si possono avvertire delle note che ricordano le castagne. Qualcuno ha trovato un buon odore di sottobosco.
In bocca il tannino è forte e prevalente sia sulla morbidezza che sull’acidità. Qualche nota minerale. Un buon corpo senza dubbio ma anche una persistenza media, che non mi aspetto da un rosso conero.
Considerando un costo di 19 euro circa in enoteca, il mio giudizio sul 2002 è negativo. Aspettiamo i prossimi anni.

Stefano

sabato 29 marzo 2008

Harry Potter e il calice di fuoco.



Harry Potter e il calice di fuoco è il quarto libro della saga di Harry Potter e ci porta nel mezzo del cammino. Il libro esce nel 2001, tre anni dopo il primo Harry e per la Salani (la casa editrice italiana) è un record la vendita di 300.000 copie. Le pagine sono 623, ma quando arrivi alla fine ti chiedi il perché sia già finito.

La storia.
Il libro inizia dichiarando uno stretto legame tra Harry e il malefico signore oscuro Lord Voldemort. Harry infatti lo sogna, ma sono sogni particolari, come se Harry stesso fosse Lord Voldemort.
Poi, una brusca virata: la Coppa del Mondo di Quiddich (il gioco più polare del mondo magico). Harry e i suoi amici prima dell’inizio della scuola vanno a vedere la Coppa del Mondo e fanno tantissime conoscenze anche tra gli adulti: membri del Ministero della magia, maghi influenti, vecchie glorie sportive e ci viene detto come i maghi gestiscono la loro vita in rapporto ai babbani (i non maghi). Ma alla Coppa accade qualcosa si sconvolgente. Come se non bastasse al ritorno a scuola ci sono importantissime novità. Il torneo di Quiddich viene sostituito con il Torneo Tre Maghi, una competizione molto pericolosa tra scuole di maghi che vede partecipare solo uno studente per ciascuna di esse. Ciò significa che durante l’anno ad Hogwarts verranno ospitate le studentesse francesi della scuola Beauxbatons e gli studenti della scuola slava Durmstrang. I partecipanti al Torneo (che dovranno affrontare 3 rischiosissime prove) possono essere solo studenti maggiorenni e vengono scelti dal Calice di Fuoco. Misteriosamente i partecipanti saranno 4 perché dal calice esce anche il nome di Harry Potter. Inizia così l’avventura più difficile che Harry abbia affrontato fino ad ora. Oltretutto Harry rimarrà per buona parte dell’anno scolastico da solo, abbandonato dai suoi amici e deriso dai suoi nemici fino alla tragica conclusione di questo quarto capitolo.

Ecco un libro decisamente complesso. Sin dall’inizio si capisce come da questo libro in avanti il fulcro della storia sarà la lotta contro Lord Voldemort. Harry e i suoi amici stanno crescendo e in questo libro sono analizzate gelosie, attriti e conflitti soprattutto tra i personaggi principali (Harry con Ron, Ron con Hermione e così via). La fama che ha sempre contraddistinto Harry suo malgrado si acutizza fino a trasformarsi in motivo di disprezzo da parte di praticamente tutta la scuola nei confronti di Harry. Solo il prof. Silente e gli altri insegnanti capiscono che la magia che ha fatto sì che il nome di Harry uscisse dal Calice di Fuoco è una potentissima magia nera e che un grave pericolo sta riaffiorando. In questo libro scopriamo come i maghi non esistano solo in Inghilterra, ma che ci sono altre scuole che preparano studenti di magia e stregoneria ed uno dei temi di questo libro è appunto l’integrazione e la collaborazione tra i maghi.
L’epilogo è il più tragico fino ad ora letto nella saga del maghetto. Il fatto che Harry viva per quasi tutto l’anno scolastico emarginato dagli altri è quasi una anteprima di quello che accadrà nel quinto libro quando nessuno vorrà credere a quello che Harry ha visto accadere. E ciò che Harry ha visto e vissuto non promette niente di buono per nessuno, mago o babbano che sia.


Harry Potter e il calice di fuoco, Salani Editore, prezzo 18,50 Euro

Emanuela.

venerdì 28 marzo 2008

Uno e Bino


Uno e Bino: uno di quei posti conosciutissimi e famosi, che prima o poi devi visitare, tanto stanno vicino a te. D'altronde c'erano moltissime recensioni positive che avevo avuto, protratte nel tempo, anche se so che il cuoco nel frattempo era cambiato. Devo dire che nel complesso sono rimasto soddidsfatto dell'ambiente, del servizio, della cucina e della scelta di vini che seppur non amplissima, conteneva diverse chicce. Penso che il posto lo debbano visitare specie i Fan dell'autoctono, visto che proprio in merito c'erano diverse bocce interessanti.


Anche in questo caso (come è stato per il vicolo di mblò e per roscioli) sono rimasto appiedato dal cellulare,m quindi niente foto.


Eravamo in 4 e abbiamo preso:

- appetizer (offerto): crema di zucca con spuma di formaggio taleggio e un cracker al nero di seppia. Buonissima: sapori molto amalgamati con un tocco di eleganza dato dal cracker.

- Primi: paccheri al ragù di pesce, deliziosi, e spaghetti calamari e pomodirini arrosto: buoni e sicuramente più saporiti dei precedenti. In effetti avendo assaggiato questi per secondi mi sono piaciuti di più, ma ho potuto apprezzare al meglio anche i paccheri. Roby che ha fatto il contrario, invece, ha trovato questi ultimi un po' insipidi.

- Secondi: petto d'anatra con coscia e confit di carciofi croccanti e maialino cotto nelle mele con patata schiacciata all'olio di oliva. Entrambi eccellenti, anche se il petto d'anatra aveva qualcosa in più. Forse, proprio in quel piatto, ho apprezzato poco la coscia dell'anatra che era un po' più croccantella, ma tutto sommato il piatto era veramente degno di nota.

- dolci: tartelletta di castagne ripiena di marroni e gianduia su salsa si mandarini con scaglie di cioccolato: a me è piaciuto molto, più dell'altro dolce, a Roby un po' di meno. Sicuramente un sapore deciso, ma devo dire di rilievo.

- Creme brulèe alla liquerizia su biscotto di cioccolato con mousse di yogourt e salsa al caffè. Forse troppo complicato, a me non è piaciuto. Magari chi apprezza i sapori delicati (come Roby) la ha mangiato ben volentieri.


Come vino abbiamo preso un Palagrello Bianco 20006 di Fontana Vigna (costo 21 euro) e poi il sommelier Valerio (una persona squisita) ci ha gentilmente offerto un Zampaglione Baccabianca (da uve cortese) 2004. Una spremuta d'uva, praticamente. Diciamo che non è un vino proprio nelle mie corde, ma è apprezzabile al filosofia produttiva e il risultato, sicuramente estroverso. Comunque ne ho fatto una rece a parte.


Conto totale, meno di 60 euro a persona.


Vineria Uno e Bino

Via degli Equi, 58

Roma (Zona S. Lorenzo)

Tel 064460702




Stefano.

giovedì 27 marzo 2008

I miei vini di Pasqua...

Direttamente dal Piemonte con furore:



Barbaresco Terre anno 2002, voto 5,5.
Barolo,Beni di Batasiolo, vigneto Boscareto, anno 1990, voto 7-.

Dalla Sicilia con amore...




Duca Enrico, Duca di Salaparuta, anno 2001, voto 8+.
Lavico 2003, Duca di Salaparuta, anno 2003, voto 6,5(considerando il rapporto qualità\prezzo).

Dalla Toscana con maestosità:



Sua Eccellenza il Brunello di Montalcino, Le Macioche, anno 1999, voto 8,5.

Veduta d'insieme...




Marco.

mercoledì 26 marzo 2008

A proposito di Pasqua...

Della Pasticceria Stampeggioni abbiamo già parlato qualche tempo fa (clicca). Per Pasqua si sono superati (in effetti lui è di esperienza cioccolatiera) e hanno preparato delle uova fantastiche.
Vi faccio vedere alcune immagini e vi lascio i commenti...













Stefano.

martedì 25 marzo 2008

In aumento i consumi dei prodotti biologici



Da Newsfood.it:



Gli italiani amano il biologico, i dati parlano chiaro: il nostro paese è leader in Europa per superfici coltivate (oltre 1 milione di ettari, +7,5% rispetto al 2005) e l’agricoltura biologica si conferma una pratica naturale sempre più diffusa ed efficace per la tutela e la salvaguardia dell’ambiente, con effetti positivi per il settore agroalimentare dedito al biologico (51 mila aziende attive in Italia, che è il quarto produttore mondiale), oggi protagonista di una fase di sviluppo interessante.

A questo si accompagna il trend positivo registrato dai consumi di alimenti biologici delle famiglie che nei primi sei mesi del 2007 sono cresciuti del 9%, con un fatturato complessivo stimato in 2,5 miliardi di euro; dopo qualche anno dall’esito un po’ interlocutorio nelle vendite e malgrado l’attuale fase di crisi dei consumi alimentari, gli italiani scelgono infatti sempre più i prodotti biologici. A prevalere sono soprattutto gli acquisti di prodotti bio per l’infanzia (+47%), seguiti da pasta e riso (+16%). In ascesa consistente anche l’utilizzo di prodotti bio nei menu delle mense scolastiche, in rispetto alle leggi regionali vigenti in materia.

I prodotti provenienti da agricoltura biologica sono una scelta etica perché sfruttano la naturalità del suolo ed escludono qualsiasi impiego di prodotti chimici nei campi e negli allevamenti, offrendo garanzie di genuinità e salubrità particolarmente benefiche per l’alimentazione in ogni fase della vita (dall’infanzia alla terza età).
Rispettando l’ambiente, non inquinando e risparmiando le già scarse risorse idriche grazie ad un ridotto consumo di acqua, l’agricoltura biologica favorisce il benessere e la salute pubblica, esaltando nel contempo gusti e sapori tipici, tradizioni gastronomiche e produzioni locali ad alto valore nutrizionale che consentono anche la sopravvivenza di aziende situate in territori economicamente depressi.
Da qui il successo di iniziative di filiera corta e vendita diretta – realizzate per esempio da alcuni Comuni dell’Emilia-Romagna – con le quali il consumatore può acquistare cibi biologici (latte, carne, ecc.) direttamente dalle aziende che li producono o dopo una fase di trasporto molto ridotta, a garanzia di freschezza e massima genuinità degli alimenti.

La stessa Emilia-Romagna è oggi la quinta regione italiana per numero di operatori biologici (dopo Sicilia, Calabria, Puglia e Basilicata), pari a 4.017, costituiti per il 78% da aziende biologiche e per il 22% da trasformatori o preparatori di prodotti ottenuti con metodo biologico, mentre la superficie agricola certificata riservata al bio è di 85.750 ettari, pari al 7,7% del totale regionale (dati Regione Emilia-Romagna - 2006).
Il fatturato sviluppato dalle aziende del settore in Emilia-Romagna è di 450 milioni di euro, vale a dire il 18% del fatturato nazionale.
Il sistema del biologico risulta in evidenza soprattutto nelle province di Forlì-Cesena (770 operatori), Parma (638) e Bologna (628), con prevalenza di colture bio foraggiere (48%), seguite da prati permanenti e pascoli (24%), colture cerealicole (11%) e frutticole (4%).
Infine, l’Emilia-Romagna è al primo posto per maggior numero di Comuni con mense biologiche, pari a 124, su un totale nazionale di 709 Comuni (dati AssoBio-2006).

sabato 22 marzo 2008

Auguri a tutti di buona Pasqua !



Dalla redazione del Blog e da tutti i suoi collaboratori un grande augurio di buona e serena Pasqua a tutti i nostri lettori !

Buon abbacchio a tutti !

P.s.Ci rivediamo martedì....e non mangiate troppo.

venerdì 21 marzo 2008

Zuani Zuani 2006 – Zuani



Non è un gioco di parole, per chi non conosce il vino: l’azienda (di Patrizia Felluga che è parente di “quel” Felluga) si chiama Zuani e il vino Zuani Zuani. L’ho bevuto nel novembre dell’anno scorso ma solo da poco si trova in enoteca (intorno ai 20 euro) perché era un’anteprima.

Nasce da un assemblaggio di Tocai friulano, Chardonnay, Sauvingnon e Pinto Grigio, in parti uguali. Di rilievo il fatto che l’uva viene vendemmiata tardivamente e che il mosto non subisce filtrazione. Proprio per questo il colore è un giallo paglierino molto scarico con lievi riflessi verdognoli. I profumi a bicchiere fermo sono molto intensi e molto ampi. La frutta che si avverte è quasi matura con una nota molto intensa di melone bianco. La fermentazione avviene in piccole botti di rovere il che gli da delle note di vaniglia. A bicchiere in movimento, invece, è più balsamico e la frutta che si sente di più è la mela che però sembra abbastanza dolce.

In bocca è molto morbido e rotondo, perché l’acidità e la sapidità non sono invadenti. La struttura invece non è granché (me ne aspettavo di più). Il finale è molto lungo.
Questo vino è sicuramente molto complesso (considerati i 4 vitigni di base) e comunque vista la giovane età, sei mesi in meno di affinamento in bottiglia si sentono.
Da quel che ho sentito 20 euro in enoteca sono un po’ tanti, ma diciamo che nel complesso non sono convinto e lo vorrei riprovare affinato il giusto. È poi anche vero che questo vino su può conservare anche più di 5 anni e magari il tempo può limare qualche lacuna.

Stefano.

giovedì 20 marzo 2008

Lis 2005 – Lis Neris



La Lis Neris è una delle più note aziende vitivinicole friulane, insediata produttivamente nella zona di San Lorenzo, la più rinomata in Friuli, fra il confine sloveno a nord e la riva del fiume Isonzo a sud.
La produzione si articola lungo tre linee di diversa qualità: i tradizionali (ossia i base) le selezioni e le riserve. Il Lis è una di queste come potrete immaginare dal millesimo di produzione. Questo vino fermenta e matura in piccole botti di rovere da 500 litri per più di 10 mesi.
Il colore è un giallo paglierino con qualche nota dorata. Il profumo a bicchiere fermo è molto intenso e complesso: miele e frutta matura, vaniglia e note di tostatura. A bicchiere in movimento si sentono invece spezie e frutta in confettura.
In bocca, l’acidità non colpisce particolarmente mentre è buona la sapidità. Il vino si presenta molto rotondo con una struttura che progredisce, ossia esce fuori un po’ alla volta. Il finale è un po’ calante.
Il prezzo non è basso, circa 23 euro, e devo dire che al naso il vino è risultato meglio che in bocca. Comunque in assoluto direi che non è male.

Stefano.

mercoledì 19 marzo 2008

Brividi di gioia...!




Ho avuto paura che mi scoppiasse il cuore...
Vincere un derby al 92esimo non ha prezzo !



Marco.

Auguri a tutti i Papà del mondo !



Visto che da poco tempo lo sono anch'io...mi sento in dovere di fare gli auguri a tutti i Papà del mondo !



Marco.

P.s.Sofia ha pensato bene di cominciare a farmeli all'una di questa notte e tra un sorriso e l'altro ha continuato fino alle sette...non vi dico come sto'.

Il vino di Cavalli... e degli altri



Tratto da Repubblica.it:
Ha l’etichetta ghepardata, si chiama Cavalli, ma per provare al mondo che è un vino di qualità Tommaso Cavalli, figlio dello stilista Roberto, ha chiamato degustatori internazionali per stappare le prime bottiglie nella sua tenuta di Panzano, nel Chianti. Schivo, facile ad arrossire, come un contadino di una volta, Tommaso 39 anni e due figli ha voluto mettere alla prova l’annata che debutta ora sul mercato, il 2004, che farà il suo esordio in 30 ristoranti ed enoteche toscane. Poi, punterà ai mercati americano, inglese, svizzero. E infine alla Russia.

«Con Carlo Ferrini, l’enologo, abbiamo deciso racconta di produrre un vino rosso dal gusto internazionale, raffinato, eccellente, esclusivo. Un vino riconoscibile nel bicchiere quanto gli abiti di Roberto Cavalli in passerella, questo è il mio sogno». Un Igt Toscana, indicazione geografica tipica, frutto dell'assemblaggio di Merlot, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Petit Verdot e Alicante. Le bottiglie portano il marchio di famiglia, e su questo il padre Roberto ha tenuto duro. Sempre controcorrente. «Il richiamo alla storia della terra, ai personaggi, oppure l’acquisizione di un brand consolidato, sono le due vie obbligate, da manuale, per estendere il proprio business dalla moda al vino, settori con contigui a differenza degli occhiali o dei profumi», racconta Giacomo Santucci, già uomo chiave di Gucci, Ferragamo, Dolce &Gabbana, e oggi advisor di Value Partners.

Sempre controcorrente, Roberto Cavalli vuole tentare una nuova via, estendendo il suo marchio al vino ma senza farne un gadget. Finora ha dato prova di sapersi muovere bene sul mercato internazionale del lusso, riuscendo a conquistare una consistente quota del grande spazio lasciato vuoto dalla scomparsa di Gianni Versace. Gioielli, orologi, occhiali, l’estensione del marchio crea valore aggiunto. E il fatturato di Just Cavalli, che firma in licenza con Morellato e Marcolin questi prodotti, è cresciuto tra il 2005 e il 2006 del 45% e nel 2007 ha avuto un ulteriore balzo del 47%. Ora la nuova sfida. Il vino e gli alcolici hanno acquisito un ruolo chiave nel mercato mondiale del lusso. Le grandi multinazionali fatto incetta di marchi. Bernard Arnault, azionista di controllo di Lvmh, numero uno al mondo, insieme alle griffe del fashion Luois Vuitton, Dior, Loewe, ha in portafoglio dagli champagne Moët&Chandon, Veuve Cliquot e Krug fino al cognac Hennessy. Ha comprato nel 1999 lo château d’Yquem, dove si produce il Sauternes, il vino dolce più buono e più caro al mondo, nel 1999 insieme al magnate belga Albert Frère dal conte Alexandre de Lur Saluces che dopo oltre due secoli ha dovuto cedere il business di famiglia. L’anno prima, sempre con Frère aveva acquisito Cheval Blanc, un altro mito enologico, che vende tra i 400 e i 2000 euro l’annata 1961. Ed è il buen ritiro dove Arnault e Frère ricevono e discutono con i partner di grandi affari. Ma contribuisce e non poco ai 15 miliardi di dollari di fatturato globale di Lvmh.

Champagne, vini, liquori, nel lusso sono i segmenti dove la soglia di ingresso è più bassa, dunque più difficile aprirsi un varco per chi inizia da zero, evidenzia l’ultimo report sul mercato del lusso di Merril Lynch. O si compra, o si lancia un marchio exnovo. La sfida più difficile. Marco Caprai, poco più che quarantenne, ce l’ha fatta: «Montefalco, un villaggio che risale ai tempi dell’Impero Romano, oggi è epicentro del più entusiasmante movimento vitivinicolo d’Italia», scrive RobbReport, bibbia mondiale del lusso con un suo indice finanziario di settore ha dedicato al marchio Arnaldo Caprai e a Montefalco (Perugia) un servizio da copertina. La cantina fattura oltre 5 milioni di euro, per il 25% realizzato all’estero, La Arnaldo Caprai nasce come gruppo tessile e ha in portafoglio anche il marchio Cruciani, cachemire tra i migliori al mondo, gestito da Luca Caprai, fratello di Marco.

Una diversificazione di portafoglio, seguita anche da Antonio Moretti, imprenditore della moda con Arfango e Car Shoe, in società con Prada. Nel vino ha iniziato con Tenuta Sette Ponti, nella zona del Chianti Aretino. Poi si sono aggiunti Poggio al Lupo, in Maremma, nella zona del Morellino; Feudo Maccari, in Sicilia e, ora con Orma, approdato anche a Bolgheri (Livorno), dove è nato il Sassicaia, primo vino a portare l’Italia nell’olimpo dell’enologia. «Sto seriamente meditando di convertirmi definitivamente alla viticoltura», racconta. Le sue etichette sono superpremiate da Wine Spectator, la più autorevole rivista enologica del mondo. Come quelle di Ferruccio Ferragamo, che ha scelto il marchio Il Borro per le sue bottiglie, dal nome dell’antico borgo che ha restaurato e trasformato in albergo nel Chianti Aretino. Le sue bottiglie si vendono negli Usa come in India. Il giro d’affari supera i 2 milioni di euro, minimo rispetto al grande giro d’affari del gruppo che si accinge al grande salto in Borsa ma in salita.

Uscire dalla logica del singolo prodotto o del singolo comparto, per puntare all’intero settore dell’alta qualità. E’ questo l’obiettivo di Cavalli, che già lo scorso anno ha lanciato una Vodka con il brand della maison. «Il made in Italy fa riferimento a dimensione di territorio, è andata benissimo per tanti anni, ma oggi non basta più. Si deve passare al "made by", che vuol dire la reputazione che si ottiene sul mercato oltre al prodotto, con la capacità di servizio, di innovazione, di creare nei settori moda e dei beni intangibili delle storie di successo, di eccellenza», racconta Stefania Saviolo, docente di economia alla Bocconi, direttore del master in Fashion Management, che ha recentemente coordinato uno studio sulle strategie del futuro. Cavalli Selection ha già ottenuto 90 su 100 da Wine spectator. E Cavalli Collection, la linea di alta gamma, è stata già quasi del tutto prenotata dal mercato russo.


Come sarà questo vino? Cerchiamo di essere scevri da qualsiasi manifestazione di pregiudizio del tipo: "farà schifo perchè che ne capisce Cavalli di vino?" o del tipo "Sarà buonissimo perchè hanno i soldi per farlo come si deve!". O peggio ancora stupidaggini tipo: "E' solo un'operazione di marketing" senza sapere cosa vuol dire questo termine. Se mi capiterà l'occasione lo assaggerò giudicandolo per quello che è ben sapendo, tuttavia, che il taglio bordolese italiano non è dei miei preferiti.


Stefano.

martedì 18 marzo 2008

Vicolo di Mblò - Fondi



Purtroppo non ho le foto del pranzo fatto in questo locale : le ho fatte ma misteriosamente il telefono mi ha tradito. Vorrà dire che il resto dello Staff si impegnerà a comprarmelo nuovo, visto il suo utilizzo a fini blogghistici.... :)

Vicolo di Mblò è un simpatico e buon localino che sta nel bel mezzo di Fondi, un borghetto a pochi km da Terracina, circa 1.30h da Roma. Sta vicino al mare, il che può giustificare la gitarella fuori porta. Noi arriviamo verso le 13, perchè alle 15 circa avevamo un appuntamento. Ci accoglie il Patron Enzo Simonelli: una persona spigliata e simpatica che ci fa notare che le abitudini mangerecce li sono di cominciare più tardi ma che assolutamente non c'è problema. Devo dire che da un male è nato un bene perchè per più di mezz'ora ci siamo goduti il locale in perfetta solitudine e la compagnia esclusiva del Patron. Tra l'altro chi lo volesse vedere, lo può trovare nelle puntate di linea verde del 29 luglio e del 12 agosto 07 oppure in occasione della cena benefica organizzata per la comunità di S. Egidio.

Il menù arriva prontamente in tavola, ma non facciamo in tempo ad aprirlo che arrivano la sfilza di proposte di Enzo che in pratica ci organizza il pranzo. Per certi versi, tanto di guadagnato.



Come antipasto arriva un ottimo tortino di patate ed alici, con baccalà e peperoni. Poi dei minuscoli gamberetti d'acqua dolce. Penso che la misura media superasse di poco il centimentro. Come primo ci spariamo una zuppa di "dieci" verdure: credo che sia una loro invenzione e vanto. E' piaciuta anche a me che non ho un gran rapporto con le verdure.... L'unica cosa che gli ho fatto notare è che alcune tra le patate avevano una cottura diversa, che un po' stonava. Il gusto però non ne era influenzato. Lui ci ha fatto notare che presumibilmente il verduraio gli ha dato patate di tipologia diversa.

Come intermezzo ci porta un crostino con patè di basilico, sedano prezzemolo, olio, aceto balsamico, peperoncini, tonno e gamberi: vi dico la ricetta (è tutto scottato e frullato) perchè non ha un nome, o meglio luo ce l'ha propostra così. Decisamente da rifare a casa anche perchè apparentemente poco impegnativa ma non banale.

Subito dopo, purtroppo entrano altre persone e anche le portate cominciano inevitabilmente a rallentare.
Il secondo primo è stata una semplice ma gustosissima pasta con pomodirini e triglie.

Come secondo, anche se eravamo già satolli, ci ha portato una fritturina: una cottura da urlo tanto era delicata e croccante. Difficilmente ricordo una fritura di questa bontà, neanche da Romolo al Porto!



A margine c'è stato spazio per il caffè, che con l'acqua e il Capichera 04 ha accompagnato il pranzo per un conto totale di 130 euro circa.

Piccola nota: per chi è amante del vino, il ristorante ha una bellissima e amplissima scelta che copra tutta l'Italia e diverse zone della Francia, champagne compresa. Uno spettacolo per gli occhi.
Vi consiglio anche di dare un'occhiata al sito, che è fatto veramente bene ed ha una bella e rilassante musichetta di sottofondo (quindi attenzione all'audio in ufficio....).

Ah! C'è anche il B&B, per chi viene da fuori e si volesse fermare a fare le ninne!


Consigliato.

Ristorante Vicolo di Mblò
Corso Appio Claudio 11
Fondi (Lt)
Tel: 0771.50.23.85
www.mlbo.it
info@mblo.it



Stefano.

lunedì 17 marzo 2008

Marco in memè...

1:uno.La prima cosa che ti viene in mente.
Mi trasferirei in Norvegia.

2:due.Due cose che vorresti dimenticare, ma non ci riesci.
Non due, ma tante.
Tutte le persone che mi hanno sorriso almeno una volta e adesso non possono piu’ farlo.


3:tre.Tre libri indimenticabili che hai letto.
L’ombra del vento di Zafon.
Ad occhi chiusi di Carofiglio.
Cuori Neri di Luca Telese.




4:quattro.Quattro ricordi bellissimi.
1)“…è il 14 Maggio del 2000, sono le 18 e quattro minuti e la Lazio è Campione d’Italia !”L’emozione più’ improvvisa che ho vissuto.
2)Dopo due esoneri per la prima parte, due esoneri per la seconda parte e due orali, supero l’esame di statistica, da quel momento ho la sensazione di potermi laureare.Quella più’ aspettata.
3)Un goal particolare in una finale di calcetto particolare, estate 1997.
4)Quando mia moglie mi ha detto che sarei diventato papà, l’emozione piu’ grande che abbia vissuto fin’ora.


5:cinque.Cinque film che continui a vedere con gioia.
1) Vacanze di Natale ’83, il primo;
2) Bravearth;
3) Profumo di donna;
4) Il Gladiatore;
5) Beatyful mind


6:sei.Sei pasti indimenticabili:dove e quando.
1)”Hotel Harahorn”, valle di Hamsedal, Norvegia estate ’06.
2)”Alceste al buon gusto” ad Anzio, tanto tempo fa.
3)Ad Amalfi, in occasione del mio primo anniversario, al “Marinagrande”,novembre ‘05.
4)”Ristorante al Castello”, Milazzo (Sicilia), estate ’99.
5)"Passaparola" dell’antico Frantoio a Montemerano (Toscana),estate 2002.
6)Il migliore in assoluto:La Sora Rosa e Arcangelo ad Olevano Romano, in occasione del 40esimo anniversario di mamma e papà.


7:sette.Sette amici che porteresti sempre con te.
Probabilmente andrebbe bene la domanda sette gruppi, ma forse sarebbe troppo.
Allora dico: quelli del Melmo, quelli di Monte e gli altri.




8:otto.Otto calici di vino a disposizione:cosa ci metti dentro.
1)Brunello Poggio di sotto, 1997.
2)Sagrantino Caprai 25esimo anniversario, 2000.
3)San Leonardo,1999.
4)Massolino Vigna Rionda Ris.,1999.
5)Duca Enrico, 1997.
6)Taurasi Selve di Lioti, 1998.
7)Barbaresco dei Prod. Montestefano,1997.
8)Rosso di Montalcino 2005, Le Macioche
.

9:nove.Nove destinazioni future per i tuoi viaggi.
1)Norvegia alta con Finlandia e Svezia;
2)Islanda;
3)Alaska;
4)Canada;
5)Cuost to coust negli Usa;
6)Australia;
7)Argentina;
8)Cornovaglia e Scozia;
9)…e poi tornerei alla Seychelles !
E vi dico anche dove non andrei mai: a Parigi.


10:dieci.Dieci secondi per scrivere uno slogan pubblicitario sul Melmo.
“Melmo: il primo club DiVino…!”

sabato 15 marzo 2008

Harry Potter e il prigioniero di Azkaban.



Harry Potter e il prigioniero di Azkaban è il terzo libro della saga di Harry Potter.
Rispetto al secondo siamo a 60 pagine in più. Cresce Harry, crescono i lettori.

La storia.
Harry torna a scuola per il terzo anno, ma prima dell’inizio delle lezioni accadono già molte cose. Harry è sotto protezione dal Ministero della Magia perché Sirius Black, un pericoloso criminale, è fuggito dalla prigione dei maghi: Azkaban.
A scuola ci sono tante novità: Hagrid è diventato un insegnante, ci sono una gran quantità di materie in più da seguire e, ovviamente, c’è un nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, il prof. Remus Lupin, grande amico del padre di Harry. Ci sono però anche i Dissennatori, creature che mangiano l’anima e i bei ricordi delle persone che, essendo i custodi di Azkaban, sono stati mandati dal Ministero a proteggere Harry al Castello di Hogwarts. Ma i Dissennatori proteggeranno davvero Harry? Perché sembrano avere una influenza distruttiva maggiore su di lui rispetto a quella che hanno su tutti gli altri? E Sirius Black chi è in realtà?

Secondo me questo è il libro del cambiamento. Da questo libro è nata la mia dipendenza da Harry. Se un lettore iniziasse la saga da questo punto si appassionerebbe immediatamente e andrebbe a leggere i primi due per sapere cosa è accaduto prima, senza troppo badare allo stile e all’intreccio semplice delle due storie. Nel Prigioniero di Azkaban niente è come appare. Tutti personaggi nuovi hanno un lato della personalità apparente (cioè quello per il quale sono conosciuti) e un lato privato che è quello vero (ma siamo sicuri di questo?). Harry inizia a scoprire tantissime cose del passato dei suoi genitori e intravedere qualcosa del suo futuro. Harry cresce e l’intreccio si complica sfiorando i contorni del giallo. Il pubblico dichiarato è quello dei ragazzini di 13 anni, ma credo che si possa affermare che molti adulti hanno iniziato a seguire la saga con Sirius Black.
Anche la psicologia dei personaggi è più profonda tanto da diventare a tratti commovente. Il coinvolgimento del lettore diventa totale e non si può fare a meno di correre a comperare il quarto capitolo.

Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, Salani Editore, prezzo 16,50 Euro


Emanuela.

venerdì 14 marzo 2008

Il balzo della spesa alimentare



Da newsfood.it del 31 gennaio:



L’indagine diffusa oggi dalla Cia - in base alla quale tre famiglie su cinque hanno cambiato le abitudini alimentari a causa dei forti rincari che si sono registrati nei prezzi al consumo, anche di prodotti di prima necessità come il pane, la pasta e il latte – desta preoccupazione e conferma quanto il Codacons denuncia da oltre un anno.
«I rincari nel settore alimentare hanno un peso fortissimo sulle famiglie, specie quelle a reddito medio-basso, e determinano cambiamenti anche radicali nelle abitudini degli italiani – afferma il Presidente Codacons, Carlo Rienzi – E’ una situazione inaccettabile, contro la quale è necessario intervenire prima di tutto tagliando i prezzi, specie dei generi di prima necessità, per consentire una ripresa dei consumi».

Il Codacons propone quindi la sua ricetta per ottenere una riduzione veloce e fino al 20% dei prezzi al dettaglio:
- individuare il «prezzo anomalo», ossia il ricarico massimo tra un passaggio della filiera e l’altro, oltre il quale gli intermediari incorrono in un vero e proprio reato;
- obbligo di esposizione da parte dei commercianti del doppio cartellino con il prezzo pagato all'ingrosso e il prezzo finale al consumatore;
- incentivare la vendita diretta produttore-consumatore nel settore dell’ortofrutta, istituendo mercati comunali settimanali;
- tagliare la filiera distributiva che determina ricarichi enormi sul prezzo finale del prodotti.



Stefano.

giovedì 13 marzo 2008

Baccabianca 2004 - Tenuta Grillo.




Piaciuto no, affascinato si.
Questo è il giudizio (apparentemente un ossimoro) del Baccabianca di Guido e Rita Zampaglione della Tenuta Grillo. Un vino estremo, una spremuta d'uva vera e propria e per questo, un sapore che inevitabilmente divide: piace o non piace. L'azienda si estende su 32 ettari, di cui 17 dedicati a vigneti, con pratiche enologiche che farebbero impallidire un biodinamico e una produzione limitatissima.


La spedizione alla Tenuta Grillo me l'ha raccontata Valerio, simpaticissimo e preparatissimo sommelier di Uno e Bino che mi ha fatto assaggiare (tra l'altro aggratise) il suddetto vino.


Loro usano quasi solo vitigni autoctoni (barbera, dolcetto, freisa, cortese) con un intruso: un merlot che fa da corredo al mix di rossi in quello che è stato non per nulla chiamato "pecoranera".


Già da questi pochi concetti si capisce la filosofia produttiva dell'azienda che fa i vini come le pare "tanto se non se li comprano me li bevo io" avrebbe detto il patron a Valerio.


Il Baccabianca viene da uve Cortese 100%, fermenta per non so quanti giorni sulle bucce (considerate che normalmente i bianchi non fanno neanche mezz'ora sulle bucce) e affinano un po' in legno e un po' in vasche di acciaio. Ovviamente non è filtrato. Il vino, di conseguenza, è adatto all'invecchiamento ed ha un sapore estremo.

Il colore è un giallo oro, molto carico e che tende all'ambrato.Il profumo è molto intenso e complesso e rimanda a sentori erbacei e speziati, e a frutta a tratti matura e a tratti acerba. Girandolo nel bicchiere il vino non ringiovanisce molto, anche se evolve sicuramente. In bocca è un bel cazzotto: freschezza acidica e sapidità presenti ma non come in un classico bianco, enorme struttura (con qualche nota tannica!!) che fa da corredo ad una lunghissima persistenza. da un'idea abbastanza precisa di quella che Valerio ha chiamato "spremuta d'uva". Se il bicchiere non fosse di vetro penso che sarebbe difficile dire immediatamente che è un bianco.



In enoteca costa sui 14 euro. Direi che è un bianco da provare, quantomeno per farsi una cultura sulla non omologazione. A me ha intrigato e lo riproverei, anche se non posso dire che mi sia piaciuto.



Stefano.

mercoledì 12 marzo 2008

Amazon venderà vino?



Tratto da Enotime Magazine del 11 Marzo 2008.



Anche il colosso delle vendite di libri on-line presto si cimenterà con il vino. Stiamo parlando di Amazon, leader mondiale nel settore, che secondo un’indiscrezione pubblicata dal Financial Times sta reclutando un senior wine buyer a cui affidare la responsabilità dell’acquisizione massiccia di prodotto per la nuova area tematica del sito dedicata, appunto, al vino sul mercato americano. D’altro canto, come ricorda il Financial Times, Amazon non è proprio “astemia”: nel 1999, in piena bolla internet, investì 30 milioni di dollari nell’acquisizione del 45% di Wineshopper.com, una start-up che spirò l’anno dopo, mentre il più grande sito di vendite on-line di vino negli Stati Uniti, Wine.com, si serve di Amazon per la vendita, non di vino, ma di cestini regalo alimentari. Anche se Amazon per ora tace, l’articolo del giornale aggiunge che presto al servizio Amazon Fresh, dedicato alle consegne di cibi freschi, per ora operativo solo a Seattle, si aggiungerà anche vino e birra.Ma il progetto non è di facile realizzazione proprio negli Usa, dove ha sede Amazon, perchè esistono attualmente notevoli problemi per la vendita diretta da Stato a Stato legati alla Wine-shipping law, una legislazione anacronistica che si trascina dalla revoca della legge sul Proibizionismo: solo 13 Stati attualmente consentono reciprocamente di vendere direttamente al consumatore, mentre gli altri sono soggetti a restrizioni oppure totalmente “blindati”, nel senso che si deve passare per forza attraverso rivenditori all’ingrosso autorizzati, il che che di fatto aumenta i costi e rende impossibile la vendita diretta. Molti siti internet sorti nei primi anni del 2000, tra cui lo stesso Wine.com, hanno trovato ostacoli insormontabil, tanto che una parte di loro sono falliti. Tuttavia, se Amazon ha deciso di “scendere in campo”, o meglio in vigna, vuol dire che le prospettive di un’apertura del mercato sono concrete.Ecco una sintesi delle incredibili differenze relative alla Wine-shipping law stetunitense Stato per Stato La vendita diretta è consentita reciprocamente in: California, Colorado, Idaho, Illinois, Iowa, Minnesota, Missouri, New Mexico, Oregon, Washington, West Virginia, WisconsinLa vendita dirett aè considerata non illegale ma soggetta a forti restrizioni in: Alabama, Alaska, Connecticut, Dist. Columbia, Florida, Hawaii, Louisiana, Massachusetts, Michigan, Nebraska, Nevada, New Hampshire, New Jersey, North Dakota, Ohio, Oklahoma, Pennsylvania, Rhode Island, South Carolina, Vermont, Wyoming.La vendita direttaè considerata illegale in: Arizona, Arkansas, Delaware, Georgia, Indiana, Kansas, Kentucky, Maine, Maryland, Mississippi, Montana, New York, North Carolina, South Dakota, Tennessee, Texas, Utah, Virginia.La vendita diretta è considerata illegale e anche reato criminale in: Florida, Georgia, Indiana, Kentucky, North Carolina, Tennessee.



Stefano.

martedì 11 marzo 2008

Barolo Riserva Villero 1998 – Boroli

Il Villero è uno dei cru storici del Barolo, frutto di tanta attenzione alla qualità e dall’invidiabile posizione del vigneto all’interno del comune di Castiglion Falletto, nel cuore della zona del Barolo. La riserva ovviamente nasce solo nelle migliori annate. Uve nebbiolo 100% che dopo la fermentazione con lunga macerazione sulle bucce vanno a maturare in botte (parte in botti medio grandi di slavonia e parte in barriques francesi) per 36 mesi e per 72 mesi in vetro: tradotto in due parole, vuol dire che la commercializzazione avviene 9 anni dopo la vendemmia (alla faccia del capitale immobilizzato…).



L’eccellenza di questo Barolo si coglie bene al naso, perché il colore, come per tutti i Barolo ci direbbe di lasciar perdere subito. All’olfatto invece si presenta già elegante e fine: a bicchiere fermo il profumo di frutta matura, quasi confettura sale piano ma senza fermarsi, così come i fiori (rosa canina in particolare). Anche il balsamico è ben presente. A bicchiere in movimento la frutta matura è un trionfo (tanto che non se ne distingue tanta) ed emergono delle forti note speziate. In bocca, è molto fine e sussurratore: rotondità eccellente, struttura meravigliosa e persistenza, per chi ha la pazienza di aspettare una quindicina di secondi con gli occhi chiusi, eccezionale.



Un vino consigliatissimo, anche se bisogna mettere da parte qualche quattrino perché costa su 50 euro in enoteca.

Stefano.

lunedì 10 marzo 2008

Maroso 2006 - I Pampini







Questo vino è un'evoluzione molto interessante della produzione di Bellone (vitigno autoctono nettunense): la differenza rispetto al base è la fermentazione in barrique per sei mesi. Il costo non è basso, 10 euro in enoteca, ma avendo provato diverse annate, devo dire che con un anno in più sulle spalle questo vino acquista qualcosa in più e suggerirei di aspettare per assaggiarlo.



Il colore è un giallo dorato intenso, con quache nota paglierina. Al naso a bicchiere fermo fornisce decise note agrumate e di frutta gialla matura (mela e susina). A bicchiere in movimento le spezie si fanno sentire ma non in maniera invadente. In bocca è giustamente fresco e sapido, con una buona struttura e un finale deciso ma equilibrato.


Stefano

sabato 8 marzo 2008

Harry Potter e la stanza dei segreti


Secondo capitolo: Harry Potter e la camera dei segreti

La storia.
Harry Potter aspetta con impazienza di tornare ad Hogwarts per iniziare il secondo anno di scuola. È dai suoi zii che lo osteggiano apertamente perché ripudiano e non accettano la magia. Il tutto è complicato da un elfo domestico di nome Dobby che tenta di impedire ad Harry di tornare a scuola. Fortunatamente l’amico di Harry, Ron, lo porta a passare gli ultimi giorni di vacanza a casa sua rapendolo con un’auto volante. Al momento di iniziare le lezioni i due amici rischiano di non poter prendere il treno magico che li accompagna a scuola, ma, tra alcune disavventure i ragazzi riescono finalmente ad arrivarci. L’anno scolastico sarà però molto più duro del precedente. Si minaccia infatti di chiudere la scuola a causa di alcuni tentativi di omicidio ai danni degli alunni “mezzosangue”. Anche questa volta Harry, aiutato dai soliti Ron ed Hermione, riuscirà a sistemare le cose.

Saliamo di un anno e anche il volume dei libri aumenta anche se di poco: una cinquantina di pagine in più rispetto al primo. Anche per questo libro valgono molti dei commenti già fatti in occasione del primo. Il libro è ancora semplice e la storia non particolarmente complessa. Con il senno di poi però si apprezza la scelta tecnica dell’ingresso prepotente nella storia della sorella minore di Ron, Ginny – che viene presentata come una bambina con una cotta spaventosa per Harry. Nel libro numero due sarà uno dei personaggi principali in negativo. Frequenti accenni su di lei si avranno nei libri seguenti in un crescendo che culmina nel sesto.
Anche in questo libro, come nel primo, un ruolo rilevante ce l’hanno le partite di Quidditch, lo sport praticato dai maghi (con la stessa importanza che per noi ha il calcio), cosa che caratterizza i primi libri, ma che va un po’ a mancare negli altri per lasciare spazio ad un intreccio più complesso.
Il tema di questo secondo libro è sostanzialmente quello dell’accettazione della diversità. I maghi possono infatti appartenere a due categorie: i maghi Purosangue, quelli cioè che sono maghi da generazioni e che tendono ad imparentarsi solo con famiglie di maghi purosangue – e i maghi mezzosangue, quelli cioè che o sono maghi provenienti da famiglie di babbani, o sono maghi provenienti da incroci con famiglie miste. Harry ha ovviamente amici appartenenti ad ambedue le categorie di maghi ed è lui stesso tecnicamente un mezzosangue (facendo parte sua madre di una famiglia babbana). Nel secondo libro Harry si trova a combattere con un mostro che tende ad eliminare i mezzosangue per ripulire il mondo e popolarlo solo di maghi di razza pura.
E ci avviamo verso il terzo libro della saga.


Harry Potter e la camera dei segreti, Salani Editore, prezzo 14,80 Euro

venerdì 7 marzo 2008

Enoteca Vini & Sapori - Degustazione Del Sordo


Avevo promesso ad Alessandro che lo avrei inserito nella newsletter: non ce l'ho fatta ma lo metto direttamente sul blog! Chi ha tempo e voglia, stasera può andare in via della Farnesina (zona Ponte Milvio) all'enoteca Vini e Sapori, dove troverà Alessandro, Kana e un'allegra brigata enoica. Per dettagli leggete sotto.


Cara Amica, caro Amico della Cantinetta,
Abbiamo il piacere di inviarLe in allegato la scheda informativa relativa alla prossima
degustazione, che si terrà il giorno venerdì 7 marzo
2008 (possibilità di degustare tra le 19 e le 22) presso la nostra enoteca di Via della Farnesina
101 alla presenza del produttore Gianfelice D'Alfonso del Sordo della Azienda Agricola D'Alfonso
Del Sordo di San Severo (FG) - Puglia


Alla scoperta di vitigni autoctoni pugliesi

Una degustazione
insieme a Gianfelice Del Sordo
della
Az.Agr. D’Alfonso Del Sordo
San Severo (Foggia)
Daunia IGT Bombino Catapanus 2007
San Severo DOC Posta Arignano Rosso 2006
Daunia IGT Uva di Troia Casteldrione 2005
Daunia IGT Uva di Troia Guado S. Leo 2005
In abbinamento con
Tartine al profumo delle Belice
Speck di San Vigilio di Marebbe


Stefano

REFOSCO ALTURIO 2004 – TENUTA CA’ BOLANI



Abbastanza negativo il mio giudizio su questo vino della Ca’ Bolani, che ricordo più volentieri per il Tocai sicuramente più interessante. Nel complesso poco presente e lontano dall’eleganza di quei vini che almeno in fase iniziale hanno caratteristiche organolettiche simili, ossia Barolo, Pinot Nero e Aglianico.



Il colore è un rosso rubino con forti note violacee. Al naso a bicchiere fermo si presenta poco intenso anche se moderatamente ampio: mirtillo e viola abbastanza distinguibili e qualche nota tostata. Di più ci vuole un naso migliore del mio. Se si agita un po’ il bicchiere l’intensità (per fortuna) aumenta e in particolare escono fuori più profumi fruttati.



In bocca è morbidissimo, quasi tendente al dolce. I tannini che ci sono escono fuori solo dopo parecchio quando spunta anche un po’ di alcool fastidioso. Nel complesso poco persistente.
Prezzo medio in enoteca di circa 12,50 euro. L’unica nota positiva è che questo vino ha una tenuta in cantina di una decina d’anni ed è plausibile che nel tempo si migliori.

Stefano.

giovedì 6 marzo 2008

Tanti Auguri a Roberta !!!!




Alla Melma che oggi compie SETTANTANOVE anni, e non li dimostra, vanno gli auguri di tutti.

Per i prossimi giorni si consiglia vivamente:
- un pellerinaggio a Lurdes ;
- una visita guidata alle grotte di Frasassi ;
- una pesca di beneficenza al centro polifunzionale degli anziani di Roma nord ;
- un pranzo di galà alla caritas.

AUGURONI DI CUORE !!!!


P.S....sembrerebbe che sabato alla festa ci sia il Gaja a fiumi, confermi ?
D'altronde se non t'ubriachi a settantanove anni...

mercoledì 5 marzo 2008

Pasta con gamberetti e curry



Il tutto è nato come la classica sera in cui non sai che fare e scartabelli un po' tra gli ingredienti che hai e il pc alla ricerca di qualcosa di elaborato ma commestibile, sulla falsariga (pc escluso) di come sono nati gli gnocchi colorati. Rielaborando il frutto di queste elucubrazioni ne è nata una ricetta che abbiamo trovato gustosa e che vi propongo.




Ingredienti (per 4 persone): 350 gr di pasta corta (secondo me ci stanno
bene le farfalle), 350 gr. di gamberetti sgusciati, 30 gr di burro, 1/2
bicchiere di vino bianco, 1 cipolla bianca, 1 spicchio d'aglio, 3 cucchiai di
farina di grano tenero, 2 tazze di latte, 2 cucchiai di curry in polvere, 1/2
cucchiaino di paprika, noce moscata q.b., sale e prezzemolo.


Preparazione: mettere a bollire l'acqua per la pasta. Nel frattempo tritare finemente la cipolla e metterla ad appassire nella padella con il burro a fuoco dolce aggiungere in seguito lo spicchio d'aglio solo schiacciato. Sfumare con il vino bianco. Aggiungere gradualmente la farina avendo cura che non faccio grumi, quindi il curry, la noce moscata, la paprika e un pizzico di sale; amalgamate il tuto rendendolo simile ad una salsina.




Togliere dal fuoco ed aggiungere poco alla volta il latte, lasciandolo assorbire leggermente. Si potrà vedere il composto addensarsi abbastanza velocemente (attenzione all'intensità del fuoco, nel caso sia troppo veloce abbassate la fiamma) e a quel punto aggiungete i gamberetti facendo cuocere, saltandoli, per 2-3 minuti.




Nel frattempo dovreste aver scolato la pasta, leggermente al dente, che metterete a mantecare nella padella con i gamberetti.

Servite con del prezzemolo tritato sopra.

Buon appetito.





Stefano

martedì 4 marzo 2008

Ristorante La Pianella, Serra San Quirico (An).

Il 19 ottobre compiono gli anni i miei nonni materni e come tutti gli anni scegliamo un ristorante degno di questo nome per andare a pranzo fuori.
La compagnia che parte è sempre numerosa. Il minimo delle persone partecipanti è 13 perché ci sono i miei nonni, la mia famiglia (che ora è composta da me e mio marito), i miei genitori e mio fratello e la famiglia di mio zio (il fratello di mamma) con moglie e 3 figlie.


Si comincia sempre una decina di giorni prima: mio zio telefona a mia madre che poi puntualmente chiama me e chiede consiglio per la scelta del posto. Quest’anno invece mio zio ha scelto autonomamente di andare alla Pianella. Avevo già l’acquolina al solo sentire il nome. Ci ero stata 5 o 6 anni fa e avevo dei buoni ricordi.

Da Jesi ci si impiegano 40 minuti ad arrivare perché la Pianella sta sopra Serra San Quirico all’ingresso della pineta del paese. Serra San Quirico è un paese di montagna a tutti gli effetti alla porte della Gola della Rossa, territorio dell’omonimo Parco naturale. Da piccola ci andavamo con i miei a dicembre a raccogliere la “vellutina” (cioè il muschio) per il presepe e il pungitopo per gli addobbi natalizi in casa.

La domenica 21 ottobre 2007 – giorno del pranzo – era veramente freddo. Cielo grigio e coperto con un pioggerellina fitta e fastidiosa che però esaltava il profumo degli alberi e della vegetazione della pineta; un po’ meno poetici gli schizzi di fango sulle scarpe per via del tragitto dal parcheggio all’ingresso del ristorante.
Appena si arriva la domanda che ci si fa è “ho sbagliato parcheggio? È una casa privata?”
Il posto non presenta insegne e l’impressione è appunto quella di essere entrati in una proprietà privata.
Poi si entra.
La tavola è apparecchiata in maniera rustica e l’atmosfera è piacevolmente calda e accogliente.



Il camino di lato all’ingresso scoppietta ed emana l’odore classico della legna bruciata.

Vado a descrivere il pranzo che ha visto una marea di portate anche grandi quantità.

- Assaggio di polenta. Visto che non sapevamo decidere se prenderla al sugo d’oca o ai funghi la gentilissima cameriera (credo anche figlia del proprietario) ci ha proposto metà e metà.



La polenta – fuori dal menù e proposta a voce – era del tipo granuloso, molto buona e soprattutto graditissima in quanto adatta alla temperatura e all’atmosfera di fuori.
- Tagliatelle al sugo tipico per mio nonno (per il quale un pranzo non è un pranzo se non ha mangiato le tagliatelle al ragù) e per le mie due cugine piccole. La porzione era talmente abbondante che una sforchettata l’abbiamo assaggiata tutti. Il ragù non era lo stesso di quello usato per la polenta. Buone, ma non eccezionali.
- Tagliolini di farro ai funghi di bosco: buoni, ma un po’ troppo asciutti…devo dire che non li riprenderei.
- Gnacheragatti con le ciecerchie: un’autentica meraviglia. L’unico aggettivo proponibile è eccezionali. Nessuno dei commensali aveva mai mangiato un piatto con la cicerchia così buono, equilibrato e saporito(nella foto è in secondo piano…in primo i tagliolini).


- Maialino al finocchio selvatico: molto buono.


- Vitello saporito al lardo cotto allo spiedo: si scioglieva in bocca. La carne è molto saporita e tenera e il lardo da quel qualcosa in più che per essere descritto va solo assaggiato.



- Trippa alla marchigiana: Marco che è un estimatore ha detto che era buonissima.



- Agnello alla fabrianese (per mio nonno che ha scelto la cottura al forno, altrimenti lo proponevano anche allo spiedo): a me non piace l’agnello, ma chi lo ha mangiato ha detto che era molto buono.

- Patate cotte sotto la cenere: buonissime davvero.



- Radicchio alla griglia: niente di che (mia mamma lo fa molto meglio…non sembrava nemmeno cotto)


- Funghi alla brace (fuori menù)

- Dolci della casa, nel dettaglio: mousse allo zabaione...


...semifreddo al bacio...

...semifreddo alla mandorla...


Nel complesso decisamente niente di che.
I dolci li salterei proprio. Sarà stato che eravamo pieni, sarà stato che erano tutti dolci freddi, ma a me non hanno soddisfatto.
Mi sono piaciute 100 volte di più le castagne cotte nel camino che ci hanno portato a sorpresa a fine pasto.

La cantina è in esposizione, nel senso che ti alzi e vai a vedere l’eno-frigo per i bianchi e il mobile della credenza che hanno allestito per i rossi. Dallo sguardo che abbiamo dato abbiamo visto una quasi esclusività di vini marchigiani, ma non abbiamo preso nessuna bottiglia perché abbiamo notato che sui vini dal costo medio c’era un ricarico mostruoso (da 9,00 euro – prezzo enoteca regionale a 25,00 proposto da loro).
Abbiamo optato per il vino sfuso che, come sempre più spesso accade da queste parti, non è quello della casa, ma quello di alcuni produttori locali. Abbiamo preso un verdicchio e una lacrima. Bene il primo (cantina Zaccagnini), pessima scelta il secondo (cantina Badiali e Candelaresi).
Insieme ai dolci abbiamo chiesto un vino dolce (non io, ma mio zio) e ci hanno portato uno Zibibbo siciliano che però a me non è piaciuto molto perché l’ho trovato poco dolce rispetto a quelli che ho avuto modo di provare.

La cifra finale per 11 persone (tenendo conto che c’erano due bambine una di 4 e una di 9 anni) è stata di circa 40,00 Euro a testa.

Per noi è uno di quei ristoranti un po’ costosi (ti dicono tutti “Vai alla Pianella, ma costa cara!!!) perché ci sono posti in cui con una decina di euro in meno a testa mangi cibi “caserecci” e di quantità, ma una volta ogni tanto, soprattutto nelle fredde giornate d’inverno vale la pena andarci perché la cucina del territorio che la Pianella propone, per molte cose non è la stessa che mangi a casa.

Ristorante La Pianella – da Raul – cucina tipica del territorio
Via Gramsci snc – Serra San Quirico (AN)
Tel. 0731880054



Emanuela.

lunedì 3 marzo 2008

Bellone 2006 - I Pampini



Per la rassegna dei bianchi laziali, parliamo oggi del Bellone, della Cantina i Pampini.

Il vino è gradevole e direi che va assegnato il giusto riconoscimento all'azienda che ha saputo rilanciare questo vitigno, tipico della zona di Nettuno ridandogli una linfa che aveva smarrito a causa della superficialità della produzione di zona.

Di colore giallo paglierino con riflessi dorati, al naso a bicchiere fermo esprime sentori di frutta gialla (mela, susina e pompelmo) matura e mandorla. Agitando un po' il bicchiere i sentori ringiovaniscono e mi è sembrato di avvertire qualche nota erbacea. In bocca la freschezza acidica è buona e di rilievo la sapidità. Gradevole struttura che sfuma in una persistenza media.

Costo in enoteca: 7 euro.

Da provare, anche se la sua evoluzione (il Maroso) è decisamente superiore.

Stefano.

sabato 1 marzo 2008

Harry Potter e la pietra filosofale.



Iniziamo la serie di recensioni dei libri di Harry Potter.
Essendo questa la prima delle 7 è necessario fare una premessa.Sono entrata nel mondo di Harry nell’estate del 2004 quando il primo libro era già uscito da 6 anni. Sapevo che il maghetto era famoso perché guardo la televisione e leggo i giornali, ma soprattutto perché ricordo mio cugino – che all’epoca faceva la terza elementare – giocare con i giochi da tavola e districarsi tra tutta la gadgettistica legata al mondo magico della Rowling e quindi consideravo i libri prodotti per bambini.
Il genere fantasy mi piace dai tempi de “La Storia Infinita” e da piccola i miei cartoni preferiti erano quelli che parlavano di magia, quindi un po’ incline a questo genere di cose lo sono sempre stata, ma ho iniziato a leggere il primo Harry perché me lo hanno consigliato alcuni colleghi di lavoro (attualmente quasi trentenni).
Devo dire che il primo l’ho letto così e sono andata al secondo giusto perché sono molto metodica e se c’è una serie tendo a finirla, ma dal terzo l’assuefazione è stata completa.
Sì perché di questo si tratta: completa dipendenza.
Sto scrivendo ora che mancano alcuni giorni all’uscita dell’ultimo capitolo della serie con tantissima trepidazione e una grande tristezza dentro allo stesso tempo.
Lo so che pensate che sono matta, ma vi assicuro che ho potuto constatare che le stesse mie sensazioni le provano tantissime persone che conosco e che sono Harry Potter dipendenti. Il perché cercherò di spiegarvelo nel corso delle 7 recensioni.
Ecco la prima: Harry Potter e la pietra filosofale.

La storia.
Harry Potter è un bambino di 10 anni, orfano di entrambi i genitori assassinati dal più grande mago nero di tutti i tempi. Harry vive con i suoi zii e suo cugino, trattato come uno sguattero e all’oscuro dell’esistenza di un mondo parallelo a quello degli essere umani senza poteri magici (i babbani) al quale lui stesso potrebbe appartenere. Tutto fino al giorno del suo undicesimo compleanno momento in cui per i maghetti iniziano i 7 anni di formazione alla “Scuola di magia e stregoneria di Hogwarts”. A quel punto irrompe nella vita di Harry la magia e la sua vera natura. Ad Harry viene spiegato che lui è un mago, che anche i suoi genitori lo erano e gli vengono frammentariamente raccontate le circostanze della loro morte. Gli viene anche detto che lui, completamente invisibile ed insignificante nel mondo normale è una vera celebrità nel mondo magico. È infatti il responsabile della sconfitta e conseguente scomparsa del mago Voldemort il più cattivo e potente mago di tutti i tempi che, nel tentativo di ucciderlo, ha perso i poteri ed è scomparso, lasciando ad Harry una cicatrice a forma di saetta sulla fronte.
Per Harry inizia letteralmente una nuova vita. Conosce a scuola i suoi primi veri amici (Ron ed Ermione) ed inizia a sentirsi amato. Si fa anche una certa cerchia di nemici, primi fra tutti il Prof. Piton e lo studente Draco Malfoy. Conosce il prof. Silente – preside della scuola e grandissimo e saggio mago – che lo prende sotto la sua ala protettrice. Proprio per aiutare il prof. Silente, Harry si imbatte nella prima avventura magica della sua vita: trovare la pietra filosofale, nascosta all’interno della scuola, e proteggerla proprio da Voldemort tornato debolissimo e ridotto ad una larva semiumana che cerca la pietra proprio per tornare ai fasti di un tempo.

L’approccio con il primo Harry è proprio quello di un libro per bambini. C’è un che di misterioso e un’aura di giallo che si mescola al fantasy già da questo primo libro, ma è solo un piccolo accenno. Il maghetto ha 11 anni ed il libro è scritto per bambini di quell’età. Harry è un orfanello e come tale i suoi desideri più grandi sono quelli di essere amato e di conoscere quanto più possibile della sua famiglia ed in particolare dei suoi genitori che tutti nel mondo magico sembrano aver incontrato e amato, tranne lui che non ricorda nulla. Harry trova calore e amore nell’amicizia e nell’affetto di tutti i personaggi positivi della saga, ma inizia a scoprire anche l’odio puro e apparentemente ingiustificato, molto diverso da quello dei suoi zii babbani e forse più crudele. Il libro si chiude con un finale tutto positivo e, anche se si inizia a paventare una sorta di preoccupazione per il ritorno di Voldemort, nessuno nemmeno lontanamente immagina cosa aspetta il lettore nel prosieguo della storia.


Emanuela.

Harry Potter e la pietra filosofale, Salani Editore, prezzo 14,60 Euro

P.S. il prezzo indicato di tutti i libri della saga Harry Potter recensiti da qui in avanti sono per l’edizione normale. Ho visto in libreria anche le edizioni economiche (sicuramente dal primo al quarto, gli altri due non lo so).