lunedì 23 marzo 2009

Sorgente del vino.

Finalmente ce l'abbiamo fatta. Dopo molte insistenze la cara Anna Maria ha finalmente scritto per noi. La cosa non può che farmi piacere, visto quanto la stimo e quanto la trovo simpatica oltre che, ovviamente, molto competente.
Vi lascio al suo primo pezzo, perchè lei già sa che non sarà l'ultimo!

SORGENTE DEL VINO Mostra dei vini naturali di territorio e tradizione
Agazzano (PC) Rocca Anguissola Scotti
1-2 marzo 2009
Anna Maria Epifani


Esiste un numero imprecisato di persone che praticano un’agricoltura di piccola scala, dimensionata sul lavoro contadino e sull’economia familiare, orientata all’autoconsumo e alla vendita diretta. Un’agricoltura di basso o nessun impatto ambientale, fondata su una scelta di vita legata a valori di benessere, ecologia, giustizia, solidarietà piuttosto che a fini di arricchimento e profitto. Un’agricoltura quasi invisibile per i grandi numeri dell’economia, ma irrinunciabile per mantenere fertile e curata la terra, per mantenere ricca la diversità dei paesaggi, delle piante, degli animali, per mantenere vini, saperi, tecniche e prodotti locali, per mantenere popolate le campagne.

Sono arrivata ad Agazzano in una giornata piovosa e grigia dopo aver fatto parecchie ore di macchina. Volevo saperne di più su questi “vini veri” che tanto difficilmente riusciamo a trovare e che spesso, se li troviamo costano tanto!
Non conoscevo la zona e neppure le campagne della provincia di Piacenza se non per esserci a volte transitata andando altrove….è stata una bellissima scoperta.



Mi ha accolto la Rocca Anguissola Scotti, antico complesso in fase di restauro non completamente riportato agli antichi splendori, ma proprio per questo ancor più affascinante.
Biglietto e bicchiere 10 euro e via a conoscere i produttori.
Erano tanti…60…provenienti da tutt’Italia. Il tempo a disposizione poco, troppo poco per dedicare la giusta attenzione a tutti.
Una scelta difficile da fare.

Decido velocemente: sentiremo i più lontani, quelli più difficilmente raggiungibili, l’estremo sud e l’estremo nord.
Abbiamo iniziato con l’Azienda Agr. Porta del Vento di Marco Sferlazzo, Camporeale (PA) situata in una vallata a 600 m s.l.m. con 10 ha di vigneto, i più alti della provincia, impiantati tra il ’74 e l’85 su un terreno sabbioso leggero che si sovrappone ad una crosta di calcare.


Il terreno è scosceso, molto vento, coltivazione biologica certificata. I trattamenti sono solo zolfo e rame, il lavoro in vigna esclusivamente a mano, la resa per ettaro bassissima, 30q/ha. Pochi travasi, nessuna filtrazione.
Due sono i vini bianchi “Porta del vento” a base di uve Catarratto vinificato solo in acciaio e “Saharay” anch’esso a base di Catarratto, ma con macerazione sulle bucce di 2 settimane in tini aperti senza controllo di temperatura, senza solforosa e senza lieviti aggiunti, spremitura soffice in torchio manuale e affinamento in botti di rovere da 25 hl per un anno.
Eccezionale!! Profumi affascinanti, palato lungo e morbido…mi colpisce!
L’azienda produce anche un rosso “Ishac” a base di nero d’Avola, molto fruttato, ben fatto ma un po’ troppo giovane.

Rimaniamo in zona, è la volta dell’Azienda Agr. Guccione dei fratelli Francesco e Manfredi, Monreale (PA). Un bel ragazzo dai fluenti capelli biondi e gli occhi azzurri (Francesco) mi fa assaggiare i suoi vini.
L’Azienda possiede 20 ha di vigneto in cui coltiva Trebbiano, Catarratto, Nerello Mascalese, Perricone, è certificata biologica e dal 2005 biodinamica. I terreni si trovano in collina da 450m a 600m s.l.m,. In cantina si svolgono poche operazioni tutte volte a salvaguardare la qualità dell’uva e del lavoro svolto in vigna, quindi fermentazioni spontanee senza aggiunta di lieviti selezionati, bassissima solforosa nessuna modificazione nella struttura del mosto, nessuna operazione prima dell’imbottigliamento (gomma arabica e altro). Il vino più importante, presentato in una bottiglia preziosa di vetro scuro è sicuramente il Perricone…un consiglio per il produttore: la prossima volta meno legno….ma l’azienda ci ha già pensato!

Ed ora andiamo da un’azienda gestita da due giovani donne Arianna e Fausta, che con grinta e coraggio hanno scommesso sull’importanza di comprendere le esigenze di una terra povera e siccitosa senza turbarla nel suo divenire o modificarla nel suo aspetto, cercando di raccogliere ciò che può offrire in un equilibrio unico che comunica rigore e armonia al Nero d’Avola e freschezza ed eleganza al Frappato. L’Azienda Arianna Occhipinti, Vittoria (RG) produce infatti due vini rossi, uno a base di uve Frappato di Vittoria (vitigno celebre per la Docg Cerasuolo di Vittoria) e l’altro un Nero d’Avola su terreni di matrice antichissima nello scenario dei Monti Iblei. Il particolare clima, il terreno, il sole caldo, le sabbie rosse danno vini figli del territorio, del lavoro naturale in vigna e di quello attento e accurato in cantina. Sono vini piuttosto scarichi di colore, vinosi, schietti, di facile beva.

Il tempo scorre veloce, risaliamo l’Italia facendo una tappa in Campania dove ci attende l’Azienda Montedigrazia, Tramonti (SA) che ci offre l’opportunità di assaggiare altri vitigni tipici di un territorio a ridosso della Costiera Amalfitana caratterizzato da forti escursioni termiche nel cuore del parco dei Monti Lattari. A volte su piede franco a volte in vigne antiche su terreni terrazzati formatisi nel corso delle numerose eruzioni del Vesuvio coltivano infatti il Tintore, espressione popolare di generazioni di estimatori che hanno paragonato questo vitigno ad un’artista del colore per via della sua importante carica antocianina, il Piedirosso così chiamato per il raspo somigliante alla zampa di un colombo, il Bianca tenera dalla buccia delicata, il Ginestra dai riflessi verdognoli e il Pepella che ha pochi acini grandi e tantissimi acini piccoli come i grani di pepe coltivati. Vini interessanti, soprattutto i rossi così veri, vivaci di colore, profumati all’olfatto.

Ora lasciamo il sud e andiamo in Liguria dall’Azienda Agr. Santa Caterina, Sarzana (SP) che si estende su 8 ha di vigneti e 4ha di uliveti. Le pratiche di conduzione dei terreni sono volte a preservare la fertilità dei terreni mediante inerbimenti e periodici apporti di letame, mentre i trattamenti per contenere le malattie fungine delle piante sono a base di rame e zolfo. Il lavoro di cantina è orientato al massimo rispetto dell’uva e del vino.
I vini, di buon livello qualitativo, sono particolari nella vinificazione ed originali come il titolare, direi, infatti i due bianchi, Vermentino e Giuncaro, fermentano sulle bucce per 20 gg. circa, mentre il rosso, Fontananera, per evitare i tannini, rimane sulle bucce solo 3 gg.


Risalendo ancora l’Italia, mi colpisce un ragazzo dal sorriso aperto, così mi fermo a degustare i vini dell’Azienda I Clivi, Corno di Rosazzo (UD), piccoli tesori vista la bontà del contenuto, 12.500 bottiglie di un grande bianco friulano da uvaggio, poco più di 2.000 di un rosso da uve merlot ottenuti da vecchi ceppi, anche di 70 anni, tutta natura, orgoglio contadino, impegno, che sembrano comunicare al berli, l'attenzione e l'amore loro riservato in vigna ed in cantina.

Facciamo ora un salto in Piemonte per Cascina Tavjin, Scurzolengo (AT) in cerca di Grignolino, Barbera e Ruché in versione naturale. Ci accoglie Nadia con il suo sorriso entusiasta, con il padre Ottavio Verrua conduce l’azienda biologica che da lungo tempo segue queste metodologie secondo un percorso personale legato all'esperienza e alla lunga osservazione del vigneto.
"Mio padre - ci racconta Nadia - quando ha cominciato ad entrare nelle vigne arava ancora con i buoi! Lui conosce molto bene le sue vigne, ci trascorre le giornate, ci va anche la domenica ed è stato sufficiente osservarle per capire qual era la strada giusta da percorrere. In famiglia si discute molto su come intervenire in vigna e come lavorare in cantina: lui segue le tradizioni, io faccio spesso proposte innovative per impiegare anche metodi che si avvicinano alla biodinamica”. Con cortesia e disponibilità uniche Nadia ci fa sentire anche un passito straordinario ed originalissimo…ne hanno fatte pochissime bottiglie per uso familiare ed fatto con un vitigno quasi sconosciuto, lo Zanel che ha un’acidità incredibilmente edulcorata e carattere deciso.

Per finire ci dirigiamo verso la Valtellina con l’Azienda Ar.pe.pe., Sondrio che presenta la Docg Valtellina Superiore in quasi tutte le sue espressioni. Chiare le differenze tra Rosso di Valtellina, Sassella, Grumello ed Inferno che solo il vitigno nobile che costituisce questi vini permette di ottenere in così pochi km di distanza tra vigneti. I vini sono ben fatti, di vinificazione classica con lunghe macerazioni sulle bucce ed elevata acidità, tutte caratteristiche inconfondibili derivanti dal territorio.

Purtroppo la giornata è finita, sta salendo la nebbia in quest’angolo di pianura padana, dobbiamo rientrare!

I produttori ci salutano invitandoci a Vin Natur, 5-6 Aprile a Villa Favorita, Monticello di Fara Sarego (VI) iniziativa volutamente in concomitanza con Vinitaly, io passo l’invito a tutti voi che mi leggete perché vino non è soltanto economia e numeri, ma soprattutto passione di chi produce e di chi beve!!!




Anna Maria

1 commento:

  1. grazie a voi..mi fa piacere condividere un angolo di Sicilia con voi.
    arianna

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