mercoledì 11 marzo 2009

Il vino in Cina.





Da Radio Cina International:

La Cina è un paese storicamente grande consumatore di grappa di riso e di cereali, per cui lo sviluppo del vino ha incontrato non pochi ostacoli, continuando tuttavia ad avanzare. Ora il paese conta molte famose aziende vinicole come Changyu, Great wall e Fengshou, mentre nei supermercati il vino occupa delle aree apposite, al pari della grappa, e viene accettato da un numero sempre maggiore di persone. Parlando della diffusione della cultura vinicola in Cina, non possiamo non parlare dell'Istituto di Enologia dell'Università di Scienze agricole e silvicole del nord-ovest della Cina, e del suo fondatore, il professor Li Hua, che abbiamo incontrato recentemente a Yangling, una zona di sviluppo delle scienze agricole situata un centinaio di km ad ovest di Xi'an, capoluogo della provincia dello Shaanxi. Durante la nostra visita, abbiamo scoperto che le pareti esterne dell'Istituto di Enologia sono appropriatamente dipinte di rosso vinaccia! A parte questo particolare gustoso, ricordiamo che il prof. Li Hua ha studiato all'Istituto di Enologia di Bordeaux, in Francia, a partire dal 1982, ottenendo il master nel 1985, ed è rimpatriato nel 1986, gettandosi di seguito nelle attività di insegnamento e ricerca.

Il prof. Li Hua ha iniziato a occuparsi di enologia per caso, ed è stato proprio questo ad accelerare lo sviluppo del vino in Cina:

"Mi sono occupato di enologia per puro caso. Infatti faccio parte del primo gruppo di laureati cinesi inviati nel 1982 all'estero dalla Cina tramite esame per seguire i corsi di dottorato di ricerca. Al tempo il governo cinese aveva firmato un accordo con la Francia, per cui duecento studenti cinesi, fra cui io, dopo un esame sono andati in Francia a seguire i corsi di ricerca. Prima avevo studiato frutticoltura. Allora i funzionari del Ministero dell'Istruzione cinese ritennero che in Francia alcuni studenti dovessero occuparsi di uva e il vino, per cui sono stato scelto da loro, ed ho studiato enologia."

Terminati gli studi, il prof. Li Hua è tornato in patria, gettandosi subito nell'insegnamento del settore enologico. In merito all' Istituto di Enologia, ormai famosissimo nel settore enologico nazionale, egli ha ricordato:
"All'inizio l'abbiamo chiamata 'laurea in viticoltura ed enologia', e su questa base nel 1994 abbiamo fondato il primo 'Istituto di Enologia' dell'Asia. L'insegnamento e le ricerche dell'istituto comprendono quattro aspetti: primo, la viticoltura, che copre le specie e la coltivazione dell'uva e la prevenzione delle malattie, allo scopo di produrre uva di ottima qualità; secondo, l'enologia, ossia le tecniche, i controlli di qualità, la chimica, ecc., con l'obiettivo di esprimere perfettamente la qualità dell'uva nel vino; terzo, i progetti enologici, ossia il razionale allestimento delle aziende vinicole, gli impianti e le infrastrutture, fornendo le condizioni necessarie e le tecniche razionali per la trasformazione dell'uva in vino; quarto, la gestione del mercato. Noi produciamo vino per offrirlo ai consumatori, quindi senza ricerche di mercato, il vino prodotto potrebbe rimanere invenduto. In questo senso, possiamo dire che il nostro insegnamento copre l'intero percorso dalla vigna alla tavola."
"Quanto alla viticoltura, curiamo due grandi aspetti: uno è rappresentato dalle ricerche sulle varietà di vitigni, che introduciamo dalle varie parti del mondo, scegliendo poi quelli adatti alla coltivazione nelle varie zone climatiche della Cina; il secondo è la creazione di nuove varietà di vitigni tramite incroci fra quelli esistenti e risorse di flora selvatica, o in forma genetica. Nella produzione, utilizziamo soprattutto varietà introdotte dalla Francia, perchè dai risultati della coltivazione degli ultimi anni emerge che sono le più adatte. Inoltre abbiamo una varietà da noi sviluppata, Ecolly, che contiene il suffisso eco-(logico), perché ha una forte capacità di adattamento all'ambiente e di resistenza alle malattie."

Dopo decine d'anni di insegnamento, l'Istituto di Enologia ha già formato un gran numero di professionisti che hanno dato grandi contributi al rapido sviluppo del settore vinicolo cinese, per cui il prof. Li Hua ha detto:
"Abbiamo già formato oltre mille laureati. Ora abbiamo più di 500 studenti, un centinaio dei quali impegnati nei corsi di ricerca. La dimensione attuale delle iscrizioni è maggiore del passato, quando ogni anno avevamo solo una classe di una trentina di persone. A partire dal 2000 abbiamo ingrandito la dimensione, passando a 120 persone all'anno. Quanto al corpo insegnanti, abbiamo una trentina di professori interni e una decina di esterni, per un totale di una cinquantina di persone."
Se lo sviluppo dell'Istituto di Enologia è stato rapido, lo è anche la diffusione del vino in Cina. Oggi sempre più vini importati entrano nella vita dei cinesi, il che esercita un forte impatto sui produttori nazionali. Il fatto è che dopo aver provato il vino occidentale, i consumatori cinesi avanzano maggiori richieste a quello interno. Al fine di rendere il vino cinese qualitativamente di livello mondiale, il prof. Li Hua e il suo Istituto si sono impegnati a fondo:
"Ogni anno organizziamo delle attività di scambi internazionali. Il 20 aprile teniamo la giornata della cooperazione con l'Organizzazione internazionale del vino. Ogni due anni organizziamo una classe internazionale di ricerche sull'uva e sul vino, ed ogni anno dispari un convegno. Ogni anno moltissimi esperti interni ed esteri partecipano alle nostre attività e sicuramente non possono mancare quelli italiani, provenienti da Verona, Piacenza, Alba e altre zone di produzione Nel 2007 una delegazione italiana di una cinquantina di esperti è venuta qui in visita."
Come un insegnante di enologia, il prof. Li Hua ha visitato quasi tutte le zone vinicole italiane. Parlando delle sue impressioni, egli ha detto:
"I vini italiani hanno delle caratteristiche speciali secondo la zona di produzione, e io non trovo che ce ne siano di migliori in assoluto. Ogni vino DOC ha il proprio stile, una cosa che dobbiamo apprendere dall'Italia. L'unificazione dello stile del vino cinese è troppo grave. Il vino di per sè è molto vario, per cui non trovo che esistano delle zone migliori o peggiori. Personalmente amo i prodotti di Verona e della Sicilia. Sono stato in Sicilia per un mese, dove i ritmi di vita sono lenti. Tornando la sera dal mare, è un vero piacere consumare dei frutti di mare accompagnati da del bianco secco..."
La lunga storia del vino italiano ha portato alla sua alta qualità. Invece una ventina di anni fa in Cina nessuno si intendeva di qualità del vino. Ricordando la situazione di allora, il prof. Li Hua ci ha detto:
"Nel 1986, quando sono rimpatriato, il vino cinese era fondamentalmente un misto di diversi tipi, senza alcun collegamento con gli standard internazionali. Ritornato in patria, ho voluto cambiare questa situazione, unificando il vino cinese con quello mondiale. Per fare una cosa del genere, occorreva cominciare dall'insegnamento. Per cui abbiamo istituito il primo corso cinese di laurea in viticoltura ed enologia, formando gli studenti. Nel frattempo ci siamo impegnati nella promozione di nuovi standard e tecnologie nelle aziende vinicole del paese, creando un sistema fondamentale dall'uva al vino e al mercato vinicolo. Tramite una ventina d'anni di sviluppo, il vino cinese ha visto dei profondi cambiamenti. Dal punto di vista del prodotto in sè, il vino di cui parliamo oggi è completamente diverso da quello del passato. Oggi sia il vino cinese che il vino italiano seguono gli stessi standard, sono tutti fatti di uva fermentata, un cambiamento essenziale per il nostro vino. Visto che siamo partiti in ritardo nella produzione di vino, abbiamo cooperato con i colleghi di molti paesi, anche italiani, nelle zone di produzione e nelle specie di uva, e proprio grazie a questa cooperazione molti impianti italiani sono stati importati dal settore vinicolo cinese. Le tecniche più avanzate introdotte comprendono la vasca di fermentazione Ganimede, e le linee di riempimento."


Stefano.

Nessun commento:

Posta un commento