mercoledì 7 novembre 2007

Proprietà dei cibi -news




In relazione a quanto visto pochi giorni fa riguardo alle proprietà dei cibi, riporto queste notizie recenti. Da un lato le proprietà anti-dolore, dall'altro quelle afrodisiache (con qualche dubbio su alcune conclusioni...).


Da corriere.it (riveduto e corretto, ndr):



La dieta anti- dolore si comincia ad abbozzare. Radici, ortaggi e spezie che attivano recettori cellulari scatenanti sofferenza cominciano ad essere più di uno. La loro azione sembra essere quella, pasto dopo pasto, di riuscire ad alzare la soglia di resistenza di un individuo. Dopo il peperoncino (la capsaicina è la molecola che attiva uno specifico recettore: Trpv1), ecco il wasabi. La radice di rafano che compone l'intingolo che accompagna il pesce crudo (sushi) è stimolante di un altro recettore cellulare del dolore ( wasabi receptor: Trpa1). E come il rafano si comportano aglio, cannella, senape, olio di mostarda.



Gli effetti indesiderati, ma anche piacevoli per gli intenditori, che si avvertono mangiando questi cibi sono espressione della loro azione sui canali dolorifici della membrana delle cellule nervose periferiche: il canale della capsaicina e quello del wasabi. Gli occhi che lacrimano, la gola che si stringe, il pizzicore... Le cellule ricevono un impulso simile a un sms con scritto: «Allarme, c'è qualcosa di nocivo che sta attaccando». Attraverso le vie nervose, l'sms arriva al cervello che fa scattare l'emergenza: difesa immunitaria anti intrusi, molecole antinfiammatorie ed endorfine (la morfina naturale dell'organismo). Il recettore della capsaicina è noto da anni e, negli Stati Uniti, farmaci derivati dalla molecola del peperoncino sono già in fase III di sperimentazione clinica sull'uomo per il dolore neuropatico e l'herpes da «fuoco di Sant'Antonio». Agirebbe anche su parte di quei dolori senza causa che sembrano derivare da «memorie » registrate a livello nervoso. Come la sindrome dell'arto fantasma negli amputati: il piede fa male, ma il piede non c'è più.








Ora c'è il nuovo recettore, quello del wasabi, che si attiva anche in caso di stress ossidativo (per esempio a causa dei radicali liberi attivati dal sole sulla pelle: insomma la sofferenza di chi si «brucia ») o a causa di inquinanti come il fumo passivo o lo smog cittadino (bruciore agli occhi, alla gola, la tosse irritativa), balzato ieri a livelli di massima attenzione dopo che l'edizione online della prestigiosa rivista americana Proceedings of the national academy of sciences (Pnas) ha pubblicato il lavoro di un gruppo di ricercatori della Facoltà di medicina dell'università di Firenze.



Che cosa hanno scoperto? Un nuovo meccanismo di trasmissione del dolore che apre la strada a una maggiore conoscenza di come si attiva l'impulso negativo (dolore) e di come si può sopprimere. Spiegano in responsabili: «Ora miriamo a sviluppare farmaci innovativi, con effetti avversi minimi o nulli, capaci di lenire il dolore acuto e cronico (...). Una nuova classe di medicine efficaci contro quei tipi di dolore (neuropatico, oncologico, emicrania e molti da causa infiammatoria) che non possono essere trattati dagli attuali analgesici». Ma il risvolto immediato può essere proprio una sorta di menù desensibilizzante, in grado di alzare la soglia di percezione del dolore. E, sorpresa, la tradizione collima con la scienza: peperoncino, aglio, rafano, zenzero, sono da secoli la panacea di popolazioni che vivono in situazioni climatiche estreme e in condizioni di lavoro estreme. Il wasabi, invece, arriva da una tradizione che ha nella resistenza al dolore uno dei cardini d'onore: il popolo dei samurai ha regole in cui il wasabi ha ragione d'essere.

Da Googlenews.



L’eros e’ soprattutto attrazione fisica e psichica tra uomo e donna ma e’ anche una questione alimentare: una cenetta intima ‘a lume di candela’ a base di salami piccanti, pecorino, bistecca di carne chianina, Nduja calabra, risotto alla milanese, puo’ risvegliare l’appetito sessuale. E’ quanto emerge da una indagine, svolta dal Club per Single ‘Eliana Monti’, su un campione di 600 uomini e donne di eta’ tra i 18 e i 50 anni. Gli alimenti capaci di contrastare l’apatia sessuale, il calo di ‘appetito’ sessuale, di far impennare l’erotismo, sono dunque: salami piccanti, pecorino, risotto alla milanese, bistecca di carne chianina e Nduja calabra, molto piu’ di fragole, ostriche e cioccolato. E, a sorpresa, tra i nuovi cibi afrodisiaci, al primo posto c’e’ la nduja calabra, salame morbido e piccantissimo, che per il 24% degli intervistati avrebbe proprio per il peperoncino contenuto un elevatissimo potere afrodisiaco: al secondo posto il risotto alla milanese con il 18% delle preferenze.

Voglio aggiungere una mia osservazione: risotto alla milanese afrodisiaco? Ma come fa solo uno a farselo venire in mente quando parla di cibi afrodisiaci? Boh. Diciamo che sarei curioso di verificare l'attendibilità del campione intervistato....



Stefano

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