Da Corriere.it del 05/07/2007
Proposta shock della Unione Europea
I produttori contro i vini- Frankenstein
Mischiare varie qualità di vino europeo per battere la concorrenza dei low cost extra-comunitari. I vinicoltori: «Inaccettabile»
Mischiare varie qualità di vino europeo per battere la concorrenza dei low cost extra-comunitari. I vinicoltori: «Inaccettabile»
LONDRA – E’ rivolta tra i vinicoltori europei. Tutta colpa delle nuove proposte comunitarie che accoglierebbero la produzione di vini-Frankenstein per combattere il fiume di vino a basso prezzo in arrivo dal «nuovo mondo».
MIX LOW COST - Australia, California e Cile hanno letteralmente invaso il mercato europeo con vini spesso di bassa qualità, che però vendono ad una frazione del prezzo dei vini locali. Una proposta della commissione europea, che potrebbe presto diventare legge, permetterebbe per la prima volta di mischiare vini provenienti dai diversi paesi dell’area UE, il che aumenterebbe la competitività dell’industria vinicola europea e produrrebbe una forte incremento di vini «cheap», così da soppiantare quelli provenienti attualmente da paesi extra-comunitari. Un portavoce del commissario per l’agricoltura dell’Ue, Mariann Fischer-Boel, ha dichiarato al Guardian: «Al momento la miscelazione di vini di paesi diversi non è possibile, ma lo diventerebbe sotto il nuovo disegno di legge, che incrementerebbe la produzione di vino a basso livello. Potremmo chiamarlo vino europeo».
CONTRARI - Ma i produttori italiani, francesi e spagnoli si sono dichiarati contrari alla radicale proposta, definendola una via sicura per l’impoverimento del mercato. Riccardo Ricci Curbastro, produttore di vari tipi di vino, fra cui il Sangiovese, ha dichiarato al giornale: «L’idea del vino europeo di bassa qualità non mi sembra molto intelligente. Noi crediamo che non sia una misura necessaria. Non c’è alcun futuro nella miscelazione di vini a basso prezzo e lo abbiamo fatto presente alla commissione». Ricci Curbastro ha aggiunto: «La semplificazione dell’etichettatura dei vini, proposta dalla commissione, avrebbe l’effetto di far crollare la fiducia nel prodotto. Si potrebbero prendere delle uve cresciute nel Chianti, trasferirle in Svezia per il procedimento di vinificazione, e il vino verrebbe lo stesso denominato Chianti. E’ inaccettabile». Ricci Curbastro non è l’unico ad aver criticato la proposta. Christian Paly, presidente della confederazione di produttori di vino francesi, CNAOC, ha dichiarato: «Queste proposte porterebbero alla banalizzazione di vini come il Bordeaux, il Rioja e il Porto. Noi vogliamo che i vini europei riconquistino il mercato globale. Stanno crescendo di qualità ed è questa qualità che noi vogliamo portare all’estero. Questa proposta di legge destabilizzerebbe il mercato». L’Europa è attualmente leader mondiale di produzione, consumo, esportazione e importazione di vini. L’export di vini nel 2006 ha totalizzato i 3 miliardi di euro. Il consumo di vini globale è di circa 24 miliardi di litri l’anno, di cui l’Europa produce il 57%.
MIX LOW COST - Australia, California e Cile hanno letteralmente invaso il mercato europeo con vini spesso di bassa qualità, che però vendono ad una frazione del prezzo dei vini locali. Una proposta della commissione europea, che potrebbe presto diventare legge, permetterebbe per la prima volta di mischiare vini provenienti dai diversi paesi dell’area UE, il che aumenterebbe la competitività dell’industria vinicola europea e produrrebbe una forte incremento di vini «cheap», così da soppiantare quelli provenienti attualmente da paesi extra-comunitari. Un portavoce del commissario per l’agricoltura dell’Ue, Mariann Fischer-Boel, ha dichiarato al Guardian: «Al momento la miscelazione di vini di paesi diversi non è possibile, ma lo diventerebbe sotto il nuovo disegno di legge, che incrementerebbe la produzione di vino a basso livello. Potremmo chiamarlo vino europeo».
CONTRARI - Ma i produttori italiani, francesi e spagnoli si sono dichiarati contrari alla radicale proposta, definendola una via sicura per l’impoverimento del mercato. Riccardo Ricci Curbastro, produttore di vari tipi di vino, fra cui il Sangiovese, ha dichiarato al giornale: «L’idea del vino europeo di bassa qualità non mi sembra molto intelligente. Noi crediamo che non sia una misura necessaria. Non c’è alcun futuro nella miscelazione di vini a basso prezzo e lo abbiamo fatto presente alla commissione». Ricci Curbastro ha aggiunto: «La semplificazione dell’etichettatura dei vini, proposta dalla commissione, avrebbe l’effetto di far crollare la fiducia nel prodotto. Si potrebbero prendere delle uve cresciute nel Chianti, trasferirle in Svezia per il procedimento di vinificazione, e il vino verrebbe lo stesso denominato Chianti. E’ inaccettabile». Ricci Curbastro non è l’unico ad aver criticato la proposta. Christian Paly, presidente della confederazione di produttori di vino francesi, CNAOC, ha dichiarato: «Queste proposte porterebbero alla banalizzazione di vini come il Bordeaux, il Rioja e il Porto. Noi vogliamo che i vini europei riconquistino il mercato globale. Stanno crescendo di qualità ed è questa qualità che noi vogliamo portare all’estero. Questa proposta di legge destabilizzerebbe il mercato». L’Europa è attualmente leader mondiale di produzione, consumo, esportazione e importazione di vini. L’export di vini nel 2006 ha totalizzato i 3 miliardi di euro. Il consumo di vini globale è di circa 24 miliardi di litri l’anno, di cui l’Europa produce il 57%.
Deborah Bonetti
Ho messo questo pezzo del Corriere.it perchè mi sembra doverosa una riflessione.
RispondiEliminaQuesta "simpatica" istituzione dell 'Unione Europea che si diverte a dirci quanta pubblicità ci deve essere tra il primo e il secondo tempo dei film, che permette la cioccolata senza cacao, che ci è stata imposta(in Italia non è mai stato fatto un referendum...)come un dono meraviglioso...adesso ne pensa un'altra.
Ci sono vini low cost che vengono "da fuori"? Rispondiamo loro con i nostri prodotti di qualità, direbbe uno poco, poco intelligente.
Ed invece no, facciamo le "zozzate" pure noi.Mischiamo tutto pure noi.
Ma io dico, a questi signori, che non riescono neanche a mettersi d'accordo su quante pagine deve essere il regolamento di condominio, alias la costituzione europea,perchè non pensate ad altro ?
Anzi,visto che siamo in piena stagione balneare, perchè non andate tutti al mare ?
Per completezza di cronaca va detto che, oltre questa ignobile proposta (credo lontana proprio dai canoni del made in italy, non solo dei vini di qualità), ce ne sono altre relativamente interessanti come un finanziamento importante per la promozione del vino nel mondo e il divieto dell'uso di zucchero per aumentare la gradazione alcolica (tipico dei paesi del nord, Germania in testa).
RispondiEliminaComunque sono proposte del commissario che devono passare il vaglio della commissione, ma penso che ci sarà una lunga battaglia negoziale.
Sul giudizio complessivo della UE sono sostanzialmente d'accordo. L'unica cosa positivba che gli riconosco è un incremento dell'informazione e un limite alle zozzate che i nostri politici da sempre fanno. Basti pensare che i procedimenti contro l'Italia fino ad oggi (secondo una statistica della stessa UE) superano di gran lunga quelli contro tutti gli altri paesi. Se ritrovo la statistica la pubblico.
Che siano proposte era chiaro anche dal titolo...altrimenti avrei utilizzato il verbo al passato((Hanno fatto....").
RispondiEliminaRiguardo al finanziamento per la promozione del vino nel mondo, personalmente sono sempre stato contro piogge di soldi dati a caso e rimango dell'idea che un buon prodotto non deve necessariamente spendere un fiume di soldi per la pubblicità.
E per molti dei nostri vini è questo il caso.
Questi finanziamenti proprio non si possono classificare come "pioggia di soldi", tutt'altro: sono molto focalizzati.
RispondiEliminaConsidera poi che non sono per la pubblicità ma per la promozione (ci sono parecchie differenze).
E sopratutto che sull'ultima tua affermazione non sono affatto d'accordo. Senza entrare in tecnicismi, avere un buon prodotto ma non comunicarlo, in un settore dove l'offerta abbonda, equivale a non averlo. Altrimenti la competizione si basa solo sul prezzo e non siamo competitivi.
Le opinioni sono personali e quindi sempre rispettabili, ma nel campo enologico le aziende piu' importanti non spendono che pochissimi spiccioli in pubblicità.
RispondiEliminaIl nome, che nel tempo si è affermato, è una garanzia di prodotto buono.
Non c'è tecnicismo che tenga quando pensi che per alcune Cantine, rigorosamente in maiuscolo, il massimo della comunicazione è rilasciare interviste che non abbiano nè foto del Patron, nè della Tenuta.
E parlo di Cantine che prodocono bottiglie, a prezzi medio alti, che vanno ogni anno esaurite.
Tornando invece sulla prima parte dell'argomento...effettivamente non so come e dove verranno elargite queste mastodontiche somme,per cui rischio di scendere nel generico:"So tutti soldi buttati!"
Spero non sia così, ma l'esperienza, almeno quella italica, mi ha insegnato ad esser diffidente, estremamente diffidente.
E non rintraccio nessuna Cantina che si è fatta grande con una promozione fatta con i soldi, passami il termine, "statali".
Anzi ti potrei fare un elenco di cantine che da quando son passate da mani private ad altre mani, decisamente meno private, sono retrocesse su tutte le classifiche nazionali ed internazionali...
Qui si parla di vino, non dimentichiamolo.
Ti ripeto che non è un discorso di pubblicità: dai retta a me (e si bbono, no?). Inoltre bisogna intendersi sui destinatari dei nostri discorsi: se parliamo di sistema viticolo italiano o di pochi grandi.
RispondiEliminaIn ogni caso per tutti, meno che per chi vende il vino sfuso al paese forse, i destinatari della promozione non sono necessariamente i clienti ma ci sono anche e sopratutto i distributori. Poi sul discorso delle forme di promozione verso i clienti ne avrei parecchie da dire, ma non è questo il caso.
E comunque il sistema viticolo italiano non è fatto solo da Bolgheri e Caprai, ma anche da un sottobosco di tantissimi imprenditori che non necessariamente esauriscono la produzione. Anzi, direi che se così fosse non ci sarebbe tutta questa preoccupazione verso la concorrenza.
Un altra cosa che mi fa riflettere è il pensare che necessariamente il vino lo compri solo chi se ne intende, ma il mercato non è solo quello e quindi con il nome ci fai poco. Il nome e il prodotto sono leve di mercato ma non è le uniche e per molti neanche la più importante.
Non vorrei apparire sborone, ma le mie non le considero opinioni. Questo perchè anche se si parla di aziende vinicole si parla pur sempre di aziende e quindi di organizzazioni che hanno le stesse necessità di tutte le altre.
Il sistema è composto da grandi e da piccoli, almeno quello a cui io faccio riferimento.
RispondiEliminaE quando parliamo di promozione verso i distributori si sta già andando oltre:il prodotto è già fatto.
E se il prodotto è buono, colui che lo vuole lo riesce a trovare in ogni modo.
Inoltre non conosco distributori che, andando contro i propri interessi, non lavorerebbero un prodotto che tira, solo
perché non è supportato da promozioni o pubblicità.
Il mercato dovrebbe esser fatto da domanda e offerta. Se c’è domanda di quel prodotto, anche se esso è di nicchia,
alla fine lo si trova anche al supermercato.La storia recente del vino ne è la conferma.
Mettici anche che siamo nell'epoca di internet, nell'epoca in cui ogni cantina (vedi che ho scritto minuscolo?hai capito
il significato?)ha il suo sito. E spesso vende attraverso di esso.
Quanto ai punti seguenti due cose mi fanno riflettere: il discorso sulla concorrenza che non capisco( a proposito Caprai è il nome di una Cantina, Bolgheri una zona di produzione...o sbaglio?) e l'affermazione che con il nome ci fai poco.
Se fosse come dici tu i marchi (ed i nomi dei prodotti ad essi collegati) piu' prestigiosi dell'enologia italica costerebbero due euro e non mi sembra...
L'unica cosa su cui concordo è che le aziende vinicole sono pur sempre aziende, tuttavia basterebbe vedere come
sempre piu' spesso sono organizzate, fiscalmente e giuricamente, per rendersi conto che i pregi e i difetti della
produzione e della distribuzione non hanno bisogno di studi estremamente teorici.Ma qui si va sull'estremamente tecnico.
Poi, per tornare in topic, mi piacerebbe sapere perchè ogni volta che ci sono fondi da "regalare" vanno dritti alla promozione e quasi mai vengono dati al fine di migliorare "ambienti" e tecniche di lavorazione,ma qui il discorso si farebbe molllllllto lungo e non ho nè voglia, nè tempo.
Notando, con piacere e rammarico, che anche tu su questa parte( che era l'ultima del mio precedente intevento) hai sorvolato.
Dimenticanza voluta, univocita' di veduta oppure "mancanze di elenchi" da contrapporre ?
Sinceramente non credo proprio che un imprenditore la veda così. Basta vedere la reazione alla notizia dei contributi per la promozione. Comunque effettivamente siamo finiti off topic.
RispondiEliminaSu una cosa però hai ragione: ho sbagliato sull'abbinamento bolgheri-caprai. Ti concedo di darmi un cazzotto sulla spalla (poi però te ne do un po' io per altre cose che hai detto tu...).
Per tornare in topic, penso che di aiuti economici (tra aiuti diretti, finanziamenti agevolati, interventi di sostegno, e così via) ne ricevano già abbastanza, tra piano agricolo europeo e ministero dell'agricoltura.
PS sei un cazzone (e pure un pò panato).
Ma perchè non si vede la mia risposta ?
RispondiEliminaPedocchiu l'hai levata ?!
A forza di parlar di vino ti sei ubriacato....non lo reggi!
RispondiEliminaHai tolto la mia risposta...non vale !!!
RispondiEliminaStai diventando il classico capoccione universitario:"la verità la conosco solo io e voi non capite 'na ceppa !"
Pensandoci bene, in verità il processo di teorizzazione acuta era già cominciata da tempo: i risultati al Melmo ne sono la conferma !
Battuta regolare...15-0.
Vedo che la prendi male e che la butti sul personale.
RispondiEliminaSicomme sta diventando una polemica sterile, iniziata da te tra l'altro, per quanto mi riguarda la chiudiamo qui.
PS se leggessi meglio (o meglio se leggessi...) le istruzioni del blog, vedresti che non si possono togliere i commenti.
Io l'unica cosa che butto è l'acqua con cui pulisco il bicchiere !
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