Italiani un po’ più sobri, decisamente più bravi a selezionare le eccellenze, saldamente leader del mercato mondiale e, alla fine, più ricchi grazie all’industria vitivinicola. Questa la sintesi degli ultimi dieci anni di trasformazioni del settore analizzati in profondità dal “Rapporto sul settore vitivinicolo 2007”, realizzato da Unioncamere con la collaborazione dell’Istituto Guglielmo Tagliacarne e Nomisma.
Obiettivo primario del Rapporto, presentato oggi, è quello di fornire un utile strumento conoscitivo a imprese, studiosi, policymakers sia delle recenti performance del settore vitivinicolo italiano sui mercati europei e mondiali, sia delle dinamiche del settore in termini di crescita imprenditoriale e produttiva, con particolare attenzione ai vini di pregio - V.Q.P.R.D., vini di qualità prodotti in regioni determinate (DOC e DOCG) - e a quelli IGT, principali responsabili del successo del Made in Italy nel mondo.
Nei dieci anni analizzati – dal 1995 al 2005 – il settore vitivinicolo nazionale ha conosciuto profonde trasformazioni produttive e nei comportamenti dei consumatori: la quantità di vino prodotta si è ridotta del 4,5%, il consumo interno è diminuito del 10,4%. Nonostante ciò, l’Italia ha mantenuto e consolidato la propria quota di export mondiale (il 18%), un valore secondo solo quello dei cugini francesi (oggi al 35,5% del mercato ma in forte calo rispetto al 44,6% di inizio decennio) e, soprattutto, ha visto lievitare - fino a raddoppiarsi - il saldo della bilancia commerciale del vino, passato da 1,68 a 3,38 miliardi di dollari. Per le imprese leader del settore il fattore che più ha inciso (il 71,4%) sulla crescita del fatturato italiano di questi anni risiede nelle competenze di marketing prima ancora che in quelle tecnologiche e produttive. (toh..guarda, ndr). Per i prossimi anni, però, ancora più importante (l’85,7%) sarà la capacità di controllare o sviluppare la rete distributiva. (toh..guarda, ndr).
Un obiettivo condiviso anche dal Ministro per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Paolo De Castro. “Per vincere le sfide del futuro dobbiamo lavorare sulla qualità (toh...guarda,ndr), quella percepita dai consumatori (toh...guarda, ndr), e sull’organizzazione efficiente delle filiere (toh...guarda, ndr), anche costruendo nuovi rapporti con i canali commerciali e la distribuzione moderna. Dobbiamo inoltre accompagnare la definizione degli strumenti e delle politiche di sostegno del settore e delle imprese, e su questo fronte siamo impegnati a livello comunitario in vista della riforma dell’Ocm vino, a livello internazionale per lo sviluppo ulteriore delle nostre esportazioni e in ambito nazionale per la definizione di nuovi strumenti di tutela della qualità e dei consumatori attraverso la terzietà dei controlli, il nuovo ruolo dell’ICE e soprattutto per la ridefinizione dell’impianto normativo legato alla Legge 164”.
A tal fine – ha aggiunto il Ministro De Castro – “il rapporto Unioncamere rappresenta un importante contributo per supportare le scelte future di sviluppo del settore in quanto fornisce un utile strumento conoscitivo sia sulle recenti performance del settore vitivinicolo italiano sui mercati europei e mondiali sia delle dinamiche evolutive delle imprese e della produzione”.Per il Presidente di Unioncamere, Andrea Mondello, “Il settore vitivinicolo costituisce una delle realtà più rilevanti della nostra agro-industria e una delle immagini più positive dello stile di vita italiano nel mondo. Negli ultimi anni questo settore si è profondamente trasformato per rispondere con successo a sfide difficili, cercando nella qualità e nell’innovazione le chiavi del successo. Ci è riuscito al meglio, dando dimostrazione di come l’innovazione possa sposarsi con la tradizione ad una condizione: che l’asticella della qualità venga alzata per essere più competitivi. Anche per questo – ha detto Andrea Mondello - voglio sottolineare il lavoro svolto dal Ministro De Castro sul delicato tema dei controlli voluti per dare certezza ai consumatori rafforzando le caratteristiche di terzietà degli organismi di controllo. Un’attività che le Camere di Commercio assicurano con imparzialità e in modo capillare su tutto il territorio e che potrà dare risultati ancora migliori con una revisione della L. 164/94 che chiarisca i compiti rispettivi degli organi di controllo, tutela e promozione”.
Per chi fosse interessato al rapporto: clicca.
Stefano
Dai "toh guarda, ndr" di Marco deduco che:
RispondiElimina1) ha una certa ammirazione per De Castro;
2) non sa cos'è una "filiera";
:)
...piu' o meno come Stefano ha dimostrato di sapere cosa realmente è la C.C.I.A.A....
RispondiEliminaTe brucia u peperone, eh?
RispondiElimina...mi sembra che se c'è uno cotto tra noi due non sono io, o sbaglio ?
RispondiEliminata bruscia ta bruscia.......
RispondiElimina:) :) :) :) :) :) :) :) :) :) :) :)
...Eh manda a dire ai suoi alpini !!!!
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