martedì 18 dicembre 2007

Vigneti ed effetto serra



Tratto da enotime.it:


Con l’estirpazione di 200 mila ettari di vigneto (70 mila solo in Italia) la nuova OCM (Organizzazione Comune di Mercato) vino potrebbe incidere negativamente sul bilancio del carbonio e sull’effetto serra.

Basti pensare che a Montalcino (Siena) una recente indagine scientifica, condotta da importanti enti e università italiane nell’ambito del progetto PRIN del Ministero per la Ricerca, ha calcolato che un ettaro di vigneto nelle terre del Brunello (nello specifico nell’azienda Col d’Orcia) sottrae all’atmosfera circa 6 tonnellate di carbonio all’anno. Considerando che in Italia sono coltivati quasi 800 mila ettari di vigneto, la sottrazione totale di carbonio dall’atmosfera da parte della vite assume valori piuttosto significativi.


Tuttavia l’asse portante di politica comunitaria della nuova Ocm consiste nell’estirpazione volontaria di 200 mila ettari, un’operazione giustificata ambientalmente per il minor impatto dovuto alla specializzazione delle colture, al minor impiego di fitofarmaci, alla minore erosione.





Ma non sono stati valutati due aspetti importanti, evidenziano le Città del Vino: l’efficacia della vitivinicoltura per il controllo dell’effetto serra e la produzione di biocarburante. Il ricorso a fonti alternative, come le colture agricole specializzate, potrebbero rendere competitiva l’eccedenza di vino prodotta. Al tempo stesso il vigneto contribuirebbe meglio di altre colture a partecipare alla riduzione dell’effetto serra attraverso l’assorbimento di CO2, come evidenziato nella “Indagine sui flussi di materia ed energia da vigneto e da terreno nudo nell’interfilare in un sistema viticolo dell’Italia centrale”, condotta a Montalcino nell’ambito di un progetto che ha coinvolto Università di Bologna, Torino e Firenze, il Cnr di Bologna e di Sassari – Istituto di Biometeorologia.

“Le ultime ricerche scientifiche sono un serio spunto di riflessione – sottolinea il presidente di Città del Vino, Valentino Valentini -. Possiamo permetterci di buttar via ettari di vigneto che potrebbero aiutarci a combattere l’inquinamento e gli incendi, o a produrre biocarburanti ed energie alternative, come invece prevede la riforma Ocm? Riteniamo che l’agricoltura tradizionale e di qualità, come quella della vite e del vino, non produca effetto serra, anzi se biologicamente corretta può essere una buona pratica per la tutela e la salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio. Anche per questo motivo – conclude Valentini – riteniamo che sulla riforma dell’Ocm vino ci sono diversi aspetti da modificare”.


Da una parte la cosa fa riflettere, dall'altra è triste che certe cose escano fuori solo quando si è nell'imminenza dell'irreparabile.



Stefano

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