giovedì 6 dicembre 2007

I falsi alimentari italiani

E' bello essere i primi? I primi nel mondo per varietà e qualità dell'enogastronomia. Superiori, e anche discretamente, alla più celebrata Francia che se non altro ci supera per la capacità di valorizzare i propri prodotti che noi non abbiamo, chiusi nella nostra visione product oriented. Io la penso così, e non sono l'unico.

Sta di fatto che essere i migliori implica sempre una certa dose di copiatura da parte degli altri. Niente di male finchè ciò rientra nel campo del cosidetto benchmarking. Molto peggio invece, quando questo si tramuta in falsi che circolano nel mondo facendo credere che siano italiani, rovinando così non solo il mercato ma anche la nostra immagine. Nel VII Forum internazionale dell'agricoltura e dell'alimentazione di Cernobbio, di ottobre, si è parlato proprio di questo.

Di seguito pubblico il resoconto del sito newsfood:

Una vera galleria degli orrori con cento falsi alimentari d’autore che vanno dal Chianti californiano alla Fontina svedese, dalla Ricotta australiana alla Mortadella Bologna fatta con il tacchino a inquietanti imitazioni di gorgonzola, soppressata calabrese, salame toscano, asiago, pomodori San Marzano e addirittura polenta “spacciate” come italiane, è stata inaugurata dal presidente della Coldiretti Sergio Marini a Cernobbio nell’ambito della mostra “Falsi dal mondo: pezzi unici provenienti dai diversi continenti”, aperta nell’ambito del Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione organizzato da Coldiretti e Studio Ambrosetti.

Una esposizione completa che ha portato alla luce il fenomeno crescente della pirateria agroalimentare internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale: dai formaggi ai salumi, dal caffè ai biscotti, dall’olio di oliva ai condimenti, dalla pasta ai vini.

All’estero - stima la Coldiretti - è falso piu’ di un prodotto alimentare italiano su quattro, con le esportazioni dall’Italia che raggiungono il valore di 16,7 miliardi di euro e rappresentano appena un terzo del mercato mondiale delle imitazioni di prodotti alimentari Made in Italy che vale oltre 50 miliardi di euro.


In altre parole - precisa la Coldiretti - le esportazioni di prodotti agroalimentari Made in Italy potrebbero quadruplicare se venisse uno stop alla contraffazione alimentare internazionale che è causa di danni economici, ma anche di immagine.
Il rischio reale è che si radichi nelle tavole internazionali un falso Made in Italy che toglie spazio di mercato a quello autentico e banalizza le specialità nostrane frutto di tecniche, tradizioni e territori unici e inimitabili.

E’ il caso - spiega la Coldiretti - dei formaggi tipici dove il Parmesan è la punta dell’iceberg diffuso in tutto il mondo, ma c’è anche il Romano prodotto nell’Illinois con latte di mucca anziché di pecora, il Parma venduto in Spagna senza alcun rispetto delle regole del disciplinare del Parmigiano Reggiano o la Fontina danese e svedese molto diverse da quella della Val d’Aosta, l’Asiago e il Gorgonzola statunitensi o il Cambozola tedesco imitazione grossolana del formaggio con la goccia.

La lista è lunga - precisa la Coldiretti - anche per i salumi con la presenza sulle tavole del mercato globale di pancetta, coppa, prosciutto Busseto Made in California, ma anche di falsi salami Toscano, Milano e addirittura di soppressata Calabrese tutelata dall’Unione Europea come prodotto a denominazione di origine.
E non mancano casi di imitazione tra i prodotti simbolo della dieta mediterranea come il Pompeian olive oil che non ha nulla a che fare con i famosi scavi, ma è prodotto nel Maryland, o quello Romulo dalla Spagna con la raffigurazione in etichetta di una lupa che allatta Romolo e Remo.

Spaghetti napoletana, pasta milanesa, tagliatelle e capellini milaneza prodotti in Portogallo, linguine Ronzoni, risotto tuscan e polenta dagli Usa e penne e fusilli tricolore Di Peppino prodotti in Austria sono alcuni esempi di primi piatti taroccati mentre tra i condimenti risaltano i San Marzano: pomodori pelati “grown domestically in the Usa” o i pomodorini di collina cinesi e la salsa Bolognese dall’Australia.

Non sfugge al tarocco anche il vino simbolo del Made in Italy come il Chianti “clonato” nella Napa Valley in California mentre tra le curiosità da ricordare l’Amaretto Venezia prodotto in Germania in una bottiglia la cui forma imita quella dell’Amaretto di Saronno, il caffè Trieste italian roast espresso prodotto in California con confezione tricolore come i biscotti Stella d’oro prodotti nello Stato di New York (USA).

I Paesi dove sono piu’ diffuse le imitazioni sono Australia, Nuova Zelanda e Stati Uniti dove - denuncia la Coldiretti - appena il 2 per cento dei consumi di formaggio di tipo italiano sono soddisfatti con le importazioni di formaggi Made in Italy, mentre per il resto si tratta di imitazioni e falsificazioni ottenute sul suolo americano con latte statunitense in Wisconsin, New York o California.


Ma a preoccupare sono anche le tendenze di Paesi emergenti come la Cina dove il falso Made in Italy è arrivato prima di quello originale e rischia di comprometterne la crescita.
“Siamo di fronte a un inganno globale per i consumatori - ha rilevato il presidente della Coldiretti Sergio Marini - che causa danni economici e di immagine alla produzione italiana e che sul piano internazionale va combattuto cercando un accordo sul commercio internazionale nel Wto ma è anche necessario fare chiarezza a livello nazionale ed europeo dove occorre estendere a tutti i prodotti l'obbligo di indicare in etichetta l'origine dei prodotti alimentari.

Alcuni falsi made in italy scovati dalla Coldiretti:

America:
PASTA - Linguine Ronzoni prodotte in Pennsylvania; Penne rigate golden grain, prodotte nel Missouri “pomodoro style”; Risotto Tuscan prodotto in California con bollino “organic” dell’Usda; Risotto creamy Parmesan, prodotto in California “Eco-farmed gluten free”; Polenta, prodotta in California.

FORMAGGI – Asiago cheese, prodotto negli Stati Uniti, Provolone prodotto nel Wisconsin (Usa); Provolone organic valley, prodotto negli Stati Uniti; Bel Gioioso mild Provolone, prodotto nel Wisconsin; Provolone Stella, prodotto nell’Illinois; Mozzarella premium qualità cheese, prodotta negli Stati Uniti; Mozzarella, prodotta nel Minnesota; Bel Gioioso fresh Mozzarella “easy to slice for Caprese salad” prodotta in Wisconsin; Mozzarella fresca, prodotta in California “traditional whole milk ricotta”; Organic Mozzarella cheese, prodotta in Wisconsin; Formaggio filante (string cheese) prodotto nel Texas “lowmoisure part skim mozzarella cheese”; Parmesan Cheese, prodotto nell’Oregon; Gorgonzola Mezzaluna, prodotta nel Wisconsin “italian famous blue cheese aged over 90 days”; Romano cheese, prodotto nell’Illinois; Organic.

SALUMI - Prosciutto Busseto, prodotto in California; Mortadella, prodotta in California; Bologna, prodotti imitazione della mortadella a base di carne di maiale e pollo o di tacchino (Turkey Bologna;.Parmesan cheese Stella, prodotta nell’Illinois; Romano cheese Stella, prodotto nell’Illinois “made from caw’s milk”; Salame Toscano, Italian dry salame, Sopressata, Sopressata Calabrese, Pancetta, Dry Coppa, prodotti in California.

CONDIMENTI - Contadina (Roma style tomatoes): salsa e conserva di pomodoro prodotta in California; Di Napoli: peeled tomatoes “Italian Style” prodotti in California; San Marzano: pomodori pelati “grown domestically in the Usa”; Classico traditional basil Pesto”, prodotto in Pennsylvania; Dipping Seasonning: quattro condimenti: rosa maria, parmesan blend, tuscany blend, sicilian blend prodotto in Illinois.

OLI - Olio Pompeian, prodotto nel Maryland “Extra virgin olive oil first cold press”.

VINI – Chianti Forest Ville: vino con indicata la scritta Sangiovese-Chianti prodotto in California; Tuscan Moon: vino con indicata la scritta Sangiovese prodotto in California.

BISCOTTI - Stella d’oro biscotti, prodotti nello Stato di New York.

CAFFE’ - Caffè Trieste: italian roast espresso prodotto in California.

Australia:
FORMAGGI - Mozzarella, Ricotta, Parmesan (Perfect italiano, con bandiera italiana riportata sull’etichetta); Parmesan (Fresh grana cheese).

CONDIMENTI - Bolognese (Pasta sauce) salsa.

Asia:
FORMAGGI - Parmeson prodotto in Cina, Pecorino (Italian cheese) prodotto in Cina con raffigurazione sulla confezione di una mucca e della bandiera italiana); Caciotta (Italian cheese) prodotta in Cina con bandiera italiana sulla confezione.

CONDIMENTI - Pomodorini di collina (prodotti da una società cinese e presentati al salone internazionale dell’alimentazione di Parigi), Pomodori pelati in succo di pomodoro, prodotti in Cina.

Europa:
PASTA - Spaghetti Napoletana, Pasta Milanesa, Tagliatelle e Capellini Milaneza, prodotti in Portogallo; Spaghetti (Mit tomatensauce/quattro formaggi) prodotti in Germania, Penne e fusilli tricolore di Peppino, prodotti in Austria.

FORMAGGI - Pamesello formaggio prodotto in Belgio; Parma formaggio grattugiato prodotto in Spagna; Cambozola Classic, prodotto in Germania; Swedish-Style, prodotta in Svezia; Fontina, prodotta in Danimarca; Mozzarella, prodotta in Belgio.

CONDIMENTI - Bolognese, salsa al basilico (ma senza ragù) prodotta in Estonia.

OLI - Romulo (Extra virgin olive oil) prodotto in Spagna con la raffigurazione in etichetta di una lupa che allatta Romolo e Remo.

VINI E ALCOLICI - Amaretto Venezia prodotto in Germania in una bottiglia la cui forma imita quella dell’Amaretto di Saronno.

Che dire se non dispiacersi soprattutto che la maggior parte di questo fenomeno sia relativa a paesi geograficamente insospettabili? Che la maggiorparte dei prodotti sia proveniente dall'America invece che dalla Cina mi lascia molto perplesso oltre che triste. E' vero che molti prodotti potrebbero non essere ancora stati scovati, ma è vero pure che più se ne trovano e peggio è!

Stefano

4 commenti:

  1. La Francia valorizza meglio ?
    A cosa ti riferisci in particolare ?


    Marco

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  2. Intendo dire che vini, baguette e formaggi francesi sono valorizzati e tutelati molto più dei nostri prodotti equivalenti. E se sui vini ci sarebbe da fare un discorso lungo, i formaggi francesi puzzano e la baguette pure, dopo che se la sono messa sotto l'ascella per portarla via.

    Ora, la forza della Francia di fare sistema e di tutelare tutti i propri prodotti indistintamente è molto più forte dei nostri regionalismi, dove ognuno si preoccupa più del suo orticello che del sistema agroalimentare nel suo complesso. Un caso Parmesan, per la Francia non l'ho ancora visto.

    Un caso di difesa del sistema è emerso recentemente in commissione UE, quando francesi e spagnoli hanno provato a far passare una direttiva sugli IGT nazionali, in questo caso per fortuna respinta.

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  3. Quello che un po' mi infastidisce è l'uso ormai diventato comune di definire le frodi, non solo quelle alimentari dei falsi d'autore, con falsi d'autore si definiscono anche copie di dipinti di grandi maestri dell'arte, sarebbe più corretto che i giornali usassero con più attenzione certi termini, altrimenti si metta tutto in un bel calderone e così sia, queste sono solo truffe e frodi nei confronti del consumatore i falsi d'autore sono ben altro, ma forse l'errore sta nella popolarità che ha raggiunto questo termine, sarebbe stato meglio che in campo artistico si fosse usato il termine copie da museo come avviene in Francia, in modo tale di non "alimentare" equivoci.

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  4. Penso che con falsi d'autore qui ci si voglia riferire al fatto che l'autore del falso non è occulto ma palese. Quello che viene occultato è la mancanza di qualsiasi legame con il prodotto copiato, che sovente è tutelato dai disciplinari dei marchi di qualità.

    In effetti il richiamo all'arte penso sia stato voluto, ma in fondo non ci vedo niente di male, specie per il vino o per quei prodotti complessi come i formaggi dove la perizia e la conoscenza del mestiere e delle tecniche sono discriminanti tra la realizzazione di un cattivo o un buon prodotto.

    In fondo il vino, secondo molti tra cui sottoscritto, è un'opera d'arte che, per quanto effimera perchè dura giusto il tempo di berla, provoca sensazioni ed emozioni vere.

    In questo senso, penso che nessun artista si debba sentire offeso.

    Stefano

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