venerdì 11 luglio 2008

Insolia 2006 – Feudo Principi di Butera.





L’insolia, insieme al nero d’avola, è l’unica uva autoctona coltivata da Zonin nei 180 ettari di vigneto quest’azienda sicilianissima di origini ma ormai non più di proprietà. Per il resto sono tutti vitigni internazionali (merlot, cabernet sauvignon, syrah, petit verdot e chardonnay).
Il colore è un giallo paglierino con riflessi dorati.
Al naso a bicchiere fermo si avvertiva anzitutto poca intensità e media ampiezza, ma era frutto evidentemente della relativa freddezza del vino. Infatti un po’ col calore delle mani e un po’ avvinandolo l’ampiezza e l’intensità sono aumentate. Non abbastanza da sentire più dei classici frutti gialli (melone e frutta tropicale) e dei fiori (tiglio su tutti). Un po’ di mandorla col tempo e con un po’ di pazienza si è avvertita. A bicchiere in movimento, il vino ringiovanisce ed emergono note di mela verde e banana.
In bocca interessante freschezza acidica iniziale e successiva sapidità. Di rilievo la struttura del vino e la lunga persistenza, con finale sull’amarognolo.
In enoteca costa sugli otto euro. Ecco uno dei classici casi di vini tecnicamente fatti bene (non gli si poteva rimproverare proprio niente) ma poco nelle mie corde. In effetti l’insolia l’ho trovato meglio come uva assemblata che in purezza.
Anche l’Inzolia di Cusumano l’ho trovata poco significativa, anche se comunque migliore di questa.

Stefano



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