Ne avevo letto bene di questo vino, un cesanese del piglio dell'azienda agricola Coletti Conti, di cui ho assaggiato il 2005. I due cesanesi laziali, sia quello del piglio che quello di affile, sono vini sempre vicini a diventare qualcosa di buono, ma mai arrivano al risultato. Considerate che qualcuno, direi eccessivamente, associa i cesanesi del piglio, in particolare, alla dizione "pinot noir del sud".
Pur avendone gradito altri, questo in particolare non mi è piaciuto per niente. E dire che dall'aspetto non si presentava neanche male. Eccessivamente morbido, al punto di risultare spesso dolciastro coprendo totalmente la tannicità. In bocca non è risultato per nulla persistente, e troppo minerale. Il tutto è stato poi condito da un'enorme quantità di posa che si era creata nella bottiglia.
Di conseguenza il costo (tra i 15 be i 25 euro) non è assolutamente giustificabile.
Stefano.
Stavo pensando che forse l'unico cesanese che io ho bevuto è stato il maggiore che tu mi hai fatto assaggiare.
RispondiEliminaChe sia stato un bene non aver esplorato oltre ?
Marco.
Non saprei dirti. Era un po' che non ne bevevo ma prima in diversi mi erano piaciuti.
RispondiEliminaE' vero che ho cambiato un po' le mie preferenze sui rossi e questo è un tipo di vino inequivocabilmente facile: molto morbido e a volte sfacciatamente legnoso. Infatti in questo senso l'avvicinamento con lo scorbuticissimo Pinot Nero non c'azzecca proprio nulla.
Da rivedere, ma non a questi prezzi.
Stefano
caro stefano
RispondiEliminaUn vero peccato che, trovandoti davanti il miglior cesanese mai prodotto non lo hai saputo apprezzare.
Del resto il paragonarlo al pinot nero del sud è un vero errore, magari lo chiamerei L'Amarone del Lazio.
devi essere proprio alle prime armi per scrivere tutte queste stupidaggini.
at salut
hai scritto un sacco di inesattezze, riprovaci sarai più fortunato.
RispondiEliminaNon ho capito se il quarto commento si riferisce al terzo o al mio post. Quindi pregherei l'anonimo di spiegarsi meglio.
RispondiEliminaIn ogni caso, le inesatezze io le ho lette nel terzo commento che denota una lettura superficiale del testo e una enosboronità mal spiegata.
Amarone del sud è simpatico!! Sono sicuro che un veronese ringrazierebbe.
Stefano
Beh, de gustibus etc etc...
RispondiEliminaPerò il Romanico è veramente un (futuro) grande vino, secondo me... Davvero un "amarone del sud", per certi versi. Anche io auspicherei un legno leggermente meno presente, ma lo trovo comunque uno splendido esempio di armonia enoica. Adoro al naso i suoi frutti rossi, il fondo leggermente speziato... I tannini ci sono eccome, ma sono levigati, vellutati... E' indubbiamente diverso dal Cesanese a cui (purtroppo) ci siamo abituati, ma decisamente in senso evolutivo...
Ciao e complimenti per il blog!
Caro Stefano, rispetto il tuo punto di vista ma non sono per nulla d'accordo. Ho avuto occasione di provare l'ultima edizione del Romanico di Coletti Conti presso l'Osteria di San Cesario di Anna Dente e l'ho trovato entusiasmante. L'ho riassaggiato il giorno di apertura del Vinitaly confermando tutte le impressioni positive che già avevo avuto, pienamente assecondato dal mio gruppo di amici in trasferta. Secondo me è elegante, equilibrato, potente ma senza essere eccessivamente muscolare, lunghissimo in bocca e con tannini vivissimi , sia pur maturi e levigati; profumi intriganti ed invitanti; giusta acidità; un vino ancora giovane che secondo me può invecchiare senza timore, migliorando ancora notevolmente.
RispondiEliminaUn amarone con ancora qualche piccola spigolatura tannica.
Grandissimo rosso!
Non ti sarà capitata una bottiglia difettosa?
Saluti da Valentino
Ciao Valentino. Devo dire che avevo avuto la tentazione anche io di riassaggiarlo al Vinitaly, ma per vari motivi non l'ho fatto.
RispondiEliminaIn ogni caso ti dico che si, è possibile che io abbia avuto una bottiglia fallata, però:
1) continuo a ritenere quel prezzo spropositato per la tipologia di vino, oltre che per quello che ho assaggiato io;
2) continuo a ritenere che l'accostamento all'amarone sia esagerato.
Pienamente disposto a ricredermi assaggiandolo nuovamente, comunque.
Stefano
Sicuramente molto tardivo il commento. Finalmente ad Affile, terra d'origine eletta dal Cesanese come suo perfetto terroir, è iniziata una produzione moderna con eccellenti prospettive.
RispondiEliminaPer ora l'unico ma ottimo prodotto che mi sento di segnalare è il "Capozzano" della cantina Formiconi. Si trova in commercio l'annata 2007 ed è prossima quella del 2008.
Credo che finalmente si conoscerà il Cesanese nelle sue massime espressioni