martedì 30 settembre 2008

I vini della vacanza...parte quinta.




Un Brunello di Montalcino senza infamia e senza lode.
Alessandro III, cantina Cecchi, anno 1999.
Aspettarsi di piu' è lecito quando si stappa un Brunello, sarebbe logico quando lo si tiene per piu' di un lustro a riposare nelle dovute condizioni.
Ed invece no.
Non colpisce, nè impressiona questo Brunello della Cecchi che appare spento, scarico, forse già svuotato di una buona parte di quello che doveva dire.
Giudizio personale, quindi sindacabilissimo, ma mi aspettavo molto di piu'.

D'altronde la storica Cantina, che ormai è arrivata a produrre oltre sette milioni di bottiglie, ha fatto una scelta di campo nel mercato estero e questo si sta inevitabilmente ripercuotendo sulla qualità dei prodotti.

Voto:5-.


Marco.

10 commenti:

  1. E che c'azecca il mercato estero con la qualità? Semmai, il fattore che potrebbe incidere è il numero di bottiglie (quantità vs qualità = ce metto dentro pure i raspi), ma anche li bsognerebbe verificare a fronte di quanti ettari e di quali vini.

    Stefano

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  2. Oddio...oddio...oddio...non si capiva che sette milioni di bottiglie sono troppe per avere una qualità decente ?

    Ma guarda questo....


    Marco.

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  3. Non so se si capiva, ma tu hai scritto un'altra cosa. E comunque non è un parametro neanche il numero di bottiglie in senso assoluto.

    Spiega bene: 7 mil. di bottiglie di brunello? o della produzione totale di Cecchi? E a fronte di quanti ettari?

    Stefano

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  4. Ok lascio perdere, mi sembra una battaglia persa....


    Marco.

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  5. Perdi colpi. Una volta ti scocciavi se ti davo una risposta di questo tipo.

    Stefano

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  6. E'che sei un capoccione che fa finta di non capirmi.
    Tanta quantità non è mai sinonimo di qualità.
    E qui chiudo...senno mi suicidio.

    Marco.

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  7. confermo che stai perdendo colpi!
    :)
    Stefano

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  8. ...o di Cecchina ?
    Forse hai parenti a Pescasseroli ?
    O hai avi a Scurcola Marsicana ?


    Marco.

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