Su segnalazione di mia sorella Simona:
Il nuovo logo bio comunitario garantirà per i prodotti confezionati che lo adotteranno la presenza di ingredienti biologici superiore al 95%, mentre ad oggi la legge consente di usarlo a partire dal 70% In etichetta dovrà anche essere indicata l'origine comnunitaria o meno delle materie prime. Queste le più importanti decisioni prese durante l'ultima riunione del Comitato Permanente Agricoltura Biologica della UE.
Il vecchio regolamento datato 1991 che ha visto nel corso degli anni numerosissime modifiche ed integrazioni sarà quindi finalmente superato. La maggior parte delle proposte di emendamento italiane, concordate con le parti interessate nel corso di diverse riunioni ministeriali, sono state accolte dalla Commissione Europea, così come altre proposte avanzate dagli altri Stati membri.
La Commissione Europea, tuttavia, ha ha presentato una proposta di modifica volta a posticipare l'obbligo di utilizzo, in attesa della creazione di un nuovo logo. Quindi, per agevolare le aziende e non imporre loro costi aggiuntivi, che andrebbero ad impattare sui consumatori, gli organi di governo della UE hanno deciso di far slittare la scadenza, inizialmente prevista per il primo gennaio gennaio 2009 al primo luglio 2010. Al fine di fare acquisire al pubblico una maggiore consapevolezza sull'importanza della scelta biologica, a fianco di una campagna promozionale orientata principalmente al mondo web sarà bandito a breve un concorso pubblico per la realizzazione del logo stesso. Le regole della competzione e le manifestazioni nelle nazioni aderenti saranno resi noti quanto prima da Bruxelles.
Commento. Biologico, biologico... si fa sempre un gran parlare di questa materia. Ora da Bruxelles sembra che abbiano trovato la luce: un nuovo logo, un po' di informazione e un incremento della quantità di biologico nel prodotto finale se confezionato. Bah... forse parto dal "sospettismo" tipico degli italiani, ma il problema direi piuttosto che è quello di controllare per bene le coltivazioni biologiche (magari senza preavvertirle della visita come avviene oggi) e di verificare che queste coltivazioni siano a debita distanza da quelle non bio. Un po' come il nucelare: è normale vietarlo per la paura radioattiva quando a breve distanza c'è chi fa lo stesso? Attenzione: con questo non voglio dire che sono d'accordo con il nucleare, anzi. Solo che il motivo per il quale fu abrogato mi sembra sciocco anzichenò. Per non dire dell'Unione Europea, che ci fa vietare il pane cotto al forno a legna e ci indica la circonferenza minima delle fragole. Da che pulpito si parla di "naturalezza"!
In sostanza, questi zuccherini su temi meta-sociali mi sembrano proprio una ciclopica vaccata!
Stefano
Io compro moltissimo biologico:uova, verdura, frutta e tanto altro.
RispondiEliminaLo faccio in base ai miei gusti e fidandomi di cio' che l'etichetta, vecchia e nuova, mostra.
Potrebbe essere sbagliato, ma potrebbe non esserlo.
Il mercato del biologico ha dei prezzi molto alti che soltanto con una domanda maggiore, che porta nel lungo termine ad un'offerta maggiore, si potrà avere un abbassamento degli stessi.
E', secondo me, una porta per il futuro per il mangiar sano e va incentivata da parte dei governanti con regole vere e severe e da parte dei consumatori comprando i prodotti e pretendendo da essi maggior qualità.
Marco.