lunedì 27 ottobre 2008

L'oro enogastronomico delle 5 terre.


Le Cinque Terre sono un territorio splendido: me lo dice sempre anche Roby che non vede l'ora din tornarci.
Ma non lo sono solo da un punto di vista turistico (guardate le due foto di questo servizio), ma anche enogastronomico, come dimostra l'articolo della Nazione che segue.


Cinque Terre (La Spezia).
Dici Cinque Terre, e pensi subito Sciacchetrà.
E’ la prima equazione, e anche la più facile: falesie e creuze associate al passito color dell’ambra, il Nettare degli Dei che si produce in pochissime bottiglie perché pochissima è l’uva che in fin dei conti si coltiva in queste vigne, e che comunque darà anche l’ottimo Cinque Terre doc bianco.
Ma il 'paniere dei sapori' delle Cinque Terre non si ferma a uno dei vini più celebrati del mondo, per quel suo gusto che sa davvero direttamente di paradiso: un vino per due, per lasciarsi andare all’ebbrezza della passione, nel lembo di Eden della costa ligure. C’è il 'pan do ma', già, il pane del mare: le acciughe, le famosissime acciughe di Monterosso.
Sono presidio Slow Food, sono un distintivo delle Cinque Terre (a tavola) da sempre: si pescano con il metodo tradizionale della lampara o con la rete 'a cianciolo' e vanno lavorate subito, nell’arco di una giornata, nel laboratorio di salagione di Levanto. Particolare da non trascurare, oggi questo lavoro è passato dall’esperienza dei vecchi a un bel gruppo di donne, la "Cooperativa delle Ragazze" del parco, che l’hanno ripresa e rilanciata, facendo attenzione a mantenere la tradizione delle acciughe sode e gustose grazie alla giusta concentrazione di sale.



Ma Cinque Terre è una sorta di marchio alimentare che significa anche altri, molti altri prodotti della terra. Pur in periodi di morìa, anzi di strage di api, non mancherà mai il variegato miele biologico che proviene dagli alveari del Parco: il Piccolo Paradiso è ricchissimo di flora, anche endemica, terreno di grande ricchezza per le api. e tra i mieli più pregiati delle Cinque Terre non mancano quello delicato di acacia come quello intenso e amarognolo di castagno dai boschi lassù in cima ai monti che sfiorano i sette-ottocento metri; poi il miele di macchia mediterranea, davvero unico proprio per la varietà di specie floreali.
Poco ma di bella intensità l’olio extravergine dagli oliveti sui terrazzamenti: ottimo a crudo, provare per credere.
Sapori che hanno i loro templi, alle Cinque Terre.





Stefano.

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