venerdì 21 settembre 2007

IX Fiera Enologica Taurasi




Oggi, per la serie "nuove leve del Melmo Blog" siamo orgogliosi di
presentare il contributo di Max, che da tempo ci segue e da un po' aveva
promesso di collaborare. Con questo pezzo il ghiaccio è rotto, ed ora non gli
resta altro che scrivere quanto più possibile.
Stefano

Finalmente, con l’occasione della mia partecipazione “per caso” a questa fiera, collaboro con il Melmo Blog!

Dicevo partecipazione per caso in quanto non ero andato in quei luoghi per la Fiera, ma semplicemente per trascorrere qualche giorno in campagna, ospitato dai nonni della mia fidanzata.

Iniziamo dal luogo, che da il nome anche al celeberrimo vino, Taurasi: piccolo comune adagiato sulle colline dell’Irpinia, si trova a circa 400 mt. di altezza in un’area prettamente agricola dove i vitigni, in particolare l’Aglianico, la fanno da padrone (per chi volesse info tecniche sull’aglianico, mi sembrano esaurienti quelle che ho trovato al http://www.tigulliovino.it/vitigni/vitigni_lista_aglianico.htm). Al turista “per caso” (o anche di proposito), offre relax (a pochi chilometri ci sono anche delle terme naturali), gente cordiale e simpatica (perlomeno le persone che ho avuto modo di conoscere io!), una posizione strategica per fare eventuali gite tra Campania, Puglia e Basilicata senza stare in automobile più di 2 ore (80 Km da Salerno e dalla Costiera Amalfitana, 85 km da Foggia, 115 dal Gargano…) ma soprattutto offre un vino eccellente in grado di ammaliare anche i palati più raffinati. Unica “nota dolente” per un eventuale turista (ma forse è un bene, soprattutto per gli abitanti del luogo…) è la presenza nel suo territorio di una sola struttura ricettiva, un bed & breakfast, con pochissimi posti letto. Nonostante ciò, devo dire che alla Fiera Enologica erano presenti grandi quantità di forestieri, come il sottoscritto.




La kermesse enogastro(sboro)nomica si è svolta nel centro storico del paese,offrendo 3 tipi di stand: stand eno-gastronomici approntati dalla ProLoco, stand di aziende locali (cibo, vino e cianfrusaglie "da fiera"), stand di privati cittadini che offrivano specialità veramente fatte in casa. Quelli del primo tipo, dislocati nella piazza centrale, permettevano di degustare fusilli al pomodoro, spiedini e salsicce, vini locali di tutte le cantine da 3 a 50 euro, il tutto ovviamente dopo aver atteso in una interminabile coda di persone affamate e assetate...(sempre che non conosci qualcuno che lavora agli stand…).

Devo dire ottima la carta dei vini, ce ne era per tutti i gusti e per tutti i portafogli. L'unica pecca era pero' sui “low-cost”: scegliendo il vino da tavola base, la cantina veniva scelta dallo staff dello stand, per cui era possibile scegliere solo spendendo almeno 8-9 € per una bottiglia. Molto più divertente era pero il girovagare tra gli stand di aziende e di privati, dislocati nella piazza ma anche nei vicoli del centro storico (molto carino, tipico borgo medioevale) dentro locali che in realtà sono i saloni, i cortiletti o gli ingressi di casa di qualcuno e non sono negozi ufficiali, presso i quali si potevano degustare formaggi locali, di pecora, di capra, di bufala (e non bufale…) freschi e stagionati, tra i quali ricordo in particolare una caciotta di pecora al vino rosso (un piattino tra i 2 e i 5 € a seconda dello stand), salumi locali, dolci, pizzilli fritti (pasta per la pizza fritta con sopra pomodoro, mozzarella e basilico), vini, oli e liquori (tra cui ricordo i vini della Tenuta Pepe, una nuova cantina la cui offerta non era presente nello stand del vino della ProLoco ma di cui vale la pena assaggiare i vini), dolci di tutti i tipi, tra cui ricordo in particolare le zeppole di patate (ciambelle fritte) fatte veramente in casa di un piccolo stand situato proprio sotto il palco dove si esibivano musicisti e intrattenitori. Certo, perché ovviamente come ogni “sagra” che si rispetti c'erano anche qui cantautori diversi a esibirsi ogni sera. Su quest'aspetto un plauso va agli organizzatori, che hanno saputo attenersi alle tradizioni e non sono caduti nella tentazione di chiamare personaggi famosi (o che erano tali qualche annetto fa...),ex sanremesi “desaparecidos” o simili, come in genere fanno ad agosto nelle sagre di paese.
Si esibivano infatti tutti gruppi e cantanti legati in qualche modo alla musica tradizionale del sud dell'Italia, con tarante e tammuriate varie (tra i vari, ricordo Folkabbestia, James Senese e i Napoli Centrale e i I Tammurriarè, il cui nome è tutto un programma (per chi volesse sapere altro, tutte le informazioni sulla fiera enologica sono reperibili sui siti http://www.comune.taurasi.av.it/, sito ufficiale del Comune di Taurasi e http://www.prolocotaurasi.it/ , sito della ProLoco).


Tutto, ma dico proprio tutto, inclusi i vestiti…innaffiato con ottimo vino.
Per i più sofisticati, si poteva anche scegliere al prezzo di 10 € la degustazione a tema presso il Castello di Taurasi, gioiello medioevale recentemente ristrutturato, in cui ogni sera si sono tenuti eventi degustativi di vario tipo (rossi locali ovviamente, ma anche bianchi, spumanti, insomma per tutti i gusti!).

Mentre se ci si accontentava del tavolaccio in piazza preso dopo liti furibonde coi vassoi pieni in mano, ma con il calore, la musica e la giocosità tipici di una festa, beh allora si poteva semplicemente scegliere un ottimo vino allo stand!

Personalmente, ho bevuto vari Taurasi d.o.c.g., ma devo dire che quelli che mi hanno colpito di più (escludendo il più famoso Mastroberardino che puoi comprare anche all’Ipercoop, buono ma non eccezionale), sono stati il Taurasi Vigna Macchia dei Goti 2003 Antonio Caggiano (semplicemente divino, link alla scheda tecnica per i più sofisticati http://www.cantinecaggiano.it/aglianico_taurasi_docg.php ) e il Taurasi 2003 dell’Antica Hirpinia (sul sito www.anticahirpinia.it/, in flash, trovate la scheda), buono a detta del mio palato e del mio olfatto (non esperti).





Il primo costa un pochino di più del secondo, ma avendo avuto modo di visitare (purtroppo senza macchina fotografica!) le cantine Caggiano, ora so che la scelta di prezzo non è di puro marketing, anzi è ben più che giustificata dai metodi artigianali di produzione adottati (botti di rovere francese di diverso tipo, assenza di pompe per il travaso effettuato a caduta, ecc.).

2 vini bianchi che ho assaggiato e che ritengo ottimi, invece, sono il Greco di Tufo Devon sempre Antonio Caggiano (scheda http://www.cantinecaggiano.it/greco_di_tufo.php e Il Greco di Tufo delle Tenuta Cavalier Pepe (scheda al http://www.tenutapepe.it/bianco2.html), ma ce ne erano anche altri di buoni, sarà che io prediligo il greco di tufo.

Insomma, tanti buoni motivi per passare il Ferragosto da quelle parti! Io credo che oramai per diventerà un appuntamento immancabile. Certo, basta non aspettarsi divertimenti folli per ferragosto come Rimini e Riccione! Anche se forse il tasso alcolico medio è lo stesso, se non più alto…

Chiudendo, un particolare ringraziamento per le informazioni e per le visite va al mio amico Luca, e un altro a Mirko per aver “guidato” me e Rosa appena arrivati lì!

Max

2 commenti:

  1. Complimenti a Max per il pezzo dal taglio fortemente avvinazzato !!!
    A quando un buon bicchiere di Taurasi tutti insieme?
    Ho giusto un Selve di Lioti del 1998 da smaltire in cantina...:)

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  2. Tanto devi aspettare....

    Complimenti a Max anche da parte mia, anche se oggi è oberatissimo e non è riuscito a godersi appieno il suo esordio nel Blog!

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