giovedì 27 settembre 2007

I vini della Valle d'Aosta









Solleticato da un suggerimento del Sig. Nando, mi sono messo a fare una ricerca sull'enologia e sulla produzione vitivinicola della Valle d'Aosta. Un territorio effettivamente non celeberrimo dal punto di vista enologico ma invece ricco di diversi vitigni autoctoni e di tanti vini di qualità. Vi propongo quel che ne è emerso.




Le condizioni climatiche della Valle d'Aosta, unitamente alle caratteristiche dei terreni e alla loro esposizione, giacitura e pendenza, sono i punti di forza di una viticoltura di montagna che, inserita in un ambiente ancora incontaminato, ha saputo evolversi con modernità e oggi rappresenta una realtà di grande valore. I vigneti si snodano lungo tutto il versante esposto a mezzogiorno della Valle, che prende il nome di "adret", su terrazzamenti con pendenze tali da permettere ai raggi del sole di giungere sull'uva con un angolo di inclinazione di 90°, apportando maggiore energia alla vite e di conseguenza migliore qualità del vino. La vite viene coltivata fra i 300-400 metri della Bassa Valle e i 1.225 m sul livello del mare di Morgex, in Alta Valle: i più alti vigneti d'Europa. La scarsità delle piogge, il clima secco e le forti escursioni termiche tra il giorno e la notte durante il periodo di maturazione accentuano l'intensità dei profumi dei vini valdostani.






In questo scenario i valdostani, con la pazienza e la tenacia che caratterizza i popoli alpini, hanno sviluppato una viticoltura eroica caratterizzata da terrazzamenti e muri a secco per aumentare la superficie disponibile e per smorzare i forti dislivelli, dalla difficoltà di meccanizzazione e dal ricorso alla difesa integrata, per salvaguardare la genuinità e la tipicità dei propri prodotti. Con coraggio e costanza i viticoltori valdostani hanno curato i loro piccoli appezzamenti, sapendosi rinnovare e imboccando la strada della selezione e della qualità. Il reimpianto di vigneti, la tutela dei vitigni autoctoni, gli investimenti in cantine cooperative (caves cooperatives), il ricorso alla difesa integrata fanno della vitivinicoltura regionale la punta di diamante di un sistema agroalimentare che ambisce a distinguersi per la genuinità e la tipicità dei suoi prodotti.



Puntando sulla specificità del vino legata al territorio (circa 600 ettari coltivati a vite) ne è scaturita una produzione qualitativamente rinomata, seppur modesta in termini quantitativi: 47 mila quintali di uva per poco più di un milione di bottiglie, ossia all’incirca 750.000 litri. Una goccia nell’oceano della produzione italiana, 52,6 milioni di ettolitri. Ma come spesso accade, una produzione di nicchia riesce a sfruttare altri fattori, come la qualità e le caratteristiche peculiari del territorio di origine. Ampia e qualificata è la gamma dei vini a Denominazione di Origine Controllata riuniti sotto l’unica DOC Valle d’Aosta - Vallée d’Aoste con un’immagine tale da conferire ai protagonisti la giusta impronta per proporsi sui mercati nazionali e internazionali.

Alcuni vini sono prodotti su tutto il territorio coltivabile regionale, mentre altri sono esclusivi di alcune sotto zone ( i primi accanto alla denominazione regionale prevedono la specifica Bianco, Rosso o Rosato oppure il nome del vitigno, i secondi il nome del territorio specifico di provenienza). Il settore vitivinicolo valdostano ha saputo conquistare la fiducia dei consumatori. I vitigni Sono spesso autoctoni (originari cioè della regione) e con caratteristiche organolettiche raramente riscontrabili in altre regioni italiane.





La Doc Valle d’Aosta si divide in 9 sotto zone:




Valle D'Aosta D.O.C. regionale
Valle D'Aosta D.O.C. a indicazione di vitigno
Valle D'Aosta Arnad-Montjovet in 7 comuni della provincia di Aosta tra cui Arnad e Montjovet.
Valle D'Aosta Blanc de Morgex et de la Salle nei comuni di Morgex e La Salle
Valle D'Aosta Chambave in 15 comuni tra cui Chambave
Valle D'Aosta Donnas in 4 comuni della bassa valle tra cui Donnas
Valle D'Aosta Enfer D'Arvier nel comune d'Arvier
Valle D'Aosta Nus: 5 comuni tra cui Nus e Aosta
Valle D'Aosta Torrette in 10 comuni Aosta compresa

Si può effettuare una panoramica della produzione enologica valdostana suddividendo la valle stessa in bassa, centrale e alta.

BASSA VALLE

Inizia da Point-Saint-Martin e si articola per 25 Km sino a Montjovet, attraverso uno scenario unico lungo l'antica Via delle Gallie, sormontata da stupendi castelli e un fantastico panorama alpino con le pendici dei monti disegnate dai vigneti a terrazze. Per quanto riguarda i vitigni, il principale è il Nebbiolo (detto localmente Picoutener o Picotendro), che è presente in quantità rilevanti nell'uvaggio del Donnas e dell' Arnad-Montjovet. Vi sono pure vitigni autoctoni come il Neyret e Freisa blù, così come nella zona di Montjovet inizia la coltivazione del Vien de Nuse e del Cornallin

I Vini D.O.C.

Valle D'Aosta Arnad-Montjovet
L’inserimento di altre uve nell’uvaggio dell’Arnad-Montjovet è consentito solamente se prodotte nel vigneto di proprietà dell’azienda e non acquistate fuori, ciò fa sì che il consumatore può riscontrare, in base alle annate e ai produttori, sottili ma significative differenze; oltre ad Arnad questo vino è prodotto nei comuni di Issogne, Verrès e Challand. I vigneti sono prevalentemente coltivati a pergola, un tempo sostenuti da pali di castagno selvatico, oggi dal meno elegante cemento precompresso; la produzione annua si aggira intorno a circa 9500 bottiglie.
Uve: Nebbiolo (70 -100%), Gamay e/o Dolcetto e/o Vien de Nus e/o Pinot Nero e/o Neyret e/o Freisa (0-30%).

Valle D'Aosta Donnas
Questo vino si distacca notevolmente da tutti gli altri vini valdostani, in quanto come caratteristiche, essendo più austero, più tannico e meno fruttato, è più simile ai vini piemontesi in particolare al vicino Carema sia per ragioni climatiche, per il terreno e soprattutto per il tipo di vitigno: il nebbiolo. Un altro fattore che caratterizza questo tipo di vino, rispetto agli altri della valle, è il periodo di invecchiamento in legno, che, per il disciplinare, non può essere inferiore ai 24 mesi. Come il Carema e altri vini a base di nebbiolo provenienti da vini freddi (es: vini della Valtellina), il Donnas ha una struttura acida decisa, e solo raramente è compensata da un corpo pieno e potente. Il Donnas infine è il primo vino della Valle d’Aosta ad aver ottenuto la DOC nel 1971 seguito l’anno dopo dall’ Enfer d’Arvier.
Uve: Nebbiolo o Picoutener o Picotendro (85 -100%), Neyret e/o Freisa (0-15%).









VALLE CENTRALE

E' il tratto compreso tra Saint Vincent e tra abitati di Arvier e Saint Nicolas con Aosta più o meno al centro, questi 45 km offrono un condensato delle caratteristiche tipiche della valle: l'ambiente quasi mediterraneo del bacino di Chantillon e la piana di Aosta incorniciata dai pendii collinari ricoperti di vigneti fino alle terrazze in quota di Arvier che fanno da preambolo a quelle ancor più vertiginose di Morgex. Il vitigno più caratteristico è l'autoctono Petit Rouge, coltivato anche nell'Enveres, versante a settentrione, le sue uve entrano nella D.O.C. Torrette (molto in auge nel 1600) e nell'Enfer D'Arvier,vino di eccellente qualità. Altri vitigni autoctoni sono il Vien de Nus, il Fumin e Neyet mentre importati sono Gamay, Pinot nero, Dolcetto e Freisa. I vitigni ad uve bianche non sono di grande rilievo, citiamo Pinot bianco, Pinot grigio, Petit Arvine ( importato dal vallese e che da interessanti risultati ), Muller Thurgau, Chardonnay e Moscato bianco.

I Vini D.O.C.

Valle D'Aosta Chambave Rosso (o rouge)
E’ uno dei rossi valdostani prodotti nei tipici terrazzamenti ben esposti prodotti nella zona di Chambave e dintorni,
Uve: Petit Rouge (60 -75%), Dolcetto e/o Gamay e/o Pinot Nero (25-40%) , altre (0-15%) Petit Rouge (60 -75%), Dolcetto e/o Gamay e/o Pinot Nero (25-40%) , altre (0-15%)




Valle D'Aosta Chambave Moscato (Muscat)
Il moscato bianco appartiene alla grande famiglia dei moscati introdotti in Italia in età greco-romanica. In Valle D’Aosta il suo habitat ideale è lungo il versante sinistro della Dora Baltea ed è prodotto in una piccola zona vitata di Chambave e altri comuni vicini tra cui Saint Vincent, le uve provengono da vigneti esposti a sud-est a quote comprese tra i 480 e i 650 mt. La vendemmia avviene tra fine settembre ed inizio ottobre , sebbene prodotto in limitate quantità questo prodotto può essere considerato il vino valdostano più significativo.
Uve: Uve: Moscato bianco (100%)

Valle D'Aosta Chambave Moscato Passito (Muscat Fletrì)
Le uve e la zona di produzione sono le medesime del precedente, mentre la tecnica di vinificazione è differente in quanto il vino vine prodotto da uve passite.
Uve: Moscato bianco (100%) sottoposto ad appassimento su appositi graticci in ambienti asciutti e bui.

Valle D'Aosta Nus Rosso ( Rouge )
Si produce nel borgo di Nus dove è stata fondata la 1^ associazione di vignaioli valdostani
Uve:Vien de Nus ( 50-80%), Petit Rouge e/o Pinot Nero ( 30-50%), altri (0-20%)

Valle D'Aosta Nus Malvoise
Si produce nei territori vitati posti sulla riva sinistra della Dora Baltea, Nus, Verrayes, Quart, Saint Christophe e Aosta.
Uve: Pinot Grigio di Malvoise ( 100% )

Valle D'Aosta Malvoise
Passito La produzione avviene nei medesimi territori della versione normale.
Uve: Pinot Grigio di Malvoise ( 100% )

Valle D'Aosta Torrette
Si produce ad Aosta e in una cerchia di comuni vicini al capoluogo come Sarre, Aymavilles e Villeneuve.
Uve: Petit Rouge ( 70-100% ) , Vien de Nus e/o Fumin e/o Mayolet e/o Pinot Nero e/o Gamay e/o Premetta ( 0-30%)

Valle D'Aosta Enfer D'Arvier
Prodotto nei vigneti terrazzati che sovrastano Arvier fino a 800-1.000 mt. di altitudine , in cui il sole scalda a tal punto le pietre in certe giornate d’estate che è quasi impossibile toccarle (da qui il nome d’inferno che si da al vino).La produzione annua di questo vino è di circa 27000 bottiglie, infatti la resa molto bassa (60 quintali per ettaro) non consente una grossa produzione, in compenso però si ottiene un eccellente qualità.
Uve: Petit rouge ( 85 -100%), Vien du Nus e/o Neyret e/o Dolcetto e/o Pinot Nero e/o Gamay ( 0 -15% )

ALTA VALLE

L'Alta Valle inizia con la stretta di Pierre Taillèe poco prima di Avise, enologicamente è molto interessante la parte compresa tra Morgex e La Valle, in cui riesce a prosperare un solo vitigno: Il Blanc de Morgex, dal punto di vista turistico spettacolari sono i resti antichi della comunità montana di Courmayer, i bellissimi pascoli incorniciati dai boschi e gli splendidi ghiacciai del Monte Bianco.




I Vni DOC

Valle D'Aosta Blanc de Morgex et de La Salle
La storia del Blanc de Morgex è incerta e misteriosa: secondo una credenza locale sarebbe stato portato da alcuni coloni del vallese, chiamati nel 1630 a ripopolare la Valle D’Aosta, decimata da un epidemia di peste; c’è però chi pensa si tratti di un vitigno autoctono, frutto di selezioni fatte attraverso i secoli. Posti a quote variabili tra i 900 e i 1300 mt. sul mare, nel territorio di Morgex e La Salle, i vigneti, da cui si ricava questo grande bianco, sono fra i più alti d’Europa, la buona esposizione al sole favorisce la coltura della vite permettendo a questo particolare bianco di ottenere ottimi risultati. Esiste anche in versione spumante (extra brut, brut e demisec ) .
Uve: Blanc de Morgex (100%).





Tra le curiosità dell’enologia valdostana, infine, va ricordato che la Cave di Donnas, cooperativa agricola della bassa Valle d'Aosta, apre un nuovo mercato per l'enologia valdostana avendo proposto nel 2007 il primo vino aromatizzato valdostano: un nebbiolo aromatizzato con erbe di montagna, spezie e scorze d'arancia, dal nome di 'Donatium'. Pur ispirandosi al 'Barolo chinato', il più nobile dei nebbioli aromatizzati, si propone di essere un unicum nel panorama enologico nazionale. Considerato il grado alcolico (circa 15°) si può gustare accompagnato con la cioccolata ma anche come digestivo.


Stefano

4 commenti:

  1. Confesso la mia massima ignoranza sui vini valdostani.
    Per dirla tutta non so se vergognarmene o meno...

    RispondiElimina
  2. Anch'io so poco e nulla di questi vini.Forse non ho neanche mai bevuto un vino di quella zona.
    Il bel pezzo di Stefano però ( a proposito, complimenti !!) puo' servire come incentivo alla curiosità enologica valdostana

    RispondiElimina
  3. A Zì, se non lo sai tu che stai la...:)

    RispondiElimina
  4. Conosco persone di Roma che non conoscono e non hanno mai bevuto il Frascati...
    Voi lo conoscete,vero ?

    Scherzi a parte, talvolta la vicinanza non conta se non arriva l'ispirazione e poi qui in Piemonte abbiamo tanto di quel ben di Dio...da quest'anno abbiamo di nuovo anche il derby !
    Ho già preparato in cantina due bottiglie buone...

    RispondiElimina