giovedì 20 settembre 2007

Un omaggio al Re dei vini...


"I primi ricordi che ho del Barolo sono legati, negli anni della puerizia, a dei pacchi che arrivavano in prossimità delle feste.
Un omaccione sempre diverso suonava il citofono e mio Babbo, contento come un bambino, faceva le scale 4 a 4 per scendere il piu’ in fretta possibile.
E così che fosse Natale, Pasqua o qualche altra festa, per un po’ di tempo la mia attenzione non erano più le palle rosse dell’albero di Natale oppure la possibile sorpresa che risiedeva nell’uovo di Pasqua, ma bensì i contenuti di quei pacchi.
Tra un po’ di polistirolo, che sembrava neve, e tanta carta uscivano queste bottiglie.
Mio padre, col sorriso a cinquantaquattro denti, “ne cantava le gesta”…ed io, prima di spargere il polistirolo per tutta casa, rimanevo a vedere come dovevano essere sistemate, come venivano catalogate.
Papà mi sembrava matto, ma proprio impazzito del tutto…Mai avrei immaginato che a distanza di vent’anni la sua pazzia mi avrebbe contagiato in maniera irreversibile
. "

Il Barolo è un vino prodotto dalla fermentazione di uve Nebbiolo nelle tre varietà: Michet, Rosè e Lampia. Il Rosè da vini abbastanza scarichi ed è quasi del tutto scomparso. Il Michet, raro anch’esso, è considerato, a torto o a ragione non so, il prodotto della virosi sulla sottovarietà ampia con bassissime rese, ma elevata qualità. Il Lampia è il più presente nei vigneti di Langa.

E’un D.O.C.G. che invecchia minimo tre anni a decorrere dal primo gennaio dell’anno successivo alla vendemmia, di cui almeno due in botti di rovere o castagno. La scelta del rovere e della dimensione della botte è lasciata all’esperienza del vinificatore, per cui la maturazione si può sia avere nelle grandi botti tradizionali che nelle botti di medie dimensioni .
Se il periodo d’invecchiamento si prolunga fino a cinque anni può parlarsi di Riserva.
E’ consentita l’aggiunta , a scopo migliorativo, di vino più giovane ad identico Barolo più vecchio e viceversa nella misura massima del 15%.
In etichetta deve figurare il millesimo relativo al vino che concorre in misura preponderante a riempire la “boccia”.
Alla produzione del Barolo sono considerati idonei unicamente i vitigni posti in terreni collinari di natura argillosa-calcarea ben esposti al sole e la resa di uva per ettaro è rigidamente regolamentata da apposito Disciplinare.
Le zone di produzione sono tutte piemontesi e si trovano in prevalenza nella provincia di Cuneo, nello specifico nell’omonimo comune Barolo, a Castiglione Falletto, a Serralunga d’Alba, a La Morra (circa il 30% della produzione globale), a Manforte d’Alba, a Roddi, a Verduno, a Cherasco, a Diano d’Alba, a Novello e Grinzane Cavour.
Gli ettari coltivati complessivamente sono circa 1.250 per arrivare a circa 7 milioni e mezzo di bottiglie all’anno.
Il colore del Barolo è un rosso granato che assume riflessi arancioni percepibili nell’anello esterno della superficie del vino nel bicchiere, a contatto col vetro.
Il profumo intenso e netto, con sentori floreali, con l’invecchiamento prevalgono sentori di frutta poi sensazioni di sottobosco e terre bagnate.
Il sapore è sempre asciutto, pieno robusto e austero, ma allo stesso tempo morbido, armonico ed avvolgente.
La sua gradazione alcolica minima è tra i 12,5 e i 13 gradi.
E’ un vino d’invecchiamento, per ciò è praticamente impossibile dire quanti anni può rimanere in bottiglia. Sulla maturazione della “boccia” incidono almeno tre fattori:l’annata, il cru e la conservazione.

Il Nebbiolo deve il suo nome alla nebbia, sia perché l’uva matura tardi, sia perché gli acini presentano sulla superficie esterna un’intensa pruina che conferisce una tonalità grigio-argentata al naturale colore viola, quasi annebbiandolo.

Cenni di storia.

Il Barolo ha una storia molto antica e sono molti i personaggi storici che lo hanno gustato e da esso sono rimasti stregati.
Le prime notizie certe di cui si ha riscontro ci riportano al 1200, quando i Marchesi Folletti acquistano il Feudo ed il Castello di Barolo, iniziando la coltivazione dei vigneti.
Nell’Ottocento il Barolo ha il periodo di massimo splendore. Gran parte dei personaggi che verranno ricordati nel Risorgimento Italiano sono soliti degustare Barolo quando e dove possono.
Ancora si narra la storia dell’offerta, da parte della marchesa Falletta, al re Carlo Alberto di 300 e più carrà di Barolo, in seguito all’espresso desiderio del Re di assaggiare quel vino nuovo.
L’omaggio passò alla storia per via del modo: le carrà erano infatti delle enormi botti della capacità di circa 500 litri che occupavano,all’epoca , un intero carro.
Ci vuole poco ad immaginarsi lo stupore e la curiosità della gente che soleva passeggiare già allora sotto i portici nel veder passare per via Roma, con direzione Palazzo Reale,tutti quei carri…
Carlo Alberto fu così entusiasta che in seguito comprò tutto il podere, tutte le tenute, Castello compreso.
Anche Camillo Benso conte di Cavour ha la sua parte di merito nell’evoluzione di questo vino.
Lui, con l’aiuto dell’enologo Oudart, vinificò per la prima volta un Nebbiolo più secco, secondo quelle che erano le tendenze dell’epoca. E questa tipologia di Nebbiolo conquisterà prima Torino e poi L’Italia intera prima di diventare un vino mondiale.
Si pensi che già alla fine del secolo scorso il Barolo era considerato il più grande dei vini italiani, anche all’estero, dove cominciava la sua esportazione.



Abbinamenti e istruzioni per l’uso.

L’eccezionale corposità di questo splendido e nobile vino insieme all’ottima gradazione alcolica rendono il Re dei Vini adatto all’abbinamento con arrosti di carni rosse e selvaggina di primo pelo.
In generale un buon bicchiere di Barolo va sempre giù bene con i brasati, la cacciagione, i cibi tartufati, i formaggi di montagna a pasta dura molto stagionati e i bolliti misti.
Se si vuole provare a fine pasto diventa obbligatoria la pasticceria secca.
Molto importante è la temperatura di servizio,intorno ai 20-22 gradi C, che deve essere raggiunta gradualmente senza esporre la “boccia” a shock termici o a sbalzi di temperatura repentini che porterebbero un profondo squilibrio senza possibilità di ripresa.
Il bicchiere dove bere il Barolo deve essere capiente, “panzuto” a forma di tulipano, con stelo piuttosto lungo, di cristallo se possibile e ovviamente incolore.
Da alcuni anni è in commercio un bicchiere appositamente creato per la degustazione del Nostro che si chiama “Piemonte”, appunto…
Di solito il barolo si beve molto invecchiato per cui, quasi sempre, si pone il problema dello scaraffamento-si o scaraffamento-no.
Personalmente, dopo colloqui illuminanti con persone dottissime dell’argomento, rimango molto reticente a scaraffare un signor vino che ha molti anni sulle spalle, ma se si tratta di un Barolo molto invecchiato, che abbia lasciato un certo sedimento sul fondo della bottiglia o la cosiddetta camicia sulle pareti, è indispensabile la decantazione in caraffa di cristallo.
Tutto ciò per favorire una giusta ossigenazione del liquido liberandolo da “puzzette varie” e per gustare i più reconditi profumi.




Marco.

11 commenti:

  1. Complimenti vivissimi per il pezzo.
    Il Barolo è uno dei simboli d'Italia, come la Ferrari e la Nazionale di calcio.
    E' il vino piu' buono che c'è e non esistono mode, ne tendenze che tengano.
    Primo é il Barolo, almeno per chi se ne intende...
    Saluti.

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  2. Ciao Zio Luciano. Visto che oggi pomeriggio parto per il Piemonte perché vado a Bra a Cheese! e dormo a Barolo, non è che mi consiglieresti qualche Barolo da comprare...magari anche qualche "outisder"? Vorrei visitare qualche cantina e mi sembri ferrato sull'argomento!

    ciao ciao
    Emanuela

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  3. Cara mia,non sai quanto mi fai felice...
    Dimmi almeno due cose: intorno a che prezzo vuoi stare e se lo devi bere subito oppure far invecchiare parecchio in cantina.
    Ma rispondi in fretta che nel dopo-pranzo ho una riunione di lavoro.

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  4. Ciao Zio Luciano, ho un messaggio per te da parte di mia cugina Emanuela (Jesi) che è già partita:
    mi dice riguardo ai prezzi se puoi consigliarle sia bottiglie "economiche" che "non" e poi dice che lo vuole bere subito!!!
    Grazie in anticipo; penserò io a riferirle i tuoi consigli, va benissimo anche domani se oggi non hai tempo.
    Ciao

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  5. Allora vediamo…arduo compito in mezzo a tanta bonta’.
    Cominciamo a dire che se lo vuoi bere subito non c’è economia che tenga.
    Devi andare dall’annata 2000 in giu’ al di la dell’azienda.Oppure provare qualche riserva 2001.
    E costano tantino.
    Se compri annate diverse e piu’ recenti fai spazio in cantina.
    Ti elenco una serie di aziende con sede a Barolo che mi piacciono molto.
    Vado a memoria:l’azi. Agr. Borgogno e vicino sulla stessa via la Fratelli Serio e Borgogno;
    poco distanti l’una dall’altra trovi la tradizionalissima Cantina Mascarello Bartolo(it.s very good!) e la piu’ economica Az. Barale;in mezzo se non sbaglio, c’è la casa Camerino;in frazione Vergne consiglio la cantina Viberti.
    Altri classici sparzi a caso sempre nel comune di Barolo: Sandrone (per molti il migliore…), Marchesi di Barolo(classico che non muore mai),Terre daVino ( troppo commerciale,ma anche economica).
    Adesso devo scappare…dopo aggiungerò qualche altra cosa !
    Saluti.

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  6. Il Barolo insieme al Brunello sono i vini piu' conosciuti d'Italia.
    E' difficile dire qual è il migliore e chi si sente la verità in tasca rischia di sbagliare...

    Perchè non fate degli approfondimenti sulle case storiche che producono questi due vini ?
    Lo so che sembra di parlare sempre delle stesse cose,ma, se pure fosse, è sempre un bel parlare...:)

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  7. Qualche altra cantina sempre a Barolo in ordine sparso:Prandi, Damilano, Gomba (ottimo rapporto q\p), Grimaldi, Brezza e Ferrero.
    Per queste ricordo i nomi ,ma non ricordo come sono dislocate.
    Tenga conto che il paese è molto piccolo, se si organizza e prenota le visite, in un pomeriggio ne puo' vedere parecchie.
    Un'altra che ricordo è quella di Balocco, Collina s.Ponzio, ma mi sembra che non sia a Barolo, ma bensì a Vergne, quella frazione di cui ho parlato sopra.
    Buon viaggio e soprattutto buone bevute.
    Mi raccomando non compri 2002,ma presumo che questo lei già lo sapeva...
    Saluti

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  8. Caro Luca, l'argomento è interessante e ti dirò anche che ho del materiale in proposito e che metterò su non appena questo periodaccio denso di impegni sarà concluso.

    Tuttavia una precisazione, almeno a livello storico, mi sento in dovere di farla. Il Barolo, come si legge anche nel post è un vino storico, di tradizione, che si è evoluto nel tempo e ha subito una decisa impennata di qualità a partire dagli anni '70 anche grazie agli stimoli di giovani produttori (in qualche caso nuovi in qualche caso continuatori dell'attività dei progenitori): i cosiddetti Barolo Boys. Ma di questo parleremo a suo tempo.

    Il Brunello di Montalcino ha una storia molto più giovane. Anche se, sopratutto produttori ed enti interessati ne fanno risalire la storia a chissà quali annali, in realtà fino al 900 del Brunello si parla poco, molto più in voga è il Chianti (o meglio il Chianti classico, di un comprensorio più ristretto dell'attuale).

    Di converso c'è da dire che il Brunello è il vino che ha rilanciato (o forse ha proprio lanciato) l'immagine dell'Italia enologica ("Enotria" la chiamavano i Greci) nel mondo, e in questo senso tutti noi appassionati gli dobbiamo molto.

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  9. Complimenti per il pezzo.Soprattutto per la parte iniziale, la passione che si tramanda di padre in figlio è una delle cose piu' belle che ci siano.

    Non sono d'accordo su chi ha accostato Brunello e Barolo.
    Sono due grandi vini profondamente diversi,per storia, tradizione e "sapore".
    Di solito chi ama uno, odia l'altro e viceversa, ma ciò è un comportamento sbagliato di appassionati infantili.
    Il Brunello è un buonissimo vino, ma il Barolo non a caso è detto il re dei vini...

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  10. Amare uno e odiare l'altro non fa per me. A gusto mio, il Barolo è superiore, ma non ho mai disdegnato un buon Brunello.

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  11. Un grandissimo GRAZIE a tutti gli amici che ieri sono passati sul blog per leggere questo pezzo.

    Un altro altrettanto grande a chi mi ha fatto i complimenti in privato.

    Grazie a voi il "record" di ieri non lo dimenticheremo facilmente.

    Spero e speriamo di essere sempre all'altezza della vostra attenzione.

    Grazie di cuore.
    Marco.

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