venerdì 6 giugno 2008

Olivar 2005 – Cesconi.




Quest’azienda ha una storia vinicola lunghissima (dal 1751) ma solo dal 1995 vinifica in proprio e non più nella locale cantina sociale (dalle parti di Trento).
E, in realtà, solo dal 2000 con delle strutture degne di questo nome. Il risultato, quindi, è secondo me ancor più interessante.
Questo vino nasce da uve chardonnay, pinot grigio e pinot bianco assemblati solo alla fine di un processo di vinificazione che è differente per fermentazione alcolica e malolattica in base alle uve. Frutto evidentemente di una grande sapienza e di sperimentazioni accurate.
Il vino, inoltre, è molto elegante perché esce fuori piano: sussurra, non urla.
Il colore è un giallo paglierino con riflessi dorati. Al naso a bicchiere fermo si sentono con decisone sia l’ampiezza che l’intensità. Buonissime le note di mela golden, banana e frutta quasi caramellata. Anche vaniglia e frutta secca tostata non mancano. Col bicchiere in movimento il vino ringiovanisce con sentori di camomilla.
In bocca ottime l’acidità e la struttura. Molto molto particolare la rotondità frutto dell’equilibrio che si instaurava fra la sapidità e la dolcezza. Anche il finale era decisamente intrigante. A tratti sembrava di assaporare un torrone e della frutta secca tostata.
Il vino, in sostanza, mi è piaciuto molto. È anche un vino che si conserva più di 5 anni tranquillamente. Solo che il prezzo è un po’ altino, sui 19 euro circa.
La notte dell’ultimo dell’anno ho assaggiato il 2004 che devo dire mi è piaciuto meno anche se veniva dopo altri cinque vini soprattutto dopo un pinot grigio molto fresco e fruttato che aveva riempito la bocca e gli entusiasmi. È durato poi troppo poco (sarà stato a tavola un quarto d’ora) per permettere quell’evoluzione che la complessità della vinificazione avrebbe meritato.

Stefano.

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