mercoledì 20 giugno 2007

Romolo al Porto - Anzio





Ad Anzio, piccola cittadina di mare a pochi Km da Roma, ci sono ben tre ristoranti di riguardo segnalati dalle varie guide: Romolo al Porto, Alceste al buon gusto e Pierino. E’ un fatto un po’ surreale che in così poco spazio ci sia tanta eccellenza. In realtà una ragione c’è: Anzio da tempo è rinomata per la freschezza del pesce e per i suoi pescherecci che sbarcano sul porto e organizzano piccole aste all’istante tra le persone che pazientemente aspettano il loro ritorno, per vedere cosa di buono il mare ha regalato. Quando c'è la materia prima si parte con il piede giusto. La qualità di detta materia prima è confermata sia dal fatto che comunque, a parte i tre mostri sacri, è difficile mangiare male ad Anzio (diventa più che altro una questione di "location" e soprattuto di prezzi), sia dal fatto che molti ristoratori di Roma e provincia si vengono a prendere il pesce proprio qui.
Anche la presenza di tante buone pescherie, Del Gatto tanto per citarne una, rende giustizia anche a chi lo voglia comprare per cucinarselo da solo.


Senza nulla togliere agli altri, secondo me Romolo ha una marcia in più: per creatività, cordialità e ovviamente buona cucina. La famiglia Regolanti è la padrona di casa, con la mamma in testa che regna in cucina, tra piatti storici e nuove invenzioni. Domenica scorsa, poi, abbiamo avuto la piacevole sorpresa della tranquillità in quanto, pur essendoci molta gente in giro, per pranzo la maggior parte si fermavano al mare e questo rendeva Romolo meno caotico del solito in quanto generalmente, sia per la fama che per la posizione privilegiata (proprio sul porto, uno tra i primi venendo dai parcheggi) è sempre a dir poco strapieno.


La vera forza di Romolo secondo me sono gli antipasti; i crudi da un lato e i cotti (caldi e freddi) dall'altro. Tantissimi e diversissimi tra loro, alcuni veramente particolari, soprattuto tra i crudi, in modo da non scadere in una sorta di sushi e sashimi all'italiana, con il crudo li davanti e un po' di limone per condirli. Tuttavia essendoci stati da poco e sapendo che prendere gli antipasti equivale per la loro abbondanza a saltare il resto del pasto, abbiamo deciso questa volta di andare su primo e secondo, anticipando il tutto con un paio di sauteè di vongole messi in mezzo al tavolo, che non sono durati più di due-tre minuti. Unico difetto: forse troppo saporiti.


Come primi io e Roberta ci siamo divisi una zuppa di pesce, che pur essendo un piatto tipicamente invernale era ancora in carta e la golosità ha preso il sopravvento, e delle linguine con bottarga calamari e scampi. Eccellente la prima (arrivata con un piatto a parte con altro sugo e dei crostini di pane), che ha il pregio di avere pesce già spinato ma anche il piccolo difetto che questo pesce già spinato toglie un po' di sapore alla stessa, eccezionale la seconda: in particolare la bottarga era strepitosa. Ho assaggiato anche delle linguine con alici, pinoli, uvetta e pecorino e dei maltagliati con zucchine e gamberi: molto buone, in particolare la prima, ma secondo me un gradino sotto le linguine con bottarga.





Il primo piatto è andato via con un Pecorino - Colle dei Venti 2005 (abruzzese di Chieti) molto profumato e discretamente aromatico, ma nulla a che vedere con quello assaggiato nella gita di Jesi. I secondi piatti arrivano quando lo stomaco è già bello satollo, ma non si fanno disdegnare in quanto a profumi e sapori. Con Roby ci dividiamo un coccio con pesto di basilico e pinoli, molto buono e delicato e, udite udite, una bella frittura di paranza. Normalmente la frittura quando vado fuori non la prendo mai, sia perché è un piatto troppo semplice, sia perché non voglio scadere nella banalità di chi dice"mi piace il pesce" ma l'unica cosa che mangia è la frittura insieme agli spaghetti con le vongole. Tuttavia la voglia c'era, surrogata dal fatto che a casa comunque non la si fa mai (per evitare di avere un puzza di fritto che gira per casa una settimana) e ce la siamo presa. La scelta ci ha premiato perché era molto buona: non salatissima, con una discreta varietà e soprattuto non unta fino al midollo.


Il vino che abbiamo scelto per il secondo piatto è stato un Terlaner della cantina Terlano (o Terlan in ladino), mi sembra anche questo 2005. Il vino è composto da uvaggio di Pinot bianco, Chardonnay e Sauvignon Blanc. Non male, ma secondo me è arrivato troppo freddo, come del resto l'altro, per gustarlo al meglio. Nel finale, infatti, è esploso in tutta la sua freschezza e nel suo ventaglio di profumi e sapori fruttati.


A questo punto due parole sulla cantina, o meglio sui vini: sicuramente molta scelta, anche sulle bollicine, che spazia per tutte le regioni d'Italia. A mio giudizio i ricarichi sono un po' troppo alti e bottiglie a meno di venti euro si contano sulle dita di una mano, ma tra queste ci sono ottimi vini per accompagnare il pasto.


Conto finale circa 43 euro a testa, che scontano anche la mancia, le due bottiglie dal costo di 16 e 20 euro rispettivamente, e l'occhio di riguardo che Marco ha per i clienti affezionati. Sicuramente una bella esperienza gastronomica. Come sempre!


Ristorante Romolo al Porto


Anzio (RM) - via Porto Innocenziano, 19


tel 069844079 - fax 069844079

4 commenti:

  1. il Pecorino è un'altro vino che mi ha sempre incuriosito molto...lo devo provà!!!

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  2. Confermo assolutamente quanto hai scritto. Ci sono stata ieri sera per la prima volta, non posso che essere entusiasta dei crudi, un'esperienza immemorabili, l'accostamento del crudo con la prugna o con la pesca e pistacchio (tra tutte le varietà) esalta il pesce, già da solo stupendo.
    Lo consiglio vivamente. Confermo che è sempre pieno .. chissà perché? Per primo abbiamo preso i paccheri con tonno e gli spaghetti con calamari, scampi e bottarga. Confermo la squisitezza della bottarga ... da ritornarci sicuramente!

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