martedì 11 novembre 2008

A che punto è la giustizia ?

Un anno fa veniva ucciso Gabriele Sandri.
Copio ed incollo una pagina del quotidiano "Il Tempo" che riporta uno stralcio del libro-inchiesta dedicato al suo assassinio, affinchè tutti possano farsi un'idea precisa di quello che successe.



Fulgido e giocondo. Cielo sereno, temperatura autunnale ma molto generosa per essere praticamente a ridosso del cuore appenninico. Di solito in questa stagione qui fa freddino. ma oggi il vento tira poco, in questa piacevole mattina di Domenica 11 Novembre.
Sono passati una manciata di minuti dalle ore 9 e l'agente scelto della Polizia Stradale Luigi Spaccarotella è in servizio lungo l'A1 direzione Sud, nel tratto prossimo all'uscita di Arezzo, allo svincolo per Civitella in val di Chiana. Distintivo di un galloncino rosso a V di 135°, Spaccarotella lavora in toscana da poco meno di 2 anni ed è operativo nella Sottosezione di Battifolle, praticamente a ridosso del casello aretino... I colleghi lo considerano esperto. Al poligono di tiro, tappa periodica di richiamo per l'aggiornamento all'uso dell'arma, colleziona sempre ottimi punteggi.
Finora una carriera costellata da lodi, encomi, e riconoscimenti professionali... Siamo al km 362,3 nel tratto tra Arezzo e Monte San Savino, nell'area di servizio denominata Badia al Pino Ovest, in direzione Roma. Spaccarotella è lì vicino con la gazzella di servizio, insieme ad un collega. Sono accompagnati da un'altra auto della Polizia con dentro altri due poliziotti. In tutto 4 agenti di pubblica sicurezza su 2 volanti con un capo pattuglia...
Nel frattempo, dopo circa due ore di viaggio da Roma, nella dirimpettaia area di servizio Badia al Pino Est, A1 direzione Nord verso Firenze, giunge la Renault Clio con a bordo i primi 4 della comitiva laziale partita davanti l'Excalibur di Piazza Vescovio. Il viaggio prosegue bene. Musica in CD dalle casse dello stereo. Cazzeggio, risate. Discorsi frivoli. Previsioni calcistiche, qualche sbadiglio. Inni alla Lazio... Devono fare anche rifornimento, ma a farli sostare è forse più la voglia di respirare un po' d'aria fresca, sgranchire le gambe e fare colazione con cornetto e cappuccino nello snack bar in attesa dell'arrivo degli altri 5 del gruppo rimasti un po' più indietro: una manciata di minuti d'attesa e qualche chilometro ancora da percorrere prima dello stop. Poco distante, invece c'è il parcheggio davanti all'ingresso dell'Autogrill.
Lì, a circa 50 metri, si sono fermate altre due auto, entrambe Mercedes. Una è nera, modello Classe A. Anche su questa a bordo 5 ragazzi, romani pure loro, ma tifosi juventini iscritti allo "Juventus Club di Roma", lo storico Doc dal 1963 con sede la Ristorante Passaparola di Via Palmiro Togliatti 1497. Uno indossa una felpa con il logo zebrato torinese... In quel momento, giunge però nell'area di servizio Badia al Pino Est anche la Renault Scénic grigia metallizata con a bordo Marco, Federico, Francesco, Simone e Gabriele, quest'ultimo con gli occhi abbottonati per il sonno perso lavorando al Piper Club. Scendono dall'auto per raggiungere gli amici e fare colazione. In un attimo, c'è l'abboccamento tra gli occupanti delle 4 auto. Nella zona dell'ingresso antistante il locale, tra la cassa e la porta d'uscita, i due gruppi si riconoscono, si fiutano... Sfottò. Una parola messa male. L'alterco. «Che cazzo ti guardi...». Travisamenti. Poi il primo insulto. Non c'è un «chi per prima», né un «chi dopo». Come istintivamente non di rado accade, i gruppi dalle opposte fazioni si trovano a fronteggiarsi in un batter d'occhio, in campo neutro, davanti l'autogrill. Un urlo, grida, offese. Infine il contatto. Una bottigliata. Uno spintone, una strattonata e via calci, pugni e colpi di manico d'ombrello. La poca gente che è nell'area si allontana. Terrore. Dura tutto poco tempo. Pochissimi secondi, forse meno di un minuto al massimo. Trenta o quaranta secondi. Talmente pochi che i benzinai in servizio alla Total riescono a malapena a capire che un contatto sciagurato si è trasformato in rissa. Dipendenti, camerieri e gestori dell'autogrill invece non notano proprio nulla e continuano a servire i pochi clienti, tant'è scarso il tempo del contendere.
Di qualcosa invece si sono accorti i poliziotti dall'altra parte dell'autostrada. Tra questi, l'agente scelto della Polstrada Luigi Spaccarotella. Immediatamente vengono interrotti gli accertamenti sulle persone fermate. In linea d'aria gli agenti sono ad oltre 70 metri di distanza dal luogo in cui gli occupanti della auto romane si stanno scontrando. Lontanissimi e con l'aggravante di tutte le altre macchine in quel momento in transito nei due sensi di marcia dell'A1. Confusione. I poliziotti non possono fare nulla, proprio nulla per fermarli. O almeno, non potrebbero fare nulla per fermare lo scontro.
Sentono le grida, queste sì. Vedono la zuffa... E nell'intento di rendere nota la presenza di forze di pubblica sicurezza, uno risale prontamente sulla gazzella azionando il segnale acustico d'emergenza. Come richiamo. Suona la sirena, a tutto volume. Uahhh...;;;
Nonostante il rumore delle macchine sfreccianti alla più o meno consentita velocità nelle due diverse direzioni autostradali, la sirena si sente bene e forte anche da quella considerevole distanza. Si sente, eccome se si sente. Scattato il lampeggiante, volendosi dividere i compiti con il collega, l'agente scelto Luigi Spaccarotella si sposta velocemente a piedi alla ricerca di un punto d'osservazione più favorevole. Corre per 50 metri per controllare dall'alto la situazione dei litiganti. In linea d'aria si porta a circa 66 metri di distanza, dirigendosi verso il confine più estremo dell'area di sosta Badia al Pino Ovest, sorpassando l'area coperta dalla visuale di 2 out-door, i maxi-cartelli pubblicitari di 6x3 metri gestiti da Autostrade per l'Italia. Lì trova un riporto di terra, lo sbancamento dei lavori in corso, un accumulo di sassi e detriti, un rialzo di circa 2 metri. Spaccarotella grida. Sale sul terriccio. Urla per farsi sentire. Si sbraccia mentre dall'altra parte, nell'area Badia al Pino Est, la lite si ricompone immediatamente, rientrando in men che non si dica. Le Invettive dell'agente scelto ed il richiamo della sirena stanno sortendo l'effetto desiderato.
Gli animi dei contendenti si stanno placando. La prima Mercedes di juventini riesce a divincolarsi dalla zuffa, riparte e lascia in un baleno la stazione. Lo stesso fanno gli altri, a rotazione...
A seguire, Francesco sale per primo sulla Renault Scénic. Cerca di metterla in moto ma non ne conosce i comandi: fa cilecca perché non riesce a far partire il dispositivo d'accensione elettronico con card. Allora Marco, seppur dolorante alla spalla, si rimette nuovamente al posto di guida, cambiando con Francesco. Risalgono all'istante a bordo anche Simone, Federico e Gabriele. Gli occupanti si ricompongono ai loro posti, in fretta e furia. In mezzo ai 2 sul sedile posteriore, Gabriele è sbalzato e viene posizionato al centro, cioè stretto dalla morsa degli amici - uno alla sua destra, l'altro alla sua sinistra - che confinano con le portiere posteriore della macchina. Quando anche Marco mette in moto la Scénic sterzando il manubrio verso l'imbocco della rampa per lasciare il luogo del tafferuglio, l'auto è ancora nei pressi delle strisce bianche orizzontali che delimitano il parcheggio.
È il quel preciso momento che sull'altro versante dell'Autostrada del Sole l'agente scelto della Polizia Stradale Luigi Spaccarotella si vede fuggire anche la quarta e ultima auto coinvolta nella rissa. E strilla: "Fermi!!! Polizia!!!" Vorrebbe farlo da solo, ma lo urla verso il benzinaio: "Prendigli la targa", indicando la Scénic. Potrebbe limitarsi a trascrivere i numeri identificativi su un blocchetto. Ma fa dell'altro: va oltre... Ma da una parte c'è un'auto in corsa con a bordo dei civili e dall'altra un agente di pubblica sicurezza armato che prende di mira il veicolo. Spaccarotella rallenta la sua corsa a piedi e mira verso la macchina, forse perchè se la vede sfuggire e non vuole perdersela dopo aver osservato la lite. Non vuole lasciarla andare via così. Forse. Ecco perché mira per una decina di secondi verso quel bersaglio mobile con 5 persone a bordo. Con la pistola in pugno, mira proprio alla Renault Scénic, ora avviata verso l'uscita del parking dell'Autogrill ed in linea d'aria con il distributore Total.Siamo a una distanza di circa 66 metri, dove tutto appare in scala ridotta ed anche una persona alta 2 metri - fatte le debite proporzioni - pare un'ombra di qualche centimetro. Figurarsi un veicolo a 4 ruote. L'auto ha un ingombro ottico reale di 1 metro e 20 e per giunta sta in movimento. Sembra tagliata a metà, essendo visibile solo l'abitacolo a discapito della zona inferiore dei pneumatici tolti completamente dalla visuale. Ma l'agente non ci pensa su...e preme il grilletto. E fa fuoco. Booom......!!!
La pistola sputa una lingua ardente ad altezza d'uomo. Si alza del fumo. È un attimo. Il bossolo, 8 grammi mantellati ottone-rame, parte dritto per dritto. Parte e schizza. Schizza velocissimo verso l'obiettivo. 385 metri al secondo, la linea di mira di 115 millimetri, gittata massima (impugnata l'arma a 45°) di ben 1.700 metri. È un proiettile "camiciato", con più forza perforante. Come un lampo, il proiettile supera i due guard-rail a tripla onda che separano le due corsie di senso opposto dell'A1. Supera anche una rete posta sul new-jersey centrale. Correndo parallelo all'asfalto, percorre una traiettoria di circa 66 metri. Volteggia tra 6 corsie autostradali (4 di marcia, 2 di emergenza) dove passano auto e moto di grossa cilindrata (oggi i Tir sono interdetti). Come una saetta. Come un missile, ma non è un missile: è un proiettile. Evita le macchine in transito. Evita chi da Firenze viaggia per Roma e chi da Roma va verso Firenze. Evita tutto. Evita tutti ed infine il proiettile centra, entrando inesorabilmente all'interno del finestrino posteriore del lato sinistro della Renault Scénic. È un proiettile beffardo. È un proiettile infame. In una frazione di secondo, un tuffo al cuore... Che stia succedendo qualcosa di incontrollabile a Gabriele, ormai gli amici lo hanno realizzato.

Gabriele Sandri, 26 anni, è stato ucciso. Così.


Aggiungo soltanto che, ad oggi, non mi risulta che l'assassino abbia fatto un solo giorno di galera.

Marco.

1 commento:

  1. ...E' lunare che quell'agente sia ancora libero.
    E' sconvolgente !

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