giovedì 6 novembre 2008

Il diritto di tappo.



Il diritto di tappo è quella simpatica usanza che permette al consumatore di portarsi la boccia che vuole al ristorante e pagare un piccolo emolumento al ristorate (appunto il diritto d tappo) per lo stappaggio, eventuale secchiello e così via.

L'avete mai fatto?
Ora vengo e mi spiego.
Io solo di recente, anche perchè i ristoratori con i quali ho confidenza sono pochi e, pur se l'idea mi stuzzicava, non ho mai avuto il coraggio di chiederglielo. Che poi andrebbe fatto anche se il ristoratore non è in confidenza con te, anzi forse ti viene meglio pure.

Esaminiamo la questione dai diversi punti di vista:

1) Punto di vista del consumatore: il vino al ristorante costa tanto, in alcuni casi troppo. Non c'è una legge, se non morale e di mercato, che impedisce ricarichi eccessivi. In ogni caso rimane sempre valido il concetto che il vino di pregio me lo compro in enoteca e me lo bevo per conto mio. Ma questo potrebbe essere fatto anche direttamente al ristorante. Anche perchè penso che nessuno sia così scemo di abbinare un "aia" (Sassicaia, Ornellaia, Solaia, Gaja, etc) ad un bucatino all'amatriciana e quindi teoricamente si opterebbe per una cucina un minimo ricercata, se non altro per la qualità. Ma questo è un altro discorso. In fondo io sarei contento che me lo lasciassero fare e, sempre che la cucina sia valida, conserverei un bel ricordo e tornerei.

2) Il punto di vista del ristoratore: se fossi ristoratore mi potrebbe prendere un pochino a male, perchè rinuncerei ad un'entrata (la differenza fra il ricarico e il costo della bottiglia) e sopratutto perchè con i vini della cantina che ho allestito per il ristorante che ci faccio? In particolare, se fossi uno onesto, mi dovrebbe rodere più per il secondo motivo visto che il primo è meno ostentabile (che diamine, faccio il ristoratore non l'enotecario).

3) Cosa accade all'estero: ovviamente non sapendo bene il meccanismo in Italia, figuratevi quanto ne so all'estero, però da una ricerca su internet ho scoperto che questa cosa è abbastanza in voga nei paesi anglosassoni (Usa, Canada, Australia e Nuova Zelanda) con gli acronimi di BYOB (Bring Your Own Bottle, più o meno letteralmente "portate la boccia tua") o Corkage Fee (equivalente del nostrano diritto di tappo).

Avevo letto che digitando diritto di tappo su google sarebbero usciti fuori dei ristoranti che praticano questa simpatica iniziativa ma la mia tolleranza di lettura di pagine google di risultati (+ o - 3) ha dato esito negativo.

Comunque la si veda mi sembra che alla fine un compromesso di può trovare, in modo da lasciare tutti soddisfatti. Anche perchè penso che non siano molti quelli che si porterebbero le bocce al ristorante e in tal modo le finanze dei ristoratori non ne risulterebbero granchè decurtate nell'immediato, e anzi in prospettiva si guadagnerebbero dei clienti.

Voi che ne dite?

Stefano.

8 commenti:

  1. ecco un'altra cosa nuova...

    siete sempre un'inesaurible fonte di sapere e spunti

    non sapevo che anche in Italia si potesse fare...

    di fatto però avete ragione, spesso in molti ritoranti i ricarichi sono eccessivi e forse in parte questo "diritto di tappo" potrebbe esser un ottimo spunto per avere un commercio del vino a prezzi onesti!!!

    in effetti a volte è un salasso andare al ristorante, e per quanto si mangi e si beva divinamente a volte il prezzo è eccessivo per molti, che spesso ripiegano su cucine e cantine meno attente e tante volte perdono il gusto di godersi la tavola...

    credo che se iniziassimo in molti a usufruire di questo diritto penso che forse i ristoratori inizierebbero a riconsiderare i prezzi delle loro carte dei vini

    obiettivamente: spendere 64 euro di una bottiglia (Ronco delle Mele) in un ristorante quando alla fonte non pago più di 25 euro mi pare eccessivo, ok ero al Bauer, ok ero seduta in terrazza, ok ho mangiato divinamente ed ero seguita da uno chef de rang che era anche sommelier professionista.... ma....

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  2. Grazie mille Silvia.
    Facciamo un'associazione "W il diritto di tappo"?

    :)

    Stefano

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  3. mio moroso proporrebbe "W il dirito di Topa"....

    ma questo commento non pubblicatelo

    ghhgghghghghghghgh

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  4. Troppo tardi e troppo interessante per non essere pubblicato....
    :)
    Stefano

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  5. A me a Bologna, anche chiesto con tutto il garbo del mondo, mi è stato rifiutato di aprire una bottiglia di vino portata da me. Hanno detto che dal punto di vista fiscale era illegale. Sarà vero ?

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  6. Più si utilizza una scusa elevata, più è una sparata in genere, quindi direi che dovrebbe essere una sonora cavolata.
    Comunque caro Palo, se te la possono articolare meglio questa violazione tributaria, siamo ben lieti di approfondire la questione!

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  7. Salve a tutti,
    non sono un giurista, ma a sentimento anche io credo sia una sparata priva di fondamento:
    - l'iva sul costo della bottiglia infatti è stata pagata regolarmente dal consumatore al momento dell'acquisto in enoteca o altrove, e comunque non rientra minimamente nell'interesse fiscale del ristoratore.
    - il diritto di tappo e la tariffazione di questo invece può essere analizzata: da cliente di un esercizio di ristorazione si paga il "coperto", che equivale storicamente all'affitto del tavolo in cui si consuma il pasto, e che rappresenta la tariffa di servizio per la pulizia del tavolo e del costo del pane nella comune ristorazione. Io credo che il diritto di tappo abbia la stessa identica legittimazione fiscale del coperto (trattandosi appunto di servizio al tavolo e di pulizia dei calici o del decanter), di conseguenza il ristoratore non dovrebbe avere alcuna difficoltà a fatturare regolarmente questo particolare servizio sullo scontrino del cliente.

    saluti, Nicola

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