L'acqua toglie la sete, il cibo toglie la fame, il vino toglie i pensieri!
venerdì 21 novembre 2008
Tendenza confermata: beviamo meno ma meglio
Da Agi 20 ottobre
Investire nella prevenzione promuovendo la conoscenza del vino a partire dalle giovani generazioni puo’ contribuire a fermare gli abusi che negli adolescenti sono spesso provocati dal consumo di bevande alcoliche mascherate da bibite alla frutta. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare i dati divulgati dalla Consulta nazionale sull’alcol e sui problemi ad esso correlati nell’ambito della prima conferenza nazionale sull’alcol. Da un’analisi della Coldiretti sugli acquisti domestici si conferma la tendenza degli italiani a bere meno ma meglio, con una riduzione del 5,2 per cento nel numero delle bottiglie acquistate, ma un aumento dell’uno per cento dei vini a denominazione di origine confezionati (DOC/DOCG) che ha praticamente raggiunto in valore quella per i vini da tavola, sulla base dei dati Ismea/AcNielsen relativi al 2007. L’esperienza dimostra l’efficacia della formazione poiche’ tra molti giovani si sta anche affermando un consumo responsabile di vino che e’ divenuto l’espressione di uno stile di vita ‘lento’ attento all’equilibrio psico-fisico che aiuta a ’stare bene con se stessi’. E il fatto che si stima che almeno il 40 per cento degli oltre 30mila sommelier italiani sono giovani, dimostra - sottolinea la Coldiretti - che cresce tra le nuove generazioni la cultura della degustazione consapevole del vino, da contrapporre al consumo sregolato di alcol. Bisogna invece fermare - conclude la Coldiretti - la diffusione di cocktail, superalcolici e ‘alcolpops’, bibite che contengono spesso vodka e rum mascherate da innocui analcolici ‘ready to drink’ che si presentano con una immagine accattivante di divertimento e socializzazione che favoriscono gli eccessi e il bere fino ad ubriacarsi.
Ok, devo dirlo: d'accordo su tutto tranne che su una cosa. Ma chi l'ha detto che bere una Doc vuol dire bere meglio? Certo il vino da tavola o quello del contadino non saranno il massimo della purezza, della complessità. Ma vuoi mettere quante (scusate il francesismo) CAGATE (scusate il francesismo) di Doc ci sono in giro (vedi vini nella foto per esempio)?
E quanto siano laschi i disciplinari che fanno si che tra due vini della stessa doc ci siano delle differenze abissali (vedi chianti per esempio). A questo proposito se avete tempo e voglia (quando li avrò io lo farò sul blog) andatevi a leggere un po' di disciplinari, metteteli a confronto e scoprirete cosine molto interessanti. Queste cavolo di Doc mi mancheranno poco sono sincero.
Stefano.
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