La sede dell'azienda agricola Stefano Mancinelli si trova nel comune di Morro D'Alba, in provincia di Ancona, in via Roma 62.
Quando sabato 8 novembre di prima mattina la visitiamo la scorgiamo completamente a lavoro pur trattandosi di un prefestivo.
Il titolare non c'è (mannaggia...!) perché è impegnato a ritirare uno dei tanti premi che i suoi vini vincono durante l'anno.
C'è fermento anche nell'adiacente frantoio che è parte integrante dell'azienda e che fa si che ci sia un profumo in tutta la zona davvero apprezzabile.
Profumo di sapori antichi, profumo di genuinità che rimanda a vecchi film in bianco e nero o a qualche ricetta della nonna.
La signora che ci accoglie all'entrata ci fa degustare i vini dell'azienda con molta cortesia ed attenzione.
Prima ci da qualche cenno sull'azienda.
I vigneti e gli oliveti dell'azienda sono per intero sulle colline di Morro D'Alba a circa una dozzina di chilometri dal mare.
La superficie dell'azienda dovrebbe agirarsi, centimetro più', centimetro meno sui 60 ettari e quasi per la metà è adibita a vigneti che sono specializzati per la produzione di vini D.O.C.
Essi sono il Verdicchio dei castelli di Jesi classico e la Lacrima di Morro D'Alba.
La signora che c'introduce ai prodotti dell'azienda ci dice che per migliorare la qualità delle produzioni, la quantità delle uve viene limitata nella fase della potatura secca e con un diradamento del frutto nel momento dell'invaiatura.
La stessa vendemmia, allo stesso fine, avviene sempre con molteplici passaggi, ciò per selezionare ulteriormente la qualità del prodotto.
Veniamo agli assaggi.
Il primo calice che ci viene offerto è il novello Mancinelli.
Su questo preferirei sorvolare.
Diciamo che come tutti i novelli non è proprio vino, anche se questo almeno salva la faccia con un profumo unico al mondo e che non avevo mai apprezzato in un novello.
Il secondo assaggio è la Lacrima di Morro d'Alba classica , anno 2007.
Molto intenso e originale al naso, ma tutto il resto un po' così...insomma diciamo indefinibile.
Sul terzo assaggio si comincia a fare sul serio: Mancinelli Superiore anno 2006.
Un buon vino con profumi e palato caratteristici.Visto l'ambiente non proprio caldo dove viene tenuto, il sospetto che ci coglie è che sia un po' troppo freddo.
Comunque un vino che va assaggiato per conoscere meglio questo vitigno autoctono e perché ha un ottimo rapporto qualità\prezzo: solo 9.20 euro alla bottiglia.
L'assaggio che invece ci da più' problemi è quello della riserva:Terre dei Goti.
Qui lo schieramento è subito chiaro.
Io e Bob (detto Andrea...!)non riusciamo a trovare parole d'apprezzamento per questo prodotto.
Straripante al naso d'accordo, ma poca concentrazione in bocca e eccessivamente corto il finale.
Marco, aborigeno del posto e con più' assaggi del medesimo prodotto, è invece più' ben disposto.
Non che sia cattivo...anzi, però da una riserva ci si aspetta sempre qualcosa di più'.E quel qualcosa di più', almeno io e Bob non lo troviamo.
Marco, lo Jesino, solleva di nuovo il dubbio che la temperatura di servizio possa essere troppo bassa.
Altro dubbio che rimane è quello sul prezzo: più' di 24 euro per una bottiglia di riserva di Lacrima ci sembra troppo.
Confrontando la spendibilità della stessa cifra sul panorama enologico nazionale...non si può' non concordare.
Dunque in conclusione, una visita con più' ombre che luci.
Forse un primo approccio troppo confuso e troppo frettoloso con questa cantina e con il vitigno Lacrima, non ha facilitato la scoperta dei prodotti che ci sono stati offerti.
Da rilevare la gentilezza e la cortesia della signora che ci ha seguito, nonostante avesse un bel raffreddore da cavallo e la cantina piena, non si è tirata indietro e ci ha dato tutte le possibili spiegazioni. Con pazienza e passione.
Disponibilità confermata su tutta la linea: negli assaggi, nel cambio bicchiere, nel preparare le confezioni che comunque abbiamo comprato alla fine della visita.
Per questo e per la fama che i prodotti di questa cantina hanno, ci riserviamo di tornare, magari con più' calma e con una temperatura più' adatta, a visitarla di nuovo.
Marco.
Una precisazione: la riserva di Lacrima da disciplinare non esiste.
RispondiEliminaTerre dei Goti è una linea che fa Mancinelli (ha anche la grappa e il verdicchio) perché gli piace lavorare sulle sperimentazioni. Sia il bianco che il rosso sono realizzati con la tecnica della vinificazione di grappoli che hanno subito un processo di appassimento. Il fatto che i vitigni utilizzati siano verdicchio e lacrima dipende SOLO dal fatto che lui lavora prodotti del suo territorio e quelli c'ha.
Quindi, era solo per dire che i ragionamenti su questo vino secondo me non vanno equiparati ai ragionamenti sulla Lacrima, ma sono proprio a parte.
In ultimo concordo che 24 euro sono proprio troppi.
ciao ciao
Manu
Peccato che non ci sia stato lui, è veramente un bel personaggio.
RispondiEliminaSulla temperatura del vino, devo dire che in realtà lui ha una saletta dove fa fare gli assaggi nell'edificio adiacente alla cantina. Credo che li la temperatura sia più aderente a come dovrebbe essere (oltre alla comodità della faccenda)
L'altra cosa interessante è che quando vengono dei grupponi per la visita (molto numerosi e molto stranieri in genere), gli lascia le bottiglie e ognuno fa per se. E' comunque differente da quelli che ti mettono una lacrima non di morro d'alba ma di vino nel bicchiere. Infatti ci diceva che vende oltre il 60% della sua produzione direttamente in azienda.
Un'ultima consiferazione: il premio, ritirato al Merano Wine Festival, era per una grappa, non per un vino. E lui ne era particolarmente fiero sia perchè tiene molto a tutti i prodotti della sua azienda, sia perchè glielo davano degli altoatesini, che in fatto di distillati sono notoriamenten intenditori.
Stefano
Allora piccolo segno meno per la signora che ci ha servito...era stata lei a dirmi che il titolare era fuori per ritirare un premio per un vino prodotto.
RispondiElimina;-)
Marco.