E venne così,dopo snervanti giorni d’attesa e di preparativi, la sera del primo indimenticabile Melmo-Day. Era il 24 Aprile 2005.
Fu deciso che il battesimo del Melmo dovesse avere le tinte forti del Vino rosso e i sapori goliardici di un misto formaggi e salumi.
Gli “ordini” minimi erano di una bottiglia e di una pietanza a testa per ogni partecipante .
Ma se per la bottiglia si potevano tener nascoste le carte fino a 24 ore prima della cena, per le pietanze fu necessario un lavoro certosino di collegamenti tra i partecipanti.
“Questo non lo portare perché ci pensa lui….quest’altro lo porto io e tu inventate un’altra cosa…di questo ne porto poco che tanto me lo magno solo io”.
Come tutte le prime volte ,anche il Melmo-Day vive sull’approssimazione della prima volta.
Non ci sono schede per giudicare i vini. Non si pensa ad un premio che ricordi la serata. Si cercano abbinamenti difficili fra vinelli e pietanze.
Ma tant’è….la serata è di quelle indimenticabili.
Andrea e Donatella di bottiglie ne portano tre: Barolo (cantina Terre), Pinot Nero (cantina Walch…sconosciuta,ma gli piaceva la bottiglia) e un nobile di Montepulciano della Cecchi.
Stefano e Roberta ne portano due di grande classe: un aglianico Synthesi e un Barbaresco Riserva 1999 Tenuta Carretta.
Io e Simo mettiamo sul tavolo un Grignolino Bersano e un Barolo Terredavino 2000.
Manena ed Igor portano un Rosso Conero Moroder e un Barbera tenute Favà.
Prima ancora di cominciare dalle mie cantine stappo un Brut Franciacorta millesimato (1999) che sarà il protagonista del primo brindisi, ma sui vini torneremo dopo, poiché il primo Melmo si caratterizzerà per l’ingente quantità di cibo che mangiamo.
C’è praticamente di tutto:due gigantesche mozzarelle di bufala (che sembrano due sise dell’Anderson…), pecorino romano a go-go, formaggi valtellinesi e un caratteristico caciocavallo della Val Nerina.Ed ancora un formaggio ,di cui mi sfugge il nome, farcito di pepe nero e un altro farcito di tartufo.
Per i salumi si ricordano uno speck molto stagionato, la soppressata molto piccante, un lonzino tagliato molto spesso un dolcissimo prosciutto.Vogliamo ricordare i due tipi di pane o pizza con cui abbiamo “scarpettato” la serata…?
Oppure vogliamo parlare di quelle olive giganti e divine ?
Che dire: da infarto al solo ricordare, ma i nostri stomaci multipli ingurgiteranno molto assai e sarà davvero poca la roba che rimarrà a fine pasto.
Ma torniamo al sodo: tra sfottò e mancanze di fiato,causa il troppo mangiare, si stappavano ,una dopo l’altra le bottiglie.
Il vino peggiore è sicuramente il mio Grignolino.
Igor ironizzerà nei giorni seguenti sulla sua somiglianza al chinotto e come dargli torto ?Era davvero imbevibile. A seguire, nel demerito, vanno a braccetto il Pinot Nero, il Rosso Conero e il nobile di Montepulciano che forse viene un po’ accantonato poiché conosciuto da tutti.
Una menzione tutta loro la prenderanno i due vini della famiglia Amorino: secco e potente l’aglianico, davvero molto gradevole il Barbaresco riserva.Rimangono largamente incompresi, per via del tasso alcolico già troppo alto, i due Baroli che secondo me avrebbero meritato maggior rispetto.
Ma a rubare completamente la scena sarà inaspettatamente il Barbera di Manena.
Eh si, proprio il vino della meno bevitrice del gruppo, che quella sera centellinerà il vino nel bicchiere, ma non mancherà nell’associare ogni vino ad un aggettivo che gli passa nella testa.
Mette d’accordo tutti se pur con sfumature diverse: è il miglior vino della serata e vince per distacco.Dunque Manena vince il primo Melmo-Day ed entra di diritto nell’albo d’oro della manifestazione.Difficile pensarlo qualche ora prima, forse semplicemente un po’ fuori degli schemi.
Ma la vittoria è limpida e meritata.
Si mangia il dolce,fantastico all’occhio, ma ancora meglio in bocca ed in panza, tra fiumi di amari diversi che sfondano definitivamente qualsiasi soglia di ingordigia.
Vengono posizionate le bottiglie , ormai vuote, sul ciglio del camino per le immancabili foto ricordo.
Tra schiamazzi , ululati , latrati possenti e canti nazional popolari si chiude la prima pagina di un racconto ancora molto lungo…
Manena si porta a casa il primo “scudetto”, tutti ci portiamo via il ricordo di una serata bellissima.
Apperò quanto avete bevuto!!
RispondiEliminaCome inizio mi sembra niente male!
complimenti a Manena per essersi aggiudicata il titolo|
:)
Voglio essere anch'io un melmoso: girare per gavardo e dire fiero: I am a human melma!
RispondiEliminaNon devo partire per l'Iraq. Che dite? Mi adottate ?
Ciao Lorenzo,che gioia vederti passare di qua !
RispondiEliminaFammi parlare con gli altri...in fondo il prossimo Melmo potrebbe essere alle porte !
Marco.
Grande Lorenzo. Che onore averti nel nostro blog!
RispondiEliminaA proposito del primo melmo-day, volevo semplicemente dire che il prosciutto da noi portato era della Valnerina, splendida terra del ternano.
Per il resto bel racconto, complimenti a Marco.
Stefano