giovedì 25 giugno 2009

Settembrini - Roma: preludio alla rece.

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Sembra un vetusto titolo di una canzone di Bach interpretata da Rostropovich (per chi avesse voglia di sentirsela, e ve lo consiglio caldamente: clicca), ma in realtà è solo un accenno di rece.

Accenno sostanzialmente perché mancano le foto, perché quando sono andato a cena in questo posto ero con altre persone e mi vergognavo un po’ di fare le foto ai piatti: abbiate pietà di un povero blogger in via di estinzione ed evitate ironie, please. In ogni caso siccome ho mangiato e bevuto molto bene, tornerò presto in questo posto, per completare la rece.

Passando al dunque, il ristorante Settembrini si trova, guarda un po’, a Via Settembrini a Roma. Noi abbiamo mangiato di fuori, su un marciapiedi abbastanza ampio da non farti pensare che stai su un … marciapiedi. Sono anche entrato dentro, districandomi tra un centinaio di massoni che avevano prenotato il locale, e devo dire che anche il dentro è molto carino. Le apparecchiature sono sobrie ma eleganti. Una nota veramente di merito va data sia al menù che alla carta dei vini. Al menù perché molto bello: non c’è un affollamento di piatti dai nomi troppo lunghi che ti costringe a immagazzinare complicate combinazioni ma allo stesso tempo una buona scelta di pesce con il necessario per comprendere la ricercatezza della cucina. Inoltre a parte ci sono delle proposte del giorno dette a voce. La carta dei vini è uno spettacolo: accompagnata da frasi o da poesie, con ricarichi che definire onesti è poco e soprattutto fatta con un’intelligenza veramente rara. Se devo fare un appunto è che ci sono pochissimi vini laziali, ma questa non è solo colpa del ristorante: diciamo che è un cane che si morde la coda e basta, perché non è questo il momento di questa discussione.
Ho assaggiato un primo molto molto buono, sostanzialmente dei ravioli ripieni di una purea di fagioli in un "brodèn" di cozze.
Delicatissimo, ma molto buono.
Come secondo è arrivato il pescato del giorno, che consisteva in una versione cotta e cruda dello stesso pesce (una ricciola se non ricordo male) in due salse: una di zucchine e una anche con i fiori. La parte cotta era semplice ma molto buona e saporita. Il crudo era una tartarre semplicemente spettacolare.
Abbiamo concluso con un dolcetto che per me era una torta ai 3 cioccolati.
Molto buona, ma forse un po' pesante.
Capitolo beveraggi: ci siamo ovviamente affidati all'esperienza di Roberto (che prima o poi scriverà per noi...) che ci ha fatto prendere un bel Mersault, di cui non so la casa, arrivato un po' freddo e chiuso ma apertosi in poco tempo in tutta la sua bontà.
E per non farmi mancare nulla non mi sono negato un bicchiere di buon whiskey.
Conto totale, circa 60 euri a cranio, ma considerate che solo la boccia di vino ne costava 55!
In sostanza: bella esperienza, da ripetere il prima possibile (con foto).


Stefano.

3 commenti:

  1. Anche io adoro questo ristorante e il suo sommelier, Luca, il poeta del vino.

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  2. Locale accogliente, servizio buono, lista dei vini soddisfacente, ma ricarico alto, cibo molto buono, porzioni micragnose: una zuppa di pesce sarebbe entrata in una tazza da caffèlatte. Per 60 € a testa vorrei uscire sazio.
    Posto da piacioni, ideale per portare a cena fuori una donna a dieta.

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  3. Locale accogliente, servizio simpatico, lista dei vini soddisfacente con ricarico alto, cibo molto buono, porzioni micragnose: una zuppa di pesce sarebbe entrata in una tazza da caffèlatte. Per 60 € a testa vorrei uscire sazio.
    Posto da piacioni, ideale per portare a cena fuori una donna a dieta.

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