venerdì 18 dicembre 2009

Ristorante Nando a Grottaferrata.

E' una serata con arietta fresca e frizzante quella del 30 ottobre che ci vede dirigerci verso il ristorante Nando di Grottaferrata.
Io e Simo non ci siamo mai stati, ma abbiamo sempre avuto ottime referenze su questo locale storico e tradizionale che da anni è un punto di riferimento ai Castelli.

All'entrata ci accoglie un gentile cameriere che ci fa scegliere tra gli ultimi due tavoli da due.
L'ambiente è proprio come me l'aspettavo: curato, abbastanza elegante e sobrio.
Non da proprio l'idea di un ambiente caloroso, ma ha comunque i colori rassicuranti che uno si aspetta da locali di questo tipo.
In tutto sono due salette piccole, nella prima, quella adicente all'entrata, dove ci sediamo noi ci saranno in tutto una decina di tavoli per un massimo di 30 coperti.
Lo spazio che separa i singoli tavoli non è molto, ma sapientemente creato da piccoli componimenti di mobili-arredo un po' così...

Ci viene subito portato un ridicolo cesto del pane ed i menu.


Fin da subito il servizio ci sembra un po' troppo pressante, poichè dopo appena trenta secondi dall'arrivo del menu ci viene chiesto quale antipasto abbiamo scelto.

Nei menu che ci vengono portati ci sono pochi, e "brutti", vini, chiedo ed ottengo la lista vera e propria in cui troverò un'ottima panoramica di vini nazionali con ricarici assolutamente onesti.
Se stessi scrivendo una guida direi super bonus.

Superato l'impatto iniziale ordiniamo gli antipasti.
Io ne ordino uno con porcini crudi, scaglie di parmigiano e bresaola di cervo.
La foto sotto non rende bene l'idea, ma era molto buono.


Simona invece prende un antipasto con mozzarella di bufala e bresaola spagnola.


Direi che era buono, molto buono, anzi ottimo.
Materie prime eccellenti e buon equilibrio tra gli ingredienti.

Nel frattempo ordino il vino, una bottiglia di Sagrantino Caprai del 2001, ma mi viene portato un 2002...chiedo spiegazioni e, immagino il proprietario, con molta gentilezza cerca l'annata richiesta a lungo prima di arrendersi e di dirmi che la lista era sbagliata a che l'anno 2001 non c'è.
Cambio "orientamento" e chiedo un Harmonium della Firriato anno 2004.
Arriva in un batter d'occhio.

Dopo gli ottimi antipasti che vi ho descritto, ci buttiamo sui primi.
Io ne scelgo uno tipicissimo della cucina romana: i rigatoni con la pajata.


Il piatto si dimostra fatto sapientemente: buono, ma non eccessivamente pesante.
La porzione è normale, il condimento è super.
Davvero ben fatto.
Di tutt'altro sapore, consistenza e gradevolezza è il primo di Simo.
Senza dubbio il piatto peggiore della serata.
I bentagliati con asparagi, radicchio belga e pecorino.


La pasta è troppo fina ed è una "tanticchia" troppo al dente.
Il sapore è delicato, ma i componenti del piatto non sembrano in armonia tra loro, nè riescono ad amalgamarsi troppo bene con la pasta.
Siamo ad una sofferta, anzi soffertissima sufficienza per me, ed a una insufficenza secondo l'insindacabile giudizio di Simo...

Non sazio mi faccio portare il menu per il secondo.
L'ambiente è soft, le chiacchiere degli altri commensali non disturbano e la fame, sotto-sotto, c'è ancora.
Scelgo un carre'di cervo con ginepro e vino rosso .


Inizialmente mi sembra discutibile la cottura, ma poi al primo boccone capisco che va benone.Ottimo piatto sia come condimenti, sia come porzione.

Simo invece ha già fatto il pieno e non vorrebbe prendere nient'altro prima del dolce.
Insistendo le faccio decidere di assaggiare il contorno del giorno: i porcini arrosto, ben consigliati sulla lavagna in fondo alla saletta.


Ottima la materia prima, si sente che sono freschissimi, ottima la cottura, ma la porzione (che costerà 16 euro!!!!) è assolutamente scarsa.
Peccato perchè sarebbe bastato mettere un funghetto in piu' per quadrare il cerchio...

Passiamo al dolce con due stati d'animo diversi: io molto contento, Simo un po' meno.
Qui commetto un'ingenuità: ordino il sorbetto ai fichi d'India.


Buono, con un ottimo sapore, ma troppo freddo per la stagione.
Al terzo boccone mi si congela il palato.
Simona invece opta per il tris di assaggini della casa, che, vista la circostanza di non particolare affollamento, vengono fatti scegliere.


Si tratta di creme brule', cioccolato venezualano e quenelle alla castagna.
Buoni il "venezualano" e la "castagna", un po' meno l'altra.

A chiudere mi viene offerto un amaro Montenegro.

Il conto finale sarà di 123.50 euro, così divisi:4 euro per il pane ed il coperto, 20euro per gli antipasti, 22 euro per i primi, 32 euro per i secondi, 13 per i dessert e comprenderà anche una bottiglia d'acqua leggermente frizzante .
Il vino incide per 30 euro.

Considerazioni finali.
Un buon locale, dove tornerei volentieri.
Le uniche pecche riguardano solo un cameriere occhialuto troppo stressante e qualche sbavatura qua e la che con un po' piu' di attenzione si possono "curare".
La cucina è di indubbio medio-alto livello, l'ambiente nell'insieme gradevole.
Mi sono ripromesso di tornarci al piu' presto per assaggiare qualche piatto con il tartufo bianco di Acqualagna e chissà che non ne escano delle belle...


Marco.

Nando, via Roma 4 a Grottaferrata, telefono 069459989, chiuso il lunedi.

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