lunedì 21 dicembre 2009

Antico Ristorante Sora Maria & Arcangelo ad Olevano Romano.

E' una calda ed assolata domenica di ottobre, precisamente il 4 ottobre, quella in cui i miei genitori ci invitano dalla Sora Maria.
Questo locale per me è da sempre un punto di riferimento enogastronomico importante e piu' volte, anche qui sul blog, l'ho definito come il miglior ristorante della provincia di Roma, capitale esclusa.

Per chi non fosse molto avvezzo ai dintorni di Olevano Romano, cittadina che ospita questo magnifico locale, basta dire che si trova a pochi chilometri da Roma, risalendo la statale Maremmana IIIa, appena superata Palestrina.
La cittadina, che conta circa 6500 abitanti, è adagiata in collina ed è anche nota per aver ospitato nel 1800 importanti pittori tedeschi, danesi e francesi che l'avevano scelta come meta del loro "viaggio in Italia".
Tale esperienza veniva all'epoca considerata irrinunciabile al fine di acquisire l'abilità nella riproduzione di paesaggi caratterizzati dalla luce, dal colore e da una natura selvaggia ricca di rocce e querce.

Ma torniamo a noi...la formazione schiera, oltre al sottoscritto con moglie e prole, anche quell'inappetente e astemio(se mi sente so' dolori!) di mio cognato Aurelio con mia sorella e i due nipoti.
Devo ringraziare soprattutto Francesco, il nipote maggiore, che si è prodigato in foto e spiegazioni tecniche che hanno reso possibile questa rece.
Veniamo sistemati, dal gentile e celere servizio di sala in un tavolo a forma di L, particolarmente adatto alle nostre esigenze.
E subito arrivano due ottimi e fragranti cestini di pane.


Giusto per farci venire un po' di appetito in piu' veniamo sistemati vicino allo splendido tavolino, "aspartato" direbbe qualcuno, che custodisce formaggi e salumi un po' particolari...


A parte la sistemazione, tutta la parte che precede il pranzo è un autentico disastro.Roba che se me l'avessero racontato, avrei fatto fatica a crederci.
Vado a raccontare per sommi capi.
La prima volta che mia sorella si alza urta un portalampada del 1800, con lampada accesa dentro, fatto in ferro che la ferisce in testa.
Bella la lampada come arredo, ma messa a quell'altezza è un pericolo costante che mette a repentaglio ora la "zucca", ora un occhio, nella migliore delle ipotesi la spalla, dello sfortunato commensale che se la trova vicino.
Al momento di ordinare il vino richiediamo un bianco, un Pinot grigio Colterenzio, e un rosso, un Barbaresco dei Produttori 2001 Porà.


Ci vengono portati, senza avvertimenti nè avvisi, un Pinot grigio Villa Russiz e un Barbaresco dei Produttori 2001 Ovello...già la cosa di per se mi fa "stranire", ma il peggio deve ancora arrivare.


La sommelier "esperta" arriva con due classiche "mutande" da raffredamento-bottiglia e ne mette una al bianco, e va bene, ed una al rosso.
Potete immaginare la faccia inorridita del babbo che insegue la sommelier fino in cantina, con intenzioni assassine...Scherzi a parte, errore grave e neanche scusabile.
Un locale di questo tipo non ha mai, nelle mie visite precedenti, messo in mostra questi errori così impossibili da giustificare.
Andiamo avanti.
Dai menu ognuno estrapola il suo antipasto.
Simo e mia sorella prendono un involtino croccante di pastafrolla pieno di toma piemontese e funghi porcini.Entrambe lo gradiscono molto e lo definiscono buono.


Io mi arrovento contro un ottimo carpaccio di vitello con cipolline rosse e tartufo.
Davvero molto buono.


Mio nipote Francesco sceglie il galletto fritto in salsa agrodolce con lo zenzero.
Ottima l'idea, ma risulterà nel complesso un po' troppo piccante.


Aurelio invece si sbarazza del piatto del giorno: un carapaccio di funghi porcini crudi con frutti di bosco.
Aspetto bello, riuscita del piatto ottima.


Nel complesso gli antipasti ci lasciano piu' che sodisfatti e con essi cominciamo a riconcigliarci con l'ambiente "ostile"...
Per i primi c'è solo l'imbarazzo della scelta, sarei potuto star li a leggerli e rileggerli per un'ora o forse piu', ma alla fine scelgo, insieme ad Aurelio, le fetttuccine fatte con il mattarello condite con uovo, guanciale e cipolla.


L'uovo tende ad appesantire un po' il piatto che però rimane su vette di sapore-godimento molto alte.
Il piccolo Valerio, zitto,zitto si sbrana un piatto tipico del locale: i cannelloni della Sora Maria.Vi metto la foto perchè possiate giudicare.


Lui ha impiegato pochi secondi per finirli, ma guai a chiedergli se gli era piaciuta...era troppo preso a giocare con la cuginetta !
Simo, come primo, si gusta dei succulenti maltagliati all'uovo con ragu' di coniglio.


Sarà molto soddisfatta alla fine e non prenderà il secondo, uno dei pochi commensali, perchè piena abbastanza.
Mia sorella ci mette molto a decidere.
Per lei, a cui dobbiamo la scoperta di questo locale, ritornare qui è sempre un crocevia tra il gustare nuovi piatti o riprendere quello che "...conosco già, ma è troppo buono!"


Alla fine sceglie le pappardelle al sugo di cacciagione classico e, terminato il piatto, sarà molto soddisfatta.
Papà, ripresosi dallo spavento del ghiaccio sul barbaresco, mangia degli ottimi strozzapreti conditi con zucca, baccalà, pinoli e scamorza.
Purtroppo non ho la foto, ma a giudicare dal sorriso di babbo, direi che gli sono piaciuti assai.


Questi qui sopra sono invece i rigatoni che mangia Francesco.
Sono conditi con fiore di zucca, cacio e i mitici tre pepi.
Anche il ragazzetto, si fa per dire perchè è alto quasi due metri, se li sbafa molto contento.

Al primo giro di boa ci arriviamo molto allegri e soddisfatti.
L'ambiente è ottimo, il servizio è cordiale, mai assillante, preciso e per nulla invadente.I tempi sono quelli giusti.
Soprattutto uno dei ragazzi che segue il nostro tavolo è molto disponibile e cortese, anche quando c'è da esaudire un desiderio della principessa Sofia...

Ancor prima di ordinare i secondi però...ci accorgiamo che il vino rosso è terminato.
Squillo di tromba e lista dei vini di nuovo sul nostro tavolo, oppurtunamente viene allontanata la sommelier "esperta" di cui sopra...
Scherzo, ovviamente !
Scegliamo un Flaccianello 1996, ci viene portato un 1999 perchè il 96 era terminato.
Sarà strepitoso.


La riflessione sul secondo dura poco, giusto il tempo di sgranchire le mascelle.
Io ho l'onore di mangiare un coscio d'agnello con carciofo.Giudizio:delicato e buono.


Aurelio e mia sorella gustano la tagliata di controfiletto argentino con funghi porcini e tartufo dei monti simbruini.
Alla fine saranno mollllto soddisfatti.


Il buon Francesco è stuzzicato dal cinghiale cucinato un po' tipo gulash, con pepe, frutti di bosco e spinaci di contorno.
A suo giudizio ancora una 'nticchia troppo piccanti.


Papà ordina un eccellente piatto di bauletti di coniglio con provola, prosciutto e carciofo di contorno.


Se per i primi e gli antipasti i piatti viaggivano ad una qualità medio-alta, per queste pietanze mangiate come secondi siamo su livelli decisamente alti.
Le materie prime sono tutte straordinarie, la presentazione del piatto non è mai lasciata al caso ed i sapori sono spesso incontri di tradizione e genialità del cuoco.
E proprio nell'ultimo punto trovo una particolarità di questo locale che me lo fa preferire a tanti altri.

Quanti di voi dopo questo lauto pranzo si sarebero fermati ?
Se vi conosco bene, popolo di enogastrosboroni, pochi, molto pochi...ed anche noi abbiamo continuato.
Ecco qui sotto lo splendido mix di formaggi, tutti Laziali, che degustiamo con le ultime gocce di Flaccianello.


Erano quantificate come due porzioni, quindi potete desumere anche voi che non erano proprio quantità abbondanti.
Francesco nell'intenzione di sezionare uno di essi ci rimette quasi una falange...

Per finire vi posto le foto dei dolci presi, il primo è il tortino di cioccolata.


Questo è uno strudel un po' particolare.


Questo lo mangia Aurelio, ma non chiedetemi cos'è perchè quando ha ordinato rincorrevo Sofia...


Questo qui sotto invece è il mitico saccottino caldo con crema e frutti di bosco.
Da solo vale i chilometri ch si fanno per arrivare ad Olevano Romano.
E' molto buono, è la star dei dolci del locale e ,senza dubbio avrete capito tutti, che è anche il mio preferito.


Sei caffee e distillati vari, a giudizio di Aurelio spettacolari, chiudono il "pranzetto".
Mi sembra di non aver dimenticato nulla...

Il conto totale è di 429.00 euro, così suddiviso: 8 pani 24euro(ancora il pane sul conto ?fischi, fischi !), 3 acque 6euro, 7 antipasti 72euro, 8 primi piatti 80euro, 5 secondi piatti 77euro, 2 formaggi 24euro, 5 dessert 45euro, 6 caffee 12euro.
Il vino incide in questa maniera: il bianco 16euro, il Produttori 33euro(prezzo strepitoso!!!)e il Flaccianello 40euro(prezzo spaziale!!!).
Direi superbonus per i ricarichi onestissimi sui vini.

Considerazioni finali.
Il locale si conferma qualitativamente molto bene.
Tutto quello che si è mangiato è stato frutto di un mix di materie prime scelte accuratamente sul territorio, di sapiente elaborazione e di un pizzico di originalità che non guasta mai.
La lista dei vini è ampia e permette, volendo, di abbinare grandi vini a grandi pietanze.
Pesa la prima parte dove il servizio non si è dimostrato all'altezza, ma poi è andato davvero tutto benone.
Di piu' non voglio dire perchè sembrerebbe una sviolinata troppo sdolcinata, d'altronde le foto sono li a dimostrare che i giudizi positivi, che il locale prende un po' da tutti, sono ampiamente meritati.
Da parte mia confermo il podio nella provincia, Città eterna esclusa, per questo locale e lo consiglio apertamente a tutti gli appassionati di pranzi e cene molto buone.


Antico Ristorante Sora Maria e Arcangelo, Via Roma 42 ad Olevano Romano, telefono 069564043, chiuso il lunedi sera ed il mercoledi.

Marco.

5 commenti:

  1. Da primo della provincia...al podio della provincia, un po' in discesa dunque ?

    Paola.

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  2. Direi di si.
    La motivazione va cercata nella prima parte da incubo !

    Marco.

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  3. Quale sarebbe la parte da incubo??

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  4. Caro Anonimo, la prima parte è piena di piccoli, grandi contrattempi...e per un locale di quel livello non è bene che ci siano.
    Il giudizio generale rimane molto buono, ma quei nei ci sono stati.

    Marco.

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