domenica 9 ottobre 2011

Vacanza in Provenza,diario di viaggio undicesima parte...

Diario di bordo,20 Agosto.

Che caldo ! La temperatura oggi è stata elevatissima, verso le 14 in macchina segnava 38,5 gradi, un inferno totale che rende difficile anche fare le cose più semplici.

Noi comunque non ci siamo fatti intimorire, zaini in spalla ci siamo mossi prestissimo dalla “base” e in primis abbiamo invaso il dormiente paesino alla ricerca di cibarie per il nostro pic-nic, in secundis abbiamo allargato la cartina e ci siamo inerpicati sulle piccole strade, curvose e strette del gran canyon del Verdon.


Lo spettacolo è sublime. Il grande lago che viene delimitato dal Canyon, e che dovrebbe chiamarsi Ste Croix, assume sempre delle tonalità fantastiche dal verde al celeste, passando ad un turchese che scioglie il cuore…


Abbiamo preso la strada del versante destro, non poteva essere altrimenti, e siamo arrivati nel punto di maggiore altezza del canyon a quota 1280 metri sul livello del mare. La strada è stata dura, Sofia si è sentita anche male, gli automobilisti francesi dimostrano quasi sempre di essere pessimi, ma oggi alcuni di essi hanno superato tutte le negatività possibili.

Tornando al canyon è bello da farsi ed è bello fermarsi ad ogni belvedere per vedere il fiume diventare ora grande, ora piccolo, ora lago.
La vegetazione circostante è folta, verde e molto “forte”.


Dove c’era ombra, c’era sempre un’arietta fresca che aiutava e sconfiggeva la calura davvero pesante.

Alla fine del giro ci siamo seduti su una di quelle panche da pic-nic per turisti, abbiamo allargato le nostre pagnotte, i nostri formaggi, i nostri salumi insieme a cinque bottiglie d’acqua, una di vino bianco del Verdon ed a una di coca cola.

Tra una risata e l’altra, tra una caccia alla mosca ed una all’ape, ci siamo mangiati tutto e verso la fine un parapendio ha scelto di atterrare a pochi metri da noi. Come un angelo è sceso dal cielo ed ha guidato il suo parapendio bianco-celeste-azzurro fino a terra.


Ho fatto notare a Sofia come dei tanti parapendii che c’erano in cielo, proprio quello con i colori a noi cari ci doveva regalare uno spettacolo simile. I colori del cielo, il volo del simbolo dell’impero…!

Dopo aver sbriciolato l’ultimo pezzo di torta alla cioccolata (buona, anzi buonissima) abbiamo fatto un gesto estremo: siamo scesi a riva del lago per far bagnare i piedi a Sofia.
L’acqua era un brodo, ma per entrare senza le scarpette adatte le ho dette tutte, quelle che ricordavo ed anche altre in lingue multiple…
Faceva realmente troppo caldo per resistere, siamo rimasti poco e poi siamo andati a rinfrescarsi in albergo.

Il pomeriggio, dopo un congruo relax, l’abbiamo passato ancora a gironzolare nelle viuzze di Moustiers, Sofia ha preteso due cartoline da attaccare al suo armadio ed io ho occhiato qualche rosè della zona.


Questo paesetto mi piace per tre motivi: non è mai colmo di turisti, c’è sempre in sottofondo il rumore dell’acqua e perché i parcheggi sono gratis.


Abbiamo consumato la cena al ristorante La Cascade de Glace, che prende il nome dalla posizione che ha: a nemmeno due metri dal fiumicciatolo che divide il paesino in due e che genera, piu’ volte, piccole e rumorose cascatelle.


Con un menu a tre portate a 23 euro per noi ed un menu a 9,5 euro, compresa coca cola, per Sofia, ce la siamo svangata benone ed abbiamo mangiato anche discretamente.

Ora, mentre scrivo e fumo la mia Winston Blu, fa fresco e si sta bene sul patio.
Nel cielo solo stelle, nella testa la scarna organizzazione di domani, ma soprattutto la consapevolezza, mista a nostalgia, che questo è il mio penultimo appunto in terra francese.

Che sonno e che sete, questi francesi condiscono sempre con troppo sale…!






Canzone del giorno: Giulia di A.Venditti.


Momento top : tutti i momenti che guardando il panorama francese mi è tornata in mente la Sicilia.


Marco.

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