giovedì 2 aprile 2009

Ristorante Cala Luna a Roma.

Venerdi 13 febbraio 2009, ore 21.00.
La serata è freddissima, forse la piu’ fredda dell’inverno, ma festeggiare in anticipo il compleanno di Simo diventa un’esigenza fondamentale visto la concomitanza del San Valentino che cade, quest’anno, di sabato.
Il locale ce l’avevano consigliato Bob e signora, era vicino quanto bastava e con una discreta fama.
Si tratta del ristorante Cala Luna a Via Taranto.
Ci mettiamo un po’ per trovare il parcheggio, ma direi un tempo tutto sommato ragionevole, anche grazie alle piccole dimensioni della C1.
Quando entriamo il localino è già affollato in ogni ordine e posto(c’è crisi? bah…).
Si tratta in tutto di due salette, una piu’ grande ed una piu’ piccola, approssimativamente per un totale di 50 coperti.
Il nostro tavolo è all’angolo a destra e nient ‘altro non è che un tavolo da sei con i due posti centrali lasciati vacanti e all’altro lato altri due coperti che verranno occupati da li a cinque minuti.
In sintesi non conosco i nomi degli occupanti di quella sera, ma potrei raccontarvi i loro progetti futuri…
Comunque l’ambiente è carino, simpatico e giovanile.
Molto sobrio e poco elegante, il vociare di tutti i tavoli occupati è un massacro per i timpani e quando arriva il ragazzo-cameriere non potendo ricorrere alle lettere del “paroliamo” deve gridare per farci capire le possibili pietanze.
Alla scelta del vino mi fa quasi tenerezza,gli chiedo la lista, mi risponde che: “..si,c’è la lista, ma glieli dico io i vini ed i prezzi…che si fa prima!”
E comincia, quasi fosse “la cavalla storna” di scolastica memoria.
Al quinto vino che mi urla da distanza ravvicinata, con accento sardo, opto per far finire la tortura con un perentorio:” Ok, va bene questo…”
Per poi scoprire di aver ordinato un Vermentino di Sardegna Argiolas, annata 2008, dal costo di 15 euro.
Diciamocelo…poteva andar peggio !
Ad attenderci sul piccolo tavolo per noi preparato c’è un piattino con il tipico pane sardo, croccante e condito con olio e sale.
Lo mangiamo di gusto mentre attendiamo gli antipasti che ci erano stati proposti.
E che con un ottimo tempo di attesa arrivano.
I primi sono abbastanza classici: insalata di mare, salmone a fettine e gamberetti in salsa rosa con mais.


In sostanza molto buono il primo, da banchetto gli altri due.
A seguire arrivano delle polpettine broccoli e aringhe(sul broccolo son sicuro, sulle aringhe no) caldi e buoni, poi un piattino di moscardini fritti, a mio parere troppo secchi e troppo salati, e il mitico piattone di cozze con sughetto.
Quest’ultimo ottimo per quantità, qualità e temperatura di servizio.
La scelta dei primi è problematica almeno quanto la scelta del vino per gli stessi motivi.
Alla fine di una discreta lotta audio…Simo sceglierà le linguine alle aragostelle ed io le linguine(siamo marito e moglie mica per caso…!) all’astice.

Quelle di Simo erano buonissime.Le ho assaggiate quanto basta per poterlo dire senza il minimo dubbio.
Poi anche lei, che è sempre una discreta forchetta, è rimasta entusiasta di questo piatto.
Una ottima quantità ben condita e servita alla giusta temperatura con un piattone adatto alle esigenze della pietanza e dell’occhio.
Di tutt’altra consistenza e qualità le mie.


Pur presentandosi bene all'occhio, questo primo piatto risulterà condito con troppo sale e forse anche un pizzico di peperoncino di troppo.
Il risultato sarà un sottofondo buono di pesce schiacciato tra il troppo saporito ed il troppo piccante.
Nota di merito alla materia prima, veramente buona.
Sia le aragostelle di Simo che l'interno del mio astice, che ovviamente risentiva di meno del condimento, dimostrano freschezza ed ottima qualità.

Decidiamo di saltare il secondo perchè un po' satolli ed un po' stanchi del baccano e optiamo per il dolce.
I coniugi Bob e Dona ci avevano consigliato un suffle' di formaggio servito in maniera particolare, ma al momento dell'ordinazione il cameriere, dispiaciuto, ci dice che il prodotto è terminato.
Ci accontentiamo di due seadas servite con il trittico dei super alcolici a disposizione(mirto, limoncello e grappa).


Sulle seadas dico solo poche parole: molto commerciali e assolutamente niente di che.
Sul trittico mi dilungo di piu' nella speranza di trovare gli aggettivi negativi appropriati.
Diciamo che il mirto era imbevibile, la grappa troppo alcolica ed il limoncello di Bolzano...
E le tre bottigliette non venivano lavate all'esterno da almeno una settimana...
Sconsolati chiediamo il conto verso le 23.15 proprio quando i tavolini che cominciavano a liberarsi vengono nuovamente ri-apparecchiati per il sesto turno.
Almeno il conto ci fa sorridere un po'.
Per tutto cio' che vi ho raccontato ed in piu' un acqua leggermente frizzante(che come al solito rimane quasi piena...), ci viene richiesta la cifra di 80 euro.
Prezzo in media con la corrente .
Ma a farci sorridere è il modo...un post.it giallo microscopico con su scritto il prezzo a matita.
Per un attimo mi viene voglia di...poi penso che il giorno dopo è San Valentino e concludo alla volemose bene:
"Arrivederci(non penso...) e grazie!"

Marco.

4 commenti:

  1. Sono straordinariamente d'accordo con te, un posto da evitare !

    Zap.

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  2. ho mangiato al cala luna oggi.ho chiesto pochi antipasti e poco crudo e loro mi hanno portato tanto crudo e poco cotto.il risotto alla pescatora era molto salato e condito con un brodo che confondeva tutti i sapori.quindi lo rimandato indietro.dopo 10minuti circa me lo hanno riportato uguale.ho chiesto il conto e con spiacevole sorpresa cera il mio risotto conteggiato e 40euro di antipasti.ora sto a casa che mangio una mela dopo avere speso 70 euro

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  3. premetto che della cucina sarda mi piace tutto a CALA LUNA non mi è piaciuto niente. Entrando nel locale grande al massimo 25mq i tavoli sono tutti appicicati e non si puo' parlare di niente che il cliente accanto non ascolti .piatti troppo saporiti ;la pasta con le aragostelle ,sicuramente congelate, a mio parere era troppo cotta i secondi salati come i prezzi.

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