mercoledì 19 ottobre 2011

Appunti di viaggio, Ulm.


12 agosto Ulm


Nel viaggio dal Tirolo a Strasburgo abbiamo fatto una tappa per pranzo in questa cittadina tedesca lungo l'autostrada. È stata una sorpresa perchè è molto carina. Si trova vicino al Danubio e il centro storico è attraversato da diversi canali collegati al mitico fiume blu.
Nella piazza centrale c'è una grande chiesa Gotica con un campanile altissimo (pare che, tra quelli gotici, il secondo più alto del mondo dopo quello di Colonia).
Purtroppo qualcuno ha pensato di mettere in questa grande piazza anche la ratthaus ossia il comune. Dico purtroppo perchè si tratta di un edificio moderno, peraltro tondeggiante (e stride assai con le forme squadrate del gotico) che con la chiesa gotica non c'azzecca nulla e ne copre anche la vista arrivando dalla via principale. Ho apprezzato molto un'usanza tipica locale. Molta gente si porta una sedia (non so se da casa o se sono li da qualche parte) poi si siede in piazza e si fa .... I cavoli propri: chiacchiera, legge libri, naviga, etc. Fichissimo! :-)





Mangiare: in mancanza di guide specifiche per mangiare qui, ma in generale all'estero, ci siamo affidati a tripadvisor.
Siamo stati indirizzati presso il ristorante "Zunfthaus der schiffleute" che dovrebbe suonare tipo la casa della corporazione dei pescatori, perchè l'edificio si trova proprio a un passo da uno dei fiumi che confluiscono nel Danubio. Il personale era costituito da sole donne mature e piuttosto tedesche (donnoni tipo valchirie.....).
Le valchirie come anticipato da una rece letta non parlano una parola che non sia tedesco ma per fortuna avevano i menù in varie lingue (tra cui italiano e inglese). Abbiamo preso un paio di piatti tipici della cucina "sveva" tra cui una specie di filetto di manzo ricoperto da una salsa speziatissima, fagiolini pieni di aglio e una specie di fettuccine. Non un granchè, ma in generale è una cucina stra-condita e un po' pesante per noi italiani.



Stefano.

domenica 16 ottobre 2011

Appunti di viaggio, Alto Adige.

Ciao, è un po' che non ci si sente, eh? vabbè, lo confesso: un po' mi siete mancati! :-)
Torno a scrivere su questi lidi per raccontarvi la mia vacanza 2011, che è stata incredibilmente bella per tanti motivi. E' stata (per fortuna) anche abbastanza lunga e abbiamo visto tante cose. Non farò recensioni, non ho preso appunti e vado a braccio,però qualche consiglio lo posso dare.
Per questo ho deciso di chiamare questi pochi post "appunti di viaggio", seguendo il percorso cronologico che ho seguito in giro!
Occhio anche ai link: possono esseere comodi!!
Buone letture. :-))

8-12 agosto Alto Adige

L'Alto Adige è una terra strana: paesaggisticamente meravigliosa, umanamente stramba. Ti sembra quasi di essere in Gemania, manco in Austria, a sentir parlare la gente e a vedere quanta poco considerano accenti diversi dal loro. Però sono anche grandi lavoratori e sicuramente gli va dato il merito di tenere la loro terra come un bijou! In quanto a valorizzazione ne sanno come pochi.

Qualche consiglio di viaggio.

Passeggiate: noi abbiamo fatto due passeggiate abbastanza semplici (anche se poi le gambe facevano male parecchio). La prima ad un posto che si chiama Vallonga, un enorme Prato con rocce e panchine dove sedersi a contemplare le Dolomiti. Dura circa un'oretta a cui aggiungere un altra mezz'ora se partite a piedi dal paese.

La seconda parte dal Col Raiser, una cima di 2200 metri che si raggiunge con funivia. Volendo la si può fare anche a piedi ma non è più semplice, anzi è una bella ammazzata. Di li si scende verso Selva di val gardena oppure Santa Cristina, a scelta. Si raggiungono un paio di rifugi, dove rifocillarsi delle fatiche della discesa. Quest'ultima è bella ripida e bisogna stare attenti. Noi abbiamo fatte le pappe al rifugio Juac (1900 metri). Si mangia bene, senza spendere troppo. Attenzione a, sole: li picchia parecchio. Se non mettete la crema rischiate di scottarvi. Infatti io mi sono scottato. Peraltro, visto che stavo lateralmente al sole, mi sono scottato solo la parte destra del corpo .... Ahi ahi!! :-(

Posti da visitare. Selva non è un granchè, più o meno come Santa Cristina: sono sostanzialmente dormitori per sciatori invernali e passeggiatori estivi. I comuni si danno comunque da fare con tante manifestazioni estive. Ortisei è invece più carina. Segnalo tra gli alti il paese Vandoies dove c'è la fabbrica e il museo del Loden (e c'è solo quello me sa....). Il museo è carino, ma piccolo e dal costo di 5 euro, secondo me esagerati. La fabbrica, o meglio lo spaccio, ha un gusto un po' retrò. Le cose più carine sono della Tommy Hilfigher, che non è proprio una cosa tipica....

Molto carino anche Brunico, che ha un bel centro storico e un castello che sovrasta la città davvero incantevole. Si può salire fino al castello a piedi direttamente dal centro. Per visitarlo però si paga perchè nel castello c'è un museo curato dall'alpinista Reinold Messner.

Dormire: noi siamo stati all'hotel Freina. Il posto è decisamente carino e accogliente, con un'ambientazione decisamente tirolese negli arredi.
Si mangia molto bene, e non è una cosa banale sia considerando la tipologia di cucina (diciamo un po' saporita) sia perché la mezza pensione è obbligatoria, almeno nel periodo in cui siamo stati noi. Il personale è stato super cordiale, e la famiglia proprietaria gentilissima: ci hanno anche accompagnato a prendere la funivia per l'escursione al col Raiser, evitandovi la spesa del parcheggio e un bel po' di traffico.

Per mangiare non ho molti consigli da dare perchè noi avevamo la mezza pensione e non abbiamo visitato ristoranti da consigliare o sconsigliare.




Stefano.

giovedì 13 ottobre 2011

Vacanza in Provenza,diario di viaggio dodicesima parte...

Diario di bordo, 21 Agosto.

Anche oggi caldissimo.

Mentre scrivo i primi appunti della giornata, alle 16e30, sono già oltre sei ore che la temperatura è, di molto, oltre i 30 gradi. Un inferno senza se e senza ma.

Questa mattina abbiamo quasi replicato la mattinata di ieri.


Siamo andati al Verdon, il fiume, ma li abbiamo attraversato il canyon alla folle velocità di un nodo, un nodo e mezzo con una barchetta elettrica presa a noleggio.

Lo spettacolo è stato sorprendentemente straordinario. Noi in mezzo a decine di canoe e pedalò, che ovviamente andavano tutti più veloci di noi, che procedevano nello stretto canyon tra riflessi verdi, celesti e turchesi.


Davvero molto emozionante.


Poi una volta riconsegnata la barchetta al Caronte del posto, abbiamo disteso i nostri asciugamani sulla mini spiaggia e ho dovuto rincorrere per un’ora Sofia nell’acqua.


Come sport non è stato granchè, ma mi ha permesso di stare un po’ più fresco…


Per pranzo abbiamo replicato il pic-nic, ma nel cortile della camera d’albergo e con molto meno “roba” di ieri e con una bottiglia di rosè invece che di bianco…


E adesso siamo in attesa che passino le ore più calde del giorno per poi ri-inerpicarci al paesello dove fare le ultime compere,l’ultima cena francese e poi tornare in camera a chiudere le borse, per riaprirle, stavolta, a casetta nostra.

Se è vero, come recita un vecchio adagio, che partire è un po’ morire, anche in questa parte di Francia ci lascerò, anzi già ci ho lasciato, un pezzo di Marco.

Ritengo che sia stata una vacanza talmente “variegata” nei contorni che sia impossibile da paragonare ad altre fatte in passato.

La Provenza offre scenari molto diversi partendo da un comun denominatore che, possono piacere o meno, uniscono mondanità, spontaneità, natura, cucina, storia e sapori in un intorno di chilometri tutto sommato circoscritto.

A caldo è sempre difficile fare classifiche di quello che più è piaciuto e viceversa, si rischia di essere troppo severi con le cose che non hanno garbato i nostri sensi.

…Stasera, Winston in bocca e bottiglietta dell’acqua in mano, non riesco e non voglio riassumere.

La calma piatta che circonda l’albergo ed il paesino mi fanno venir voglia di partire ancora prima e gli ultimi tre rosè francesi, comprati al volo oggi pomeriggio, non leniscono il dispiacere per questa parentesi che si chiude e, come tutte le cose che finiscono, tendono spontaneamente a farti ricordare tante situazioni comiche, felici e gioiose che, gioco-forza, non torneranno più.


Buona notte Francia, prima che il sole sorga di nuovo mi auguro di essere già tornato nella mia magnifica, controversa e bellissima ITALIA !



Canzone del giorno: Mille giorni di te e di me di C. Baglioni.


Momento top: la manovra maldestra con cui, tra le risate generali, ho evitato una canoa stamane nell’attraversamento del canyon…


Marco.

domenica 9 ottobre 2011

Vacanza in Provenza,diario di viaggio undicesima parte...

Diario di bordo,20 Agosto.

Che caldo ! La temperatura oggi è stata elevatissima, verso le 14 in macchina segnava 38,5 gradi, un inferno totale che rende difficile anche fare le cose più semplici.

Noi comunque non ci siamo fatti intimorire, zaini in spalla ci siamo mossi prestissimo dalla “base” e in primis abbiamo invaso il dormiente paesino alla ricerca di cibarie per il nostro pic-nic, in secundis abbiamo allargato la cartina e ci siamo inerpicati sulle piccole strade, curvose e strette del gran canyon del Verdon.


Lo spettacolo è sublime. Il grande lago che viene delimitato dal Canyon, e che dovrebbe chiamarsi Ste Croix, assume sempre delle tonalità fantastiche dal verde al celeste, passando ad un turchese che scioglie il cuore…


Abbiamo preso la strada del versante destro, non poteva essere altrimenti, e siamo arrivati nel punto di maggiore altezza del canyon a quota 1280 metri sul livello del mare. La strada è stata dura, Sofia si è sentita anche male, gli automobilisti francesi dimostrano quasi sempre di essere pessimi, ma oggi alcuni di essi hanno superato tutte le negatività possibili.

Tornando al canyon è bello da farsi ed è bello fermarsi ad ogni belvedere per vedere il fiume diventare ora grande, ora piccolo, ora lago.
La vegetazione circostante è folta, verde e molto “forte”.


Dove c’era ombra, c’era sempre un’arietta fresca che aiutava e sconfiggeva la calura davvero pesante.

Alla fine del giro ci siamo seduti su una di quelle panche da pic-nic per turisti, abbiamo allargato le nostre pagnotte, i nostri formaggi, i nostri salumi insieme a cinque bottiglie d’acqua, una di vino bianco del Verdon ed a una di coca cola.

Tra una risata e l’altra, tra una caccia alla mosca ed una all’ape, ci siamo mangiati tutto e verso la fine un parapendio ha scelto di atterrare a pochi metri da noi. Come un angelo è sceso dal cielo ed ha guidato il suo parapendio bianco-celeste-azzurro fino a terra.


Ho fatto notare a Sofia come dei tanti parapendii che c’erano in cielo, proprio quello con i colori a noi cari ci doveva regalare uno spettacolo simile. I colori del cielo, il volo del simbolo dell’impero…!

Dopo aver sbriciolato l’ultimo pezzo di torta alla cioccolata (buona, anzi buonissima) abbiamo fatto un gesto estremo: siamo scesi a riva del lago per far bagnare i piedi a Sofia.
L’acqua era un brodo, ma per entrare senza le scarpette adatte le ho dette tutte, quelle che ricordavo ed anche altre in lingue multiple…
Faceva realmente troppo caldo per resistere, siamo rimasti poco e poi siamo andati a rinfrescarsi in albergo.

Il pomeriggio, dopo un congruo relax, l’abbiamo passato ancora a gironzolare nelle viuzze di Moustiers, Sofia ha preteso due cartoline da attaccare al suo armadio ed io ho occhiato qualche rosè della zona.


Questo paesetto mi piace per tre motivi: non è mai colmo di turisti, c’è sempre in sottofondo il rumore dell’acqua e perché i parcheggi sono gratis.


Abbiamo consumato la cena al ristorante La Cascade de Glace, che prende il nome dalla posizione che ha: a nemmeno due metri dal fiumicciatolo che divide il paesino in due e che genera, piu’ volte, piccole e rumorose cascatelle.


Con un menu a tre portate a 23 euro per noi ed un menu a 9,5 euro, compresa coca cola, per Sofia, ce la siamo svangata benone ed abbiamo mangiato anche discretamente.

Ora, mentre scrivo e fumo la mia Winston Blu, fa fresco e si sta bene sul patio.
Nel cielo solo stelle, nella testa la scarna organizzazione di domani, ma soprattutto la consapevolezza, mista a nostalgia, che questo è il mio penultimo appunto in terra francese.

Che sonno e che sete, questi francesi condiscono sempre con troppo sale…!






Canzone del giorno: Giulia di A.Venditti.


Momento top : tutti i momenti che guardando il panorama francese mi è tornata in mente la Sicilia.


Marco.

mercoledì 5 ottobre 2011

Vacanza in Provenza,diario di viaggio decima parte...

Diario di bordo, 19 Agosto.

Dopo il rotondo successo della mia Lazio sui macedoni di Skopije, il risveglio è stato benché mai smagliante. Un sei a zero che riapre l’Europa, seppur di serie B, alla prima squadra della capitale.


Tra l’altro è stato curioso il modo in cui venivo aggiornato sulla partita: mio cognato vedeva la partita in streaming a Singapore e ad ogni goal, o azione pericolosa, mi inviava una mail. Io a cena, tra una portata e l’altra festeggiavo, inveivo, smadonnavo…


Stamane abbiamo lasciato Roussillon e ci siamo diretti verso la quinta ed ultima tappa francese del nostro tour.
Abbiamo “rimesso i ferri” alla buon’ora e abbiamo visitato due posti che, diciamo, erano di strada.


Il primo è stato Fontaine De Vaucluse: paesino turistico che ruota intorno ad una fonte di acqua che, non si sa come, sgorga praticamente al centro del paese.
Siamo rimasti soddisfatti a metà dalla visita perché era chiusa la cascata, principale attrattiva turistica, e metà del camminamento verso la fonte era praticamente inutile, dato che il percorso si snodava accanto ad un torrente in secca.


Sofia è rimasta assorta nel sentire il forte rumore delle poche rapide non asciutte...


...ed è stata colpita oltremisura da un vecchio mulino che intorno al 1300 stampava carta e che oggi appare, più o meno, come era allora grazie ad un possente restauro.


Tempo di comprare qualche dolcetto e…via verso la seconda tappa: Isla sur la Sorgue.


Ci siamo arrivati alle 11e30, faceva caldissimo 34-35 gradi, avevamo poco tempo ed anche un’esigenza non da poco: dovevamo pranzare.


La cittadina è famosa per un sistema di canali che circonda l’abitato con annesse alcune pittoresche pale idrauliche d’epoca ricoperte, alcune, di muschio. Fantastica la prima, bella la seconda, alla terza già ti sei rotto…


Questa sorta di “Venezia provenzale” vanta una profusione di negozi di antiquariato unica nella zona e nei fine settimana è una meta ambita da facoltosi antiquari…


Abbiamo visitato tutto il centro in modo coscienzioso: camminavamo piano e in zone d’ombra.


Siamo entrati in punta di piedi all’interno della chiesa Nostra Signora degli Angeli che all’interno ha uno spettacolare barocco che per nulla s’immagina dall’esterno, rude e spigoloso.


Bellissimo anche l’organo che, mi sembra, risalga al 1600.


Vorrei non parlarvi della “pappa”, però lo faccio. Mi sono lasciato attrarre da un ristorante tricolore (strano non lo avevo proprio mai fatto fin’ora…) con il risultato di mangiare al caldo e malissimo.
Colpa mia che non ho resistito al fascino della penna con pomodoro e basilico !

Tutto sommato l’esperienza di Isla Sur la Sorgue, che si è conclusa con l’inzuppamento dei piedi nell’acqua fresca dei canali, sotto lo sguardo a metà tra lo sbigottito ed il divertito dei passanti, è stata bella.


Così come è stato bello, anche se faticoso, il tragitto statale-statale per arrivare a Moustiers Sainte Marie.

“Sotto un sole da deserto, sull’asfalto arroventato…” (chi mi indovina la canzone a cui ho rubato la strofa vince un Barolo della mia cantina) fuori è arrivato a fare 37,5 gradi, la Golf ci ha tranquillamente scarrozzato a destinazione.

Abbiamo faticato un poco a trovare l’albergo poiché passando nel centro affollato di questo piccolo borgo, conta meno di 650 anime, non abbiamo visto il cartello che lo segnalava…


Le prime impressioni su quest’ultima meta sono positive: un manipolo di case arroccate su un monticello a circa 630 metri sul livello del mare.
Anche qui nei vicoletti fanno a schiaffi i negozietti piu’ o meno da turisti, ma c’è un’aria più genuina rispetto ad altri posti.


Anche nel pasto consumato questa sera, non più di una buona pizza con un ottimo rosè A.O.C. del posto, ho rintracciato meno “pressapochismo” che altrove.

Mentre finisco cala la prima delle tre notti all’albergo Clos de Iris, un tre stelle di charme decisamente meno bello dei precedenti, ma domani sarà la volta del Canyon del Verdon e mentre una farfalla notturna quasi si poggia sulla mia sigaretta, ormai mozzicone, mi accorgo di avere sonno, molto sonno…




Canzone del giorno: Maggese di C. Cremonini.


Momento top: Ufficio turistico di Isla sur la Sorgue, la donna allo sportello al mio vorrei una citymap mi risponde “Italiani, vero?” Io e Sofia, in coro, “Si!” e lei “Vi riconosco. Gli Italiani sono sempre i piu’ belli!”



Marco.

sabato 1 ottobre 2011

Vacanza in Provenza,diario di viaggio nona parte...

Diario di bordo, 18 Agosto.

La giornata di oggi l’abbiamo divisa perfettamente in due: la mattina siamo andati a visitare l’abbazia di Senanque ed il vicino paesino di Gordes, il pomeriggio siamo andati a fare la passeggiata tipica di Roussillon.


Partiamo dall’inizio, l’abbazia cistercense di Senanque è stata fondata a metà del XII secolo da monaci venuti dalla abbazia di Mazan nel viverese. Nei vari secoli che seguono attraversa varie fasi di alterna fortuna, in alcuni momenti storici non vi è proprio all’interno alcun monaco.


Solo nel 1988 tornano, dopo quasi cento anni, una trentina di monaci ricollegandosi a secoli di tradizione cistercense.


Dentro il monastero c’è una tranquillità assoluta e nelle varie zone in cui è divisa la struttura si possono ammirare alcuni bellissimi tratti di stile romanico.


La chiesa vera e propria è austera, spoglia, senza candele e fronzoli vari, non vi è neanche un’entrata particolarmente grande. E’ costruita a forma di croce e non vi è nessun ornamento perché niente deve distrarre dalla preghiera oppure disturbare il raccoglimento dei monaci.


Costo della visita 14 euro a cui vanno aggiunti tutti quelli spesi nella boutique del convento in cui c’erano due metri di prodotti fatti dai monaci e settantotto di altro e affini, non c’è che dire, oggi anche le vocazioni hanno le loro speculazioni…


Comunque una visita che consiglierei solo dopo aver visto la più vicina abbazia di Casamari nel frusinate.

Subito dopo ci siamo diretti a Gordes.


Indovinate un po’ chi ha fondato il paesino ? Recita la guida: “ Attirati dai vantaggi strategici di questo nido di Aquile, i Romani v’installarono un oppidum.”


A partire da allora però il villaggio conoscerà tanti periodi incerti e solo nel XVIII e nel XIX secolo ci saranno anni fiorenti. A noi non ha fatto una grande impressione, l’abbiamo utilizzato per comprare dell’ottimo miele e qualche altra cibaria da riportare a casa per il lungo inverno.


Abbiamo buttato un occhio al Castello, siamo entrati nella chiesa di San Firmino, abbiamo fotografato la fontana della piazza e poi, dopo un frugalissimo pasto, abbiamo rimesso in moto la Golf, direzione albergo.


Dopo il riposino di Sofia abbiamo fatto l’escursione paesana di Roussillon: il sentiero dell’Ocra.


Sfruttato a lungo come cava, poi reso alla natura, il Sentiero riceve ogni anno migliaia di persone curiose a affascinate da questo sito.


Sono previsti due percorsi : uno da 35 minuti e l’altro, piu’ lungo, da 50 minuti.


Noi abbiamo fatto quello corto ed il costo è stato di cinque euro complessivi. E’ stata una passeggiata bella ed un po’ difficile, soprattutto per Sofia, per via dei duri saliscendi fatti a “gradoni” .


In tutto ci abbiamo messo un’oretta scarsa, tra foto e lanci di terra…


Segnalazione negativa per la cena in albergo: costo esagerato, cibo scadente e porzioni da fame…


Canzone del giorno: due canzoni di G. Togni Luna e Attimi, quest'ultima mi è stata suggerita...

Marco.


P.s.mentre scrivo i ragazzi stanno facendo a pezzettini i macedoni...;-)