martedì 30 settembre 2008

I vini della vacanza...parte quinta.




Un Brunello di Montalcino senza infamia e senza lode.
Alessandro III, cantina Cecchi, anno 1999.
Aspettarsi di piu' è lecito quando si stappa un Brunello, sarebbe logico quando lo si tiene per piu' di un lustro a riposare nelle dovute condizioni.
Ed invece no.
Non colpisce, nè impressiona questo Brunello della Cecchi che appare spento, scarico, forse già svuotato di una buona parte di quello che doveva dire.
Giudizio personale, quindi sindacabilissimo, ma mi aspettavo molto di piu'.

D'altronde la storica Cantina, che ormai è arrivata a produrre oltre sette milioni di bottiglie, ha fatto una scelta di campo nel mercato estero e questo si sta inevitabilmente ripercuotendo sulla qualità dei prodotti.

Voto:5-.


Marco.

lunedì 29 settembre 2008

Boicottare le Olimpiadi: ma perchè?


Adesso è passato un po' di tempo. L'argomento non avevo avuto modo di trattarlo prima ma ne parlo adesso.
Da circa un anno prima delle Olimpiadi si è cominciato a parlare del boicottaggio, cosa che si è intensificata dopo i fatti del Tibet e poco prima della partenza degli atleti con l'invito, in particolare della Meloni e di Gasparri a disertare la cerimonia di apertura.
Ma perchè? Sinceramente la trovo una cosa molto molto stupida e ipocrita.
Ora vengo e moi spiego.

La trovo stupida perchè i Giochi non sono, o perlomeno non dovrebbero essere, un affare politico. E sbaglia chi pensa il contrario. E' una festa dello sport e basta. C'è gente che si fa un mazzo tanto per anni, a riflettori spenti e che ha in quell'appuntamento il sogno di una vita. Un sogno che forse può accadere una volta sola. E mi sembra che i nostri e gli altri politicanti, così come gli amanti del boicottaggio in genere di questo non si preoccupino affatto.

Nondimeno la trovo ipocrita per un sacco di altri motivi: anzitutto perchè forse la protesta andava sollevata al Cio e non alla Cina.
Quando sono stati assegnati i giochi la Cina non era diversa da adesso, anzi forse era, se possibile, peggio.
E quindi la responsabilità ce l'hanno quelli che questi giochi glieli hanno "regalati", gli stessi che assegnarono le Olimpiadi ad Atlanta invece che ad Atene nell'anno del centenario.
La trovo ipocrita anche perchè i nostri politicanti potrebbero invitare le nostre aziende a boicottare fornitori e clienti cinesi, che sono pur sempre una goccia ricca in un mare di povertà di manodopera.
Ma anche questo non mi pare un argomento di attualità nei discorsi.
Ma sopratutto la trovo estremamente ipocrita perchè i nostri politicanti sanno benissimo che fra due anni a Shangai si svolge l'Expo 2010, ossia l'esposizione universale, la stessa che è stata assegnata per il 2015 a Milano.
Perchè non boicottano quella, che ha valori commerciali ben più ampi?

Vergogna, punto e basta!

Stefano.

sabato 27 settembre 2008

Cartoline svedesi...

Grazie ad Ilaria ed Agostino, oggi visitiamo un paese nordico:la Svezia.
Ila ed Ago sono due amici miei e di Simo, due turisti provetti e anche due belle forchette...innumerevoli sono stati i locali mangerecci che ci hanno fatto conoscere.
Soprattutto Agostino, che se preso adeguatamente per la gola, non si tira mai indietro.
Con la nascita di Sofia,abbiam dovuto saltare qualche nostro appuntamento culinario,ma gli prometto che ci rifaremo presto !
A voi questi splendidi panorami.
E uno...

E due...

E tre...

E quattro...



Marco.

venerdì 26 settembre 2008

Disavventure vacanziere...seconda parte.

La prima parte è stata pubblicata venerdi 19 settembre 2008.



Certo i paesaggi sono sempre fantastici, il sentiero seppur irto e sconnesso, regala di continuo scorci suggestivi, ma ho messo le scarpe da passeggio e i miei cari "piedi dolci" cominciano a farsi sentire.
Pazienza.
Ripartiamo dalla prima tappa verso le tappe due e tre del giro, che mi dicono essere molto vicine tra loro.
Qui il sentiero è un pochettino migliore, dopo un po' diventa una strada asfaltata...
Di ombra neanche a parlarne ed ogni tanto bisogna fare attenzione alle motorette ed alle macchine che sfrecciano.
Tra me e me penso che "...dovrebbe mancare ancora molto al prossimo maso, non puo' arrivarci la strada asfaltata..."
Passano pochi minuti e mi accorgo di essere proprio retrogrado.



Questo cartello ci avvisa di essere arrivati al secondo maso.
Storco il naso, ma poi penso"Se non altro ci sarà ombra e una panca per riposare..."
SBAGLIATO !
E' ormai l'ora di pranzo e tutte le panche sono stracolme.



Stracolme si, perchè se son stati spesi pochi soldi per fare i parcheggi, lo stesso non si puo' dire di quelli spesi in pubblicità.
Nell'unico spicchietto d'ombra che ricaviamo appoggiandoci ad un alberello rinsecchito, riusciamo a dare la frutta a Sofia.
Quando abbiamo appena finito e già pregusto la possibilità di sedermi a terra come un naufrago, arriva una simpatica coppia, mi sembra di Padova, che ci chiede la possibilità di fare altrettanto.
"Ma figuratevi...prego!".
E li ho ripensato a "Scherzi a parte"...

Va bene dai...ci son state anche cose belle e buone.
Mentre davamo la frutta a So-So, i suoi nonni e i genitori di Emanuela son riusciti a prendere un pane speciale sfornato li-per-li dal fornaio del posto.
Un pane particolare con dentro fichi e uvetta: buono.
Non ricordo lo sproposito che costava, ma buono.

Si riparte per arrivare alla terza tappa del giro che dista praticamente duecento o trecento metri.
Si deve percorrere solo un piccolo saliscendi.
Al sole ?Certo, che domande!



Ribadisco che l'atmosfera è unica e che non c'è un filo d'erba messa male.
Panorama e pulizia del posto sono sempre da dieci in pagella e ogni volta che mi sale la pressione, mi basta guardarmi attorno per rimandarla giu'.

La terza tappa è un maso vero e proprio.
O meglio, è stato un maso vero e proprio.
Ora è al centro di una nuova costruzione, in parte da ultimare, che lo ingloba e che stona decisamente con la "poesia" del maso stesso.
Di tavoli all'ombra neanche a parlarne.
In verità i tavoli in totale sono pochi, ne conterò meno di cinque all'ombra ed il resto sotto il sole.



A questa tappa facciamo incetta di dolciumi fritti tipici, preparati e cotti sul posto.
Emanuela e Marco fanno una discreta fila per accaparrarsene delle piccole porzioni che vengono divise equamente.
Tutto in piedi e sotto una specie di impalcatura dei lavori...di cui sopra.

Quando ripartiamo abbiamo in bocca il dolce sapore della marmellata e l'odore addosso del fritto, ma anche stavolta sappiamo che la fermata successiva sarà abbastanza vicina.

Contornati da splendidi panorami arriviamo alla quarta tappa in poco tempo, ormai del gruppo di gitanti che eravamo all'inizio non c'è piu' traccia.
Chi prima, chi dopo si è organizzato da solo, segno evidente che la "pesantezza" della guida non era fastidiosa soltanto per me.
Per raggingere questa tappa il sentiero diventa decisamente campestre, ma pianeggiante.



Per ogni "bivio" c'è una freccia che t'indica la giusta via.
E poi la maggior parte della strada la si fa accanto ad una steccionata, sbagliare non è impossibile, ma, oggettivamente, molto difficile.

Arrivati alla quarta tappa, decidiamo di proseguire senza fermarci.
Casualmente i genitori di Emanuela hanno riconosciuto tra i "passeggianti" dei cugini che da tempo non vedevano e gli stessi hanno consigliato, fortemente, di mettere qualcosa sotto i denti presso l'ultima tappa della "Segra da paur".

In fondo anche per questo maso non è che ci fosse molto il senso dell'esser isolato...



La strada per arrivare all'ultima tappa la ricordo breve, forse perchè tutta un po' in discesa e con pezzettini all'ombra.
Arrivati a destinazione riusciamo a farci montare un tavolo in un lembo d'ombra.
Qui il posto è attrezzato bene.
E' attrezzato come si attrezzano le nostre piazze durante una festa di paese.
Lo spazio è maggiore,ma la maggioranza dei tavoli è sempre al sole.
Ne fa le spese una turista che, presumo stanca di aspettare un tavolo all'ombra, prova a mangiare al sole con il risultato di uno svenimento-collasso.
Dopo circa dieci minuti di spavento collettivo, la donna si riprende e dopo circa mezz'ora arriva anche l'autoambulanza che se la carica e se la porta via.
Noi diamo il pranzo a Sofia che riesce poi ad addormentarsi e cominciamo a ragionare su cosa mangiare .
Non c'è fila alla cassa e, a dir la verità, non c'è fila neanche al bancone dove vengono date le pietanze.
Per un motivo: non riescono a cambiare la bombola del barbecue ed è da un pezzo che non distribuiscono piu' cibo.
Insomma tra la prima pietanza e l'ultima che riusciamo a mangiare, passa molto tempo.
Quando l'ultimo finisce, il primo ha digerito.
Le "portate" sono buone, ma è pur vero che si spende quasi come al ristorante.

Ad allietare la compagnia tutta, c'è un piccolo complesso musicale,con divise tipiche del posto, che si caratterizzerà per due motivi: le stonature e le pinte di birra vuote ai piedi di ognuno dei musicanti che tra un pezzo e l'altro trincano di brutto.
Per loro la scusante è che la birra alla spina è veramente buona.
Talmente buona che vicino al chioschetto che la "spilla", molti sono laceri e molti sono contusi.
Uno,talmente ubriaco da far paura, addirittura si mette a far pipì a due metri dal nostro tavolo senza che nessuno dell'organizzazione dica o faccia niente.
Cose dell'altro mondo ?
Non ci credete ?
Ed invece è vero...

La strada che ci riporta al punto di partenza è tutta in discesa su brecciolino bianco.Evito un paio di capitomboli solo perchè l'Angelo Custode mi sorregge.
Incontriamo alcune bellissime mucche...



...e costeggiamo case con attrezzi tipici.



La strada è un po' lunghetta ed è sempre sotto il sole.
In piu' la panza è piena e il passeggino di Sofia è difficilmente manovrabile sulla discesa-brecciolinata.
Ma volete mettere voi che ad un certo punto, ormai stanco e assetato, lì sulle montagne in mezzo alle Alpi, ho potuto bere acqua dalla sorgente così come la natura la fa sgorgare ?



Non pensateci un attimo.
Appena in piazza, ho comprato una bottiglietta da 0.5 di minerale per un euro e venti centesimi.
Era anche un po' calda...



Marco.

giovedì 25 settembre 2008

Comunismo e vino.


Dal Foglio, per farsi due risate:
Non c’è che dire! E’ proprio utile la polemica scoppiata tra la moglie di Fausto Bertinotti e la compagna di Paolo Ferrero dopo la promessa del nuovo segretario di Rifondazione che non seguirà l’esempio dell’ex Presidente della Camera e frequenterà più gli elettori che i salotti e le Tv. Intanto perché l’intervento delle signore allontana il pericolo che gli uomini vadano alle mani. E poi perché gli argomenti usati tirano in ballo il tratto umano della politica.
Lella Bertinotti, ad esempio, proprio per evitare un intervento di Fausto, ha replicato al nuovo leader comunista sottolineando che anche la coppia Ferrero frequenta i salotti-bene come quello di Carlo De Benedetti.
A sua volta Angela Scarparo, compagna di Ferrero, ha replicato che un conto è tornare a casa dopo la serata nei salotti dei ricchi pensando alla ridistribuzione della ricchezza, un altro conto è farlo cercando di adeguarsi al loro stile di vita. Insomma, secondo Lella anche a Ferrero piace bere il vino pregiato dei ricchi mentre secondo Angela il problema di Bertinotti è di cercare di farsi una cantina con gli stessi vini di De Benedetti.
Ma perché sarebbe utile questa polemica? Perché dimostra che al vertice dei partiti comunisti le coppie di potere possono anche cambiare. Ma quando c’è da bere dello Chateau Latour o un Sassicaia d’annata nessuno di loro si tira indietro.
Tanto a Cipputi basta il Frascati sciolto!

mercoledì 24 settembre 2008

Qualche vinello assaggiato quest'estate...




Stando giù a Taurasi, durante la fiera enologica, come non assaggiare qualche vinello in quel dell'irpinia, capitale delle docg italiane (ben tre!)?

Dunque, vado subito al sodo dei buoni o cattivi, perchè non ho avuto modo di appuntare nulla e perchè diverse condizioni ambientali impedivano una sana degustazione con tutti i crismi. Ringrazio comunque Anna Maria per la consulenza tecnica indiretta (nel senso che mi ha fatto ragionare su degli aspetti di quel che bevevo che non avevo considerato).

Degnissimi di nota:
- Taurasi Poema 2004 di cantine Manimurci. Molto buono con menzione d'onore per i profumi complessi e per gusto moderatamente equilibrato nonostante deve fare ancora qualche anno in cantina e fosse appena stappato (sotto i nostri occhi).
- Taurasi Don Ciriaco 2001 - Mier Vini: sveliamo subiuto che questo vino è dedicato a Ciriaco De Mita, come del resto non ne fa mistero il produttore (impegnato politicamente). Il vino è comunque interessante, specie in bocca (al naso era più ovattato), in particolare per i suoi tannini setosi.
- Sella di Sella delle Spine: Luigi è un amico, una brava persona. Il suo Taurasi lo tengo in cantina per qualche anno, perchè ancora non è pronto. Io lo so, meglio di molti altri perchè ho assaggiato il prima e il dopo il problema che lo ha portato a tergiversare nell'imbottigliamento. Il Sella è invece pronto e battezzabile. Mi è piaciuto molto sia per i profumi che per il gusto, meno spigoloso del taurasi ma deciso come deve essere un aglianico e sopratutto elegante: si apre piano piano!

- Fiano di Avellino Colli di Lapio: il fiano è un vino che non mi ha mai fatto particolarmente impazzire (io sono un Greco-fan), però devo dire che questo come intensità e complessità dei profumi e come gusto è veramente da assaggiare.
E dopo il terzo assaggio di questo vino (due volte il 2007 e una il 2006) il fanatismo per il Greco comincia a vacillare.

- Don Luigi Di Majo Norante: questo non credo che sia dedicato a nessun politico. Anche questo scoperto grazie ad Anna e sopratutto la mia prima esperienza di un vino molisano. Evolve molto nel bicchiere e sicuramente se lo fai stare li un paio d'ore ti sa sensazioni nettamente diverse. Buonissimi e amplissimi i profumi che emergono pian piano.
- Apianae Di majo Norante: è un moscato dolce, veramente di rilievo. Non ricordo benissimo i suoi tratti ma di sicuro ricordo fosse buono.

Meno degni:


- Taurasi Montesole. A primo acchitto non mi era dispiaciuto, specie per la sua morbidezza e per i profumi, ma devo dire che di tipico, ossa di Taurasi, aveva ben poco. Tannini zero, acidità bassa, alcol assente. Non so l'anno ne se nelle altre annate era così.

Da rivedere:
- Taurasi Colli Di Lapio: solo legno, è quello che si sente in questo Taurasi di Clelia Romano. Però una bottiglia me la sono comprata perchè se le premesse sono quelle del Fiano, fra qualche anno avrà qualcosa da dire anche lui!


Stefano.

martedì 23 settembre 2008

I miei vini della vacanza...parte quarta.



Anche questo vino l'ho trincato in montagna in compagnia dell'allegra brigata alcolica Jesina.
Si tratta del Noa, cantina Cusumano, anno 2004.

In linea di massima è andato un po' sotto le attese, per quello che ricordavo io doveva essere piu' generoso e regalare qualche emozione in piu'.
Da uve Nero d'Avola(40%), Merlot (30%)e Cabernet Sauvignon (30%)con dodici mesi di affinamento in carati di rovere e quasi altrettanti nella bottiglia.
Ripeto, l'ho trovato molto "giu'" rispetto all'ultimo assaggio.
Con poco "naso" e molto meno morbidezza al palato.
Molto piu' anonimo e molto meno caratteristico.
Non vorrei che la casa si stia spostando verso produzioni industriali, che a lungo andare premiano la quantità e non la qualità.

Da rivedere.
Voto: 6+.

Marco.

lunedì 22 settembre 2008

Tanti auguri Stefano...

Oggi compie gli anni quel fetuso di Stefano.



Ho pensato che fosse il caso di fargli gli auguri...voi che dite ?



Daje su...comincio io:
AUGURI STE'!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!



Marco.

sabato 20 settembre 2008

Flash dell'ultima estate...

Invece di un libro, due splendidi scatti freschi-frechi !
In fondo, anche se ormai le vacanze sono un miraggio, non è passato molto tempo...

Panorami montanari.



...un versante della Marmolada.





Marco.

venerdì 19 settembre 2008

Disavventure vacanziere...prima parte.

Quando si sta molti giorni in vacanza in un posto, vien da se la voglia di conoscerlo meglio insieme alle tradizioni, alla storia ed alle usanze che vi dimorano.
Così che quando ci è passato tra le mani il dépliant della “segra da paur” la domanda è stata spontanea: perché non ci andiamo ?
Il dépliant recitava così:”Passeggiata attraverso i caratteristici masi con degustazioni della cucina ladina, dimostrazione delle più’ belle tradizioni ladine, presentazioni d’artigianato ed intrattenimento musicale.”


Detto, fatto.
Ci siamo organizzati per essere ad una delle partenze che dalle 10.00 in poi , per ogni mezz’ora, sarebbero “scattate” direttamente davanti all’Ass. Turistica La Valle, nell’omonimo comune.

Primo punto critico: La Valle è un microscopico comune dell’Alta Badia e di per se la cosa è trascurabile, ma nel momento in cui la sua ass. turistica organizza queste cose dovrebbe pensare che un minimo di 50 posti auto dovrebbero essere a disposizione.
Invece no, non ci sono.
Al nostro arrivo, l’unico parcheggio che troviamo, stracolmo, è quello di fronte la piccola, ma graziosa, chiesa del paese.
Suv giganteschi e macchine di ogni tipo fanno la fila per ingrossare un intreccio di lamiere che stenta a “spicciarsi”. In breve tempo vengono parcheggiate così…come capita, cioè male.
Pino, mio suocero, riesce a stento a trovare un posto, piuttosto inventato, a quasi un chilometro di distanza dal centro del paese; io con Marco(lo jesino per capirci !), dopo un venti minuti buoni abbiamo l’accortezza di ricordarci che è domenica e che possiamo intrufolarci dentro un cantiere per posteggiare la macchina.
Va beh…”che sarà mai?”direte voi, ed infatti ho preso la cosa con molta calma e non mi sono minimamente incavolato.

Noi facciamo parte del gruppo delle 11.00.
Puntuale arriva la guida: un vecchietto simpatico del paese che , nonostante i quasi 35 gradi, indossa un gilè di lana sopra la camicia a maniche lunghe…
Premesso che dovendoci muovere con Sofia, e con tutta la roba che una bimba di sette mesi “comporta”, avevamo telefonato all’ass. turistica che organizzava l’evento per chiedere se la “gita” era fattibile anche con bimbi e passeggini.
Al telefono erano stati rassicuranti, anzi rassicurantissimi, talmente rassicurantissimi che mi ero messo il paio di scarpe comode con cui normalmente passeggio a Roma.
Le mie certezze si sono sciolte come neve al sole durante i primi cinque minuti della passeggiata: salita con pendenza del 35%.
Ma siamo ancora in gruppo e…una mano-lava-l’altra, tutti danno un aiuto a portare il passeggino con Sofia fino in cima.
In cima attacca a parlare la guida.
Simpatica quanto ci pare, ma…una parola ogni minuto in un italiano un po’ complicato dal dialetto e dalla lingua della zona.
Non vi dico…dopo un quarto d’ora con Simo decidiamo di avviarci lungo il sentiero da soli.
Grande errore.
Il sentiero è irto, sconnesso e fa caldo, tanto caldo. Soltanto in alcuni tratti si passa nel bosco all’ombra, ma i pezzi più’ in pendenza sono sotto un sole cocente.
Il passeggino pesa, l’incazzatura aumenta, ma in fondo penso “…i Masi saranno bellissimi…”

La prima sosta è vicino una chiesetta davvero graziosa, dopo una salita che me la ricorderò tutta la vita, ci sono arrivato con il cuore che mi batteva forte, sudato, stravolto…finito.


Se ci fosse stato il prete mi sarei fatto dare l’estrema unzione, tanto ero stanco.
La guida ed il gruppo ancora dietro a parlare…
Dopo la salita una piccola discesa…e poi di nuovo una mini-scarpinata e siamo arrivati a quello che doveva essere il primo maso.


Doveva...
Non so voi, ma io avevo sempre pensato ai masi come ad abitazioni rurali adibite alla pastorizia, piuttosto isolate, con l'orto, le galline, con poche comodità e tutto il resto.
Questo vi sembra un maso ?


Ho omesso di fotografare i due suv e la porche parcheggiati di li a pochi metri perché non avrei saputo poi oscurare le targhe...
In più' metteteci che le due signorine che suonavano svogliate avevano la faccia di chi ogni volta che ti guarda ti manda a quel paese..si a quel paese, proprio quello !
Vogliamo parlare del chioschetto ?
Parliamone....sponsorizzato, lo vedete, e ricco di leccornie.
Birra, acqua o succo di lampone.
Scegliamo il succo di lampone.Per due succhi di lamponi, allungati con l'acqua, serviti con bicchieri di plastica, mi vengono chiesti quattro euro.
Ovviamente senza nessuno scontrino fiscale.
Nel ritornare verso il passeggino, mia moglie e Sofia, penso per un attimo di essere su "Scherzi a parte".
La realtà è peggiore, sono alla "Segra da paur".

(continua...purtroppo!)

Marco.

giovedì 18 settembre 2008

Previsioni Ismea sulla vendemmia.

Dagli amici del Corriere del Vino:

La vendemmia 2008 sembra poter recuperare, almeno in parte, le perdite subite dai vigneti italiani nel 2007. E’ quanto emerge, in sintesi, da una ricognizione sullo stato dei vigneti, svolta da Ismea e dal settimanale il “Corriere Vinicolo” dell’Unione Italiana Vini, nella prima decade di luglio.
La campagna, il cui inizio è previsto per il primo di agosto, dovrebbe quindi rivelarsi più generosa di quella precedente, sebbene il recupero previsto potrebbe essere inferiore alle attese per l’influenza delle condizioni meteorologiche che hanno caratterizzato la primavera e l’inizio dell’estate.
Attualmente, Ismea e Uiv stimano la crescita produttiva pari a +10% rispetto allo scorso anno.

“Tuttavia – segnalano i responsabili di Ismea e Unione Italiana Vini – c’è ancora da fare la ‘conta’ dei danni provocati dalle abbondanti precipitazioni che hanno investito le regioni settentrionali proprio nella seconda settimana di luglio. Proprio le copiose piogge primaverili, poi, che hanno insistito soprattutto nelle regioni centro-settentrionali, hanno favorito l’insorgere di peronospora e botrite. L’incidenza degli agenti patogeni infatti è stata superiore rispetto al 2007.
E’ ancora prematuro quindi azzardare ipotesi sui livelli qualitativi, che però sembrano poter essere buoni laddove si è riusciti a intervenire. In ogni caso l’evolversi della situazione resta subordinato alle condizioni meteo a cui saranno sottoposti i vigneti nelle settimane a venire”.
Se si scende nel dettaglio regionale si osserva un’Italia sostanzialmente divisa in due. Le regioni settentrionali vedono produzioni mediamente stabili o in flessione, mentre man mano che si scende verso Sud si hanno variazioni in aumento sempre più consistenti.
Da segnalare che erano state proprio le regioni meridionali, Sicilia in testa, le più colpite dalle anomalie climatiche dello scorso anno.



Qui di seguito il dettaglio regionale

Partendo dal Nord-Ovest si evidenza l’annata non certo brillante del Piemonte. A fare la differenza è stata la primavera, che si è rivelata una stagione esageratamente fredda e umida, con piogge prolungate. Questo clima instabile ha determinato uno slittamento in avanti della fioritura e dell’allegagione, soprattutto a carico delle varietà più tardive come Barbera, Moscato e Brachetto, che hanno riscontrato anche fenomeni di cascola fiorale.
Le piogge cadute insistentemente tra metà maggio e metà giugno hanno creato ai viticoltori forti problemi per la difficoltà ad accedere ai vigneti e fare i trattamenti, per cui si è assistito ad alcuni attacchi di peronospora, malattia che resta una minaccia costante, così come la botrite. Entrambe potrebbero tornare con virulenza nella fase di maturazione dei grappoli nel caso di un clima estivo piovoso e umido. Il passaggio drastico dal fresco al caldo della terza decade di giugno ha riservato, poi, brutte sorprese anche in termini di oidio.

La vendemmia si preannuncia tutt’altro che abbondante anche in Valle d’Aosta, dove la vegetazione è in ritardo di 10 giorni rispetto a un’annata normale e di 20 giorni sul 2007. Le diverse fasi fenologiche, dalla cacciata all’allegagione, sono da considerarsi tra il buono e il mediocre, con attacchi di patogeni, peronospora e botrite in particolare, superiori alla media.

Potrebbe risultare inferiore allo scorso anno anche la produzione della Lombardia a causa di un’eccessiva piovosità che ha danneggiato i vigneti. A una buona cacciata, infatti, è seguita una fioritura mediocre e anche l’allegagione non è stata all’altezza delle aspettative. Il clima umido, inoltre, ha favorito lo sviluppo delle tipiche malattie della vite come peronospora, oidio e botrite, anche se i tempestivi interventi hanno permesso di circoscrivere i danni. Una zona che sembrava “fuori” media rispetto al resto della regione è la Valtellina dove la produzione si attendeva in netta crescita rispetto allo scorso anno; le piogge di metà luglio hanno tuttavia ridimensionato notevolmente le aspettative.

La cattive condizioni meteo sono alla base della flessione produttiva della Liguria. Le piogge di giugno, infatti, hanno favorito gli attacchi di peronospora.
Per il Trentino Alto Adige, invece, si prospetta una produzione sostanzialmente in linea con quella del 2007. Dopo lo straordinario anticipo vegetativo registrato lo scorso anno, nel 2008 il vigneto regionale ha seguito un calendario considerato normale. Le piogge hanno favorito un rigoglioso sviluppo vegetativo che ha richiesto ingenti interventi di sfogliatura e di cimatura della chioma del vigneto stesso.
Nella provincia di Trento fioritura e allegagione sono state buone, sebbene si sia registrata cascola su varietà come Pinot grigio e Cabernet. Non si rilevano particolari danni da patogeni grazie ai tempestivi interventi, sebbene sia stata rilevata presenza di peronospora, botrite, tignola e tignoletta.
Nella provincia di Bolzano a una buona fioritura ha fatto seguito un’allegagione mediocre. Qualche danno è stato causato dalla grandine.

Anche per il Friuli Venezia Giulia il volume produttivo 2008 non dovrebbe discostarsi in modo significativo da quello dello scorso anno. Rispetto alla media stagionale il ciclo fenologico della vite si presenta in ritardo di 15 giorni, con una vegetazione lussureggiante grazie alle abbondanti precipitazioni dei mesi di maggio e giugno. Queste ultime, però, hanno condizionato l’allegagione, dando origine a grappoli spargoli e, inoltre, stanno esponendo i vigneti a un elevato rischio di peronospora. La botrite era già comparsa in fioritura, ma sono stati eseguiti trattamenti specifici e, ad ora, non si segnalano attacchi al grappolo. Data l’epoca fenologica, in ritardo rispetto agli anni passati, è ancora prematuro giudicare l’eventuale presenza di focolai di questa malattia sugli acini. Sotto controllo anche gli attacchi di tignola.

Il ritardo vegetativo caratterizza anche il vigneto del Veneto. Rispetto alla norma lo slittamento è di circa una settimana, mentre è calcolabile in 15-20 giorni se confrontato con il 2007. Sebbene le previsioni produttive si presentino abbastanza diversificate tra le diverse aree viticole della regione, si stima che il risultato finale, allo stato attuale, possa replicare quello dello scorso anno. Sul fronte fitosanitario sono stati registrati attacchi di peronospora e botrite, ma con danni contenuti.
Nella zona del Soave lo stato di salute del vigneto è molto buono grazie anche alla scarsa incidenza dei patogeni; in alcune zone si è presentato il problema dell’acinellatura.
Situazione soddisfacente anche in Valpolicella dove, comunque, le piogge continue e ripetute hanno talvolta reso difficili le operazioni per la difesa fitosanitaria. Le basse temperature in fioritura hanno determinato la cascola del fiore e grappoli spargoli.
A Valdobbiadene, inoltre, si stanno valutando i danni causati dalle piogge e dalla grandine di fine giugno e inizio luglio che hanno colpito le zone del Prosecco. Qualche problema da peronospora si registra nella zona di Bardolino-Custoza.

Tra le regioni del Nord - Est fa eccezione l’Emilia Romagna, per la quale si prevede una decisa ripresa rispetto alla performance 2007. Il clima freddo ha determinato uno sviluppo vegetativo in lieve ritardo rispetto alla media stagionale. Le diverse fasi fenologiche, dalla cacciata all’allegagione, sono state buone, e solo in tarda primavera si è avuto qualche attacco di peronospora.

Scendendo nelle regioni centrali si osserva il forte recupero atteso nelle Marche, regione che lo scorso anno aveva sofferto molto per la crisi idrica. Lo stato vegetativo della vite nelle sue diverse fasi fenologiche rientra nella media stagionale, ma, a differenza di quanto avvenuto nella campagna 2007, si registra una notevole carica di grappoli dovuta a una buona cacciata, alla quale hanno fatto seguito fioritura e allegagione all’altezza delle aspettative. L’eccessiva carica di grappoli ha provocato fenomeni di acinellatura. Il pericolo peronospora incombe, comunque, anche sul vigneto marchigiano. Già nelle prime fasi fenologiche, infatti, la forte variabilità delle condizioni meteo non ha permesso agli agricoltori di pianificare le difese preventive mediante lotta integrata.
C’è molta attenzione, quindi, verso questo patogeno che, se non correttamente contrastato, potrebbe erodere parte del recupero produttivo atteso.

Prospettive di crescita, ma con intensità sicuramente inferiore a quella marchigiana, anche per la Toscana, dove lo sviluppo vegetativo è nella norma. La situazione è piuttosto buona su tutto il territorio regionale, dalla fascia costiera alle zone più interne. Una piovosità superiore alla media ha acceso focolai di peronospora e botrite, peraltro ben controllati da tempestivi trattamenti. Al momento ci sono buone aspettative sulla qualità delle uve.

Anche per il Lazio si attende una produzione superiore rispetto a quella dello scorso anno. Un inverno regolare ha fatto partire puntualmente il ciclo vegetativo, e la cacciata è stata ottima. La primavera è stata molto piovosa e con temperature inferiori alla media stagionale, ciò nonostante il ciclo vegetativo rimane puntuale nelle zone costiere e leggermente in ritardo nell'entroterra. I grappoli sulle viti sono numerosi e molti viticoltori si apprestano a effettuare diradamenti in vigna per migliorare la qualità del prodotto. Nel momento del cambio di clima, intorno al 20 giugno, con l'innalzamento delle temperature e i terreni ancora umidi, si è rilevato qualche focolaio di peronospora, nei confronti della quale – così come verso l’oidio - l'attenzione resta alta.

Non sembra, invece, che il 2008 sarà una delle annate più generose dal punto di vista produttivo per l’Umbria. Infatti, ad una prima fase dello sviluppo vegetativo piuttosto promettente, con un inverno nella norma, non ha fatto seguito una primavera dello stesso tenore. Maggio e giugno sono stati caratterizzati da frequenti piogge che, se da un lato hanno ricostituito le riserve idriche, dall’altro non hanno permesso ai viticoltori di entrare nei vigneti nei tempi giusti per un’efficace difesa, in particolare contro la peronospora. A destare preoccupazione sono i danni che potrebbero essere stati portati alle viti dai violenti temporali di fine giugno, accompagnati in larghi tratti della provincia di Perugia anche da grandine.

Scendendo verso il sud della Penisola i recuperi produttivi attesi sono molto significativi a partire dall’Abruzzo. La vendemmia 2008, ad oggi, promette molto bene. Le prime fasi vegetative sono da considerarsi ottimali e anche sullo stato fitosanitario non ci sono particolari preoccupazioni. Gli attacchi di peronospora e oidio sono stati pochi e subito circoscritti da tempestivi trattamenti.

Tutto procede per il meglio in Puglia, con una produzione che si presume possa tornare in linea con la media degli ultimi cinque anni. Lo sviluppo vegetativo presenta qualche giorno di anticipo rispetto a un calendario considerato nella norma e non ci sono particolari allarmi per lo stato di salute dei vigneti. Anche le avversità climatiche non hanno prodotto danni degni di rilievo. Le grandinate di giugno, ad esempio, hanno insistito solo su un ristretto territorio della zona settentrionale della regione con ininfluenti ricadute sulla produzione.

In recupero anche il vigneto della Campania, dove la situazione sembra evolversi secondo un calendario normale. C’è molta attenzione sulla peronospora, la cui presenza sembra superiore alla media a causa delle eccessive piogge primaverili e di inizio estate.

Attese per un riallineamento della produzione sui livelli medi degli ultimi cinque anni per Calabria, Molise e Basilicata. Alcuni areali calabresi hanno risentito di carenza idrica, mentre sul fronte fitosanitario si segnalano attacchi di tignola su alcune varietà bianche. In Molise, invece, si registra una presenza superiore allo scorso anno di oidio e botrite.
Il ritorno sulle medie stagionali è stimato anche in Sicilia, regione che più di ogni altra lo scorso anno aveva subito perdite produttive dovute a siccità e maltempo. Si attende infatti una decisa ripresa produttiva grazie a una stagione che, fino ad ora, è risultata ottimale. Lo sviluppo vegetativo, in anticipo di circa una settimana rispetto allo scorso anno, ha esordito con un’ottima cacciata, seguita da una buona fioritura e allegagione. Solo alcune varietà hanno grappoli spargoli. I vigneti, alla vigilia della vendemmia, presentano un’ottima vigoria grazie anche alla sostanziale assenza di malattie. C’è ottimismo anche sul versante della qualità delle uve.

Passando, infine, all’altra delle isole maggiori, la Sardegna, si prevede una stabilità dei volumi rispetto allo scorso anno e una buona qualità delle uve. Le viti sono in buono stato dal punto di vista sia sanitario sia vegetativo. Ovunque, cacciata normale per le uve sia a bacca bianca sia a bacca nera e anche fioritura e allegagione sono state nella norma. La situazione, comunque, non è omogenea all’interno della regione. Al Nord e al Centro c’è una buona produzione, mentre al Sud il vento di scirocco di maggio ha creato qualche problema alle viti con relativa perdita di produzione. Il problema del caldo e della siccità potrebbe, inoltre, creare ulteriori problemi in fase di invaiatura se non si potesse intervenire con l’irrigazione di soccorso.



Speriamo bene!



Stefano.

mercoledì 17 settembre 2008

I miei vini della vacanza...terza parte.



Faccio le dovute premesse.
Parlare di vino con Emanuela e Marco è sempre un gran piacere.
Emanuela è molto tecnica e preparata, Marco è una spugna...e tanto basta!
Tuttavia quando devo degustare un vino marchigiano con loro mi trovo in "difficoltà" perchè son fin troppo "patriottici" per i prodotti della loro terra.
L'amore e la passione per il posto dove vivono li porta, secondo me, ad essere qualche volta poco razionali nei giudizi enoici.
Tutto ciò per dirvi che quando Emanuela mi ha detto:"Porto il "Sassicaia delle Marche" ho pensato: Caspita, ci risiamo...!
Il vino in questione è il Pollenza, del Conte Brachetti Peretti, anno 2003.
Un rosso I.g.t. da uvaggio Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot.

Tolgo subito ogni dubbio: è veramente un vino molto buono.
Già dall'annusamento del tappo ha promesso grandi cose, ma a colpire all'inizio è il colore: rosso poco trasparente con sfumature granata.
Al palato è equilibrato e morbido.
Al naso mi sembra di ricordare frutti di bosco e mirtillo.
Non ho info precise, ma mi sembra si faccia un buon annetto in barrique ed un ulteriore affinamento in bottiglia.
Da una mia veloce ricerca ho riscontrato la vittoria di alcuni tra i piu' importanti premi a livello nazionale che giustificano il prezzo un po' altino.
Sui 40, euro piu', euro meno.
A mio giudizio ben spesi.
Sto pensando seriamente di cominciare una bella verticale di questo vino, da mettere in cantina accanto al...Sassicaia !
Chissà che una volta tanto quei due ubriaconi di Jesi vedano giusto ?

Voto 8,5.

Marco.

martedì 16 settembre 2008

Evento novello a Verona



Da AGI:



Dal 4 al 6 novembre prossimi al centro dell'attenzione nel palazzo della Gran Guardia (sede del Vinitaly for You) in piazza della Bra', cuore di Verona, ci sara' il Novello per la prima edizione firmata Veronafiere dell'evento che dara' voce e visibilita' a un settore che in Italia conta 303 aziende per 14,8 milioni di bottiglie e un fatturato di 69 milioni di euro (dati 2007). Articolato su tre giornate, l'evento iniziera' con una conferenza stampa ed un focus sul Novello, al quale seguiranno uno spettacolo e la cerimonia clou alla mezzanotte del 4 con il de'blocage, in collaborazione con l'Istituto Italiano del Vino Novello. Il 5 e il 6 sono in programma workshop, tavole rotonde e incontri, anche con gli operatori del trade, della ristorazione, sommelier e opinion leader; mentre dal pomeriggio del 5 e nel pomeriggio del giorno seguente, aprira' il Wine Bar del Novello con accesso a pagamento del pubblico, che ricevera' il bicchiere per la degustazione. Il giorno 6, inoltre, nel quartiere fieristico inizia Fieracavalli, una delle piu' conosciute manifestazioni di Veronafiere, che ha visto nell'ultima edizione la presenza di 145 mila visitatori e 950 giornalisti accreditati e con la quale si stanno gia' attuando le sinergie possibili. "Con l'acquisizione del Salone del Novello abbiamo un'occasione in piu', al di fuori del periodo di svolgimento di Vinitaly, per offrire servizi alle aziende e per comunicare, anche verso i consumatori, un prodotto importante per il settore vitivinicolo italiano - sottolinea il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani -. Il nostro ruolo di leadership, a livello internazionale, nel settore agricolo e agroalimentare, e' a disposizione del sistema per valorizzare ogni suo comparto, dalle tecnologie al prodotto destinato al consumo". A novembre, data di inizio della commercializzazione del vino Novello, l'attenzione sara' rivolta in particolare ai consumatori, anche se gli operatori avranno piu' di un'occasione di incontro e approfondimento. L'Italia offre, infatti, molte tipologie regionali di Novello, prodotto dal Veneto alla Sicilia.
"Se la GDO e' attualmente il canale preferenziale di vendita, la varieta' dell'offerta consente di promuovere il Novello verso i canali della ristorazione e delle enoteche, sui quali puntiamo molto: una sfida sulla qualita' e sui plus di questo prodotto,e coe' sulla sua leggerezza e piacevolezza", evidenzia Elena Amadini, Brand Manger Wine&Food. Nella strategia di Veronafiere rientra ogni sinergia che sia coerente con le reali potenzialita' del prodotto, inclusa quella con il Vinitaly World Tour.
Nel novembre di quest'anno, il road show in Oriente (a novembre in Gippone e Cina) puo' rappresentare il primo banco di prova dei "Novelli" made in Italy all'estero.



Mi sembrava corretto metterlo anche se io di novello penso che non toccherò una goccia...



Stefano

lunedì 15 settembre 2008

Rigaudo e Schwazer: vino e birra dopo le Olimpiadi!



"Questo bronzo per me vale oro. Questa medaglia è un premio all’impegno che metto sempre, e mi ripaga di tutti i sacrifici che ho fatto: pensate, sono piemontese e da tre mesi non bevo una goccia di vino". Queste le prime parole di Elisa Rigaudo dopo la gara dei 20 km di marcia donne in cui ha conquistato la medaglia di bronzo. Mi pare di aver sentito in ttv che il suo vino preferito è il dolcetto!

Schwazer, oro nella 50 km di marcia, sorride quando pensa ai 31 abitanti del suo paese natale, Sterzing, che lo attendono per festeggiare. 'Sono pochi ma buoni. Scommetto che sono gia' pronti con tanti boccali di birra. Oggi ho fatto fatica, ma non e' nulla se penso a quello che mi aspetta a casa quando potro' festeggiare con loro'.

Anche la Rigaudo, bronzo nella marcia, si è ripagata di tantissimi sacrifici, che sintatetizza così: “Non bevo un goccio di vino da tre mesi, mi sono allenata tanto. Ho fatto 5.800 chilometri ed ho perso in quattro mesi tre chili e mezzo”. La Rigaudo è pimeontese, della zona del Dolcetto, che pare abbia un posto speciale nel suo cuore.



Che altro dire? MITICI!







Stefano.

sabato 13 settembre 2008

Cartoline da Cipro...

Grazie alla gentile concessione della mia collega Loredana, vi posso postare alcune splendide immagini di Cipro.

E una....


E due...


E tre...

(Particolare di epoca romana. )


Marco.

venerdì 12 settembre 2008

I miei vini della vacanza...parte seconda.



Non è perchè è uno dei miei vini preferiti...
Non è perchè ogni volta che lo bevo è un'occasione importante...
Non c'è nessun preconcetto positivo nei confronti di questo vino.
Sagrantino di Montefalco Collepiano, Cantina Caprai, anno 1999.
E' che questo vino è proprio buono, è sempre maestoso, "gigante" al naso, immenso al palato.
Color rubino molto intenso con riflessi violacei ed aroma lungo, il bouquet di profumi è ampio e basta scegliere quello che si vuol sentire prima.
Di sicuro si legano molto bene con la vaniglia originata dal passaggio in legno.

Noi lo abbiamo degustato in un anomalo dopocena, ma il suo abbinamento preferito resta l'arrosto e la cacciagione.

Voto 9,5.


Marco.

giovedì 11 settembre 2008

Centomila volte.....GRAZIE !



Un traguardo a cui nemmeno pensavamo, diventa realtà grazie a tutti gli amici che ci seguono.

Grazie di cuore a tutti !


MELMO STAFF.

Rischio estirpazione vigneti storici.


Volevo segnalare e commentare questa notizia tratta dall'agenzia giornalistica italia:
Roma, 31 lug - "Solo Trentino Alto Adige e Sicilia hanno consegnato gli elenchi dei vigneti da salvare.
E le altre regioni?". La segnalazione arriva da Valentino Valentini, presidente di Citta' del Vino, associazione dei comuni a piu' alta vocazione vitivinicola d'Italia. Valentini e' molto critico nei confronti delle amministrazioni regionali che non hanno segnalato i vigneti di interesse storico, ambientale e paesaggistico a rischio di estiprazione, secondo il decreto del ministero delle politiche agricole dello scorso 23 luglio.
Le Regioni avrebbero dovuto presentare entro il 28 luglio al Ministero una lista delle aree vitate da salvare in virtu' del loro elevato pregio.
Ma, sottolinea Valentini, "solo Sicilia e Trentino Alto Adige l'hanno fatto. Veneto, Friuli Venezia Giulia, Puglia, Sardegna, Molise, Lazio, Valle d'Aosta, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana e Marche non hanno consegnato il loro elenco: Lombardia, Abruzzo, Campania e Calabria probabilmente lo faranno, mentre Umbria, Liguria e Basilicata restano nell'incertezza".
Per il presidente di Citta' del Vino "le grandi regioni vitivinicole italiane hanno dimostrato poco coraggio o, peggio, una scarsa cultura e conoscenza dei propri territori. Di fatto non si e' voluto dare un segnale, seppur piccolo, che avrebbe rafforzato l'immagine della vitivinicoltura italiana e del made in Italy di cui il vino e' tra i piu' importanti protagonisti".
A questo punto, spiega Valentini, la parola passa ai viticoltori che decideranno o meno l'estirpo anche dei vigneti di particolare pregio, presentando semplicemente la domanda di contributo per l'estirpazione alla Comunita' Europea entro il 15 settembre 2008.
"Bastava poco - aggiunge il presidente dell'associazione - per mettere al riparo da ogni rischio di estirpazione aree viticole di alto pregio, quali i terroir vitivinicoli delle Isole Giglio e Elba, dei Colli Apuani e della Val d'Orcia in Toscana; l'area del Soave Superiore e quella del Cartizze a Valdobbiadene, e, sempre per rimanere nel Prosecco, le colline terrazzate di San Pietro di Feletto in Veneto; l'intera zona di confine con la Slovenia del Collio e dei Colli Orientali in Friuli Venezia Giulia; la Val di Susa e il Canavese in Piemonte; i 'vigneti delle sabbie' del ferrarese in Emilia Romagna e le aree vitate del Parco dei Colli Romani nel Lazio".



Commento: in realtà ci sono due cose che mi fanno pensare. Ma come si fa a dare contributi per l'estirpazione? E' un po' come i soldi che vengono dati agli allevatori per il solo fatto che detengano mucche. La cosa mi fa un po' specie. Si danno soldi (nostri) a chi ha vigneti del cavolo o li ha buoni e non li sa far fruttare. Ma perchè? Perchè nessuno vuole più rischiare in proprio in questo mondo?

La seconda è "ma chi cavolo se ne frega dei vigneti storici?" specie se non sono di pregio. E' il solito pensiero che mi coglie quando vedo i lavori interminabili a Roma. perchè dobbiamo bloccare tutto perchè negli scavi per fare un tombino è stata trovata un'anofora? Per interesse storico culturale? Sarebbe anche giusto se qualcuno comunque si muovesse. E noi nel frattempo rimaniamo paralizzati dai lavori che non continuano, dal traffico che si crea e dalla puzza di smog.
La storia dei vigneti spero che non prenda la stessa piega.

Stefano.

mercoledì 10 settembre 2008

Petit Manseng,di Casale del Giglio.



"Vitigno del Jurancon, zona prossima ai Pirenei francesi, forma superiore del Manseng. Presenta bacche particolarmente piccole dalla buccia spessa, che producono esigue quantità di mosto e possono restare sulla pianta fino ad autunno inoltrato, sì da concentrare lo zucchero con un processo di appassimento detto in francese passerillage". Così recita l'etichetta e il sito di Casale del Giglio.

Il vino è buono ed è l'ultimo nato della casa de Le Ferriere, vicino Nettuno (Rm).
Mi è sembrato nel complesso un buon vino, anche se qualche potenzialità si deve ancora esprimere. Il colore è un giallo parglierino molto trasparente. Al naso sentori fruttati, mela e frutta tropicale su tutti. In bocca esce anche qualche sapore erbaceo. Acidità ok e ottima freschezza. Finale abbastanza lungo che va scemando in fretta.
Il costo preciso in enoteca non lo so.
L'ho trovato da due parti diverse a 8,80 € (dove l'ho preso) e a 10. Dovrebbe aggirarsi su quella cifra. Continuo a preferire l'Antinoo, ma questo devo dire che non è affatto male. E poi le novità sono sempre una bella cosa.

Stefano.

martedì 9 settembre 2008

Stadio: attento a cosa mangi.




da Gazzetta.it:


Il baseball funziona così, è anche un grande picnic. Nel dubbio, tuttavia, meglio arrangiarsi con panini preparati a casa. Magari non saranno sanissimi, ma almeno sono più commestibili di certi piatti serviti negli stadi dove si gioca. Chi lo dice? Il New York Times, che sul suo sito, per ognuno dei 30 "ballpark" della Mlb ha scelto cosa mangiare e cosa evitare.
PANINARI NELLA GRANDE MELA - E così si scopre che allo Yankee Stadium, secondo il Times, è meglio lasciar perdere i cibi serviti negli stand cinesi; meglio i chicken fingers, o un "Cuban sandwich", con marmellata, formaggio e aceto. Allo Shea Stadium, casa dei Mets, invece, obbligatorio rifornirsi da Nathan. E chi sarebbe? Il ragazzo che passa sulle tribune a distribuire gli hot dog. Da evitare, invece, pizza e hamburger.
GELATO E BRETZEL - Al Progressive Field, dove giocano i Cleveland Indians, bisogna ingozzarsi di gelato. Il più buono dagli anni Trenta, una vera istituzione lì. Non proprio come i wurstel. Andando in altri stadi, il consiglio del NYT è di non mangiare il sushi al Chase Field di Phoenix, casa dei D'Backs. In diversi posti, invece, vanno di brutto i bretzel: ad esempio, a Washington e a Saint Louis.
ICHIROLL - Volete una vera botta calorica, peraltro squisita (sempre secondo il Times)? Al Citizen Bank Park di Philadelphia il piatto più buono è un sandwich con carne di maiale, provolone e broccoli. Strepitoso quasi quanto "l'Ichiroll" del Safeco Field, a Seattle: una specie di involtino di tonno dedicato a Ichiro Suzuki, star dei Mariners.
WHITE SOX, CATERING RIVEDIBILE - C'è solo uno stadio, tuttavia, per cui il NYT consiglia vivamente di portarsi il mangiare da casa. Ed è il Cellular Field di Chicago, l'impianto dove si esibiscono i White Sox. Secondo il giornale bisogna evitare qualsiasi stand e qualsiasi bar. Ma forse capita già dappertutto. Basta saper scegliere bene.


Commento: come mangiano male sti americani.... certo che poi gli piacciono pizza, spaghetti e maccaroni. Vuoi mettere un piatto di spaghetti al pomodoro con un "Cuban sandwich" (marmellata, formaggio e aceto) di cui ho aggiunto una foto sotto. Bleah!!




Stefano.

lunedì 8 settembre 2008

I miei vini della vacanza...prima parte.



Possiamo dire tutto il male possibile di questo vino ?
Penso proprio di si.
Rosso di Montalcino, Fattoria dei Barbi, anno 2005.
Un'esperienza da non ripetere e da non consigliare.
Assolutamente cattivo e non adatto neanche a fare le salse da cucina.
Abbiamo cercato di riciclarlo come vin brule', ma è venuto cattivo anche quello...

Neanche a dire che sia stato conservato male, nella mia cantina superano la prova d'invecchiamento vini ben più' delicati e sensibili.

Voto: 2,00.

Marco.

sabato 6 settembre 2008

Cartoline Thailandesi...

Per gentile concessione di mio cognato Stefano, oggi pubblichiamo tre splendide foto provenienti dalla Thailandia...

Spero vi piacciano.
E una...


E due...



E tre...


Marco.

venerdì 5 settembre 2008

Le ricette di pesce del Dott. Max...


La sorpresa più gradita di quest'estate è stato aver scoperto le capacità culinarie di Max, di cui non eravamo a conoscenza. Quando ha fatto lo sborone asserendo di essere un gran cuoco, in realtà noi gli abbiamo detto, memori degli insegnamento ricevuti alle scuole di sacerdoti: "'A bello, ma che ce voi cojonà? Si sei così bravo ce devi da fa provà!". Lui non si è scomposto e ci ha tirato fuori una cenetta da leccarsi i baffi che non ho più (da prima del matrimonio, ndr). Vi lascio alle sue ricette non prima di aver salutato il pescivendolo che a quest'ora se la starà godendo a Thaiti con tutti i soldi che gli abbiamo mollato per la cena. Ah, ultima cosa: la foto di apertura, che vede la mia dolce metà in compagnia di un cocktail di gamberi, non ha di seguito la ricetta del Dott. Max perchè a suo dire è "troppo facile"!



Soutè di vongole alla Max (vedi foto sopra.)

Ingredienti

300 g di vongole veraci per persona, 3cl di olio extra vergine d'oliva per
porzione, 2 spicchi d'aglio, prezzemolo, pepe, pasta d’acciughe, peperoncino
(preferibilmente fresco), 1cl di vino bianco per porzione (lo stesso che berrete
durante il pasto), crostini di pane.


Soffriggete l'aglio e il peperoncino nell’olio e prima che l’aglio si colori, aggiungete le vongole (che avrete precedentemente spurgato in acqua e sale – 1 cucchiaio di sale ogni 1.5-2 litri di acqua – e poi ben lavato) coprite e cuocete a fuoco alto per 6-8 minuti (fino a che le vongole non si saranno aperte), spruzzate le vongole con il vino bianco. Appena il vino sarà evaporato (circa 1 minuto), abbassate la fiamma e aggiungete una soluzione di pasta di acciughe sciolta in acqua (mezzo bicchiere circa per 4 porzioni) e un pizzico di pepe. Lasciate cuocere a fuoco lento per ulteriori 2-3 minuti. Completate prima di servire con abbondante prezzemolo fresco tritato. Servite con crostini di pane.

Tips & tricks
Nel caso preferiate utilizzare i lupini (o vongole nostrane), 250 g per porzione sono più che sufficienti. Anche se le vongole sono vendute come già spurgate, lasciatele comunque riposare mezz’ora circa in acqua e sale (si completerà lo spurgo e troverete meno sabbia nei piatti…soprattutto nel caso utilizziate i lupini). La pasta di acciughe è facoltativa, può non essere utilizzata. Non aggiungete comunque sale: le vongole sono state in acqua salata ed eventualmente la pasta di acciughe completerà la salatura del piatto. Se vi accorgete che il piatto è troppo salato, perché magari non avete lavato le vongole o perché avete messo troppa pasta di acciughe, non disperate: aggiunte un po’ di acqua, avrete un sughetto più liquido, ma almeno non disidraterete i vostri commensali!


Risotto agli scampi e crema di scampi by Max (foto sopra e in fondo)

Ingredienti

100g di riso carnaroli per porzione, 3 scampetti per ogni porzione, 50ml di
panna da cucina per porzione, 2-3 pomodirini per porzione, olio extravergine di
oliva q.b. per soffrigere, 5g di burro per porzione, 1 spicchio di aglio,
sedano, carote, cipolla, sale, pepe, prezzemolo fresco tritato.

Mettete il sedano, le carote e gli scampetti ben lavati in abbondante acqua fredda e iniziate a far cuocere a fuoco medio. Lasciar cuocere fino a 6-7 minuti dopo la bollitura dell’acqua. Nel frattempo preparate un soffritto in una ampia casserruola con aglio e mezzo peperoncino, togliete l’aglio e il peperoncino appena si colorano. Estraete gli scampi dal brodo, separatene 1 per ogni porzione da tenere intero come guarnizione, mentre aprite le code degli altri, estraete la polpa e staccate le chele. Separate in 2 parti uguali la polpa e le chele degli scampi che avete aperto. Prendete un pentolino, in cui mescolate la panna, il succo dei pomodori, metà degli scampi puliti e delle chele, un po’ di brodo di cottura degli scampi e un filo di olio. Mettete l’altra metà degli scampi puliti e delle chele nell’olio in cui avete soffritto l’aglio. A questo punto, aggiungete un pochino di cipolla e sale nel brodo di cottura degli scampi. Versate lentamente il riso nella casseruola con l’olio e gli scampi puliti e, mescolando, fate tostare leggermente il riso per circa 1-2 minuti. Aggiungete un mestolo di brodo e cuocete il riso mescolando continuamente. Aggiungete di volta in volta un mestolo di brodo non appena si addensa il risotto, sempre continuando a mescolare. Qualche minuto prima di terminare la cottura, aggiungete la crema che avete preparato. A termine cottura, aggiungere il burro, mantecare e poi aggiungere il prezzemolo e un pizzico di pepe. Distendete il riso su una fiamminga di metallo e guarnite con gli campetti interi che avete tenuto e con prezzemolo a foglie intere.




NDR: la foto qui sopra è il risotto ripreso da vicino. Il mostro in primo piano non ce la ha mandato Raul Bova dopo le riprese di Alien vs Predator 3, ma è il tocco finale dato dal Dott. Max al suo piatto. Costo (del mostro soltanto): nove euri!




Rombo semplice in cassuola (foto sopra e sotto)

Ingredienti

Rombo (considerate un rombo da 300 g per una persona, un rombo da circa 500 g
per 2, un rombo circa 800-900g per 4 persone – ciò in quanto essendo un
unico pesce diminuisce lo scarto al crescere del peso), olio extravergine di
oliva, aglio, sale, prezzemolo fresco triturato, limone, sedano e carote.


Pulite il rombo lasciandolo intero. Fate soffrigere l’aglio con l’olio extravergine di oliva in una ampia casseruola, togliete l’aglio e adagiate il rombo nella casseruola. Aggiungete del sale, coprite e lasciate cuocere a fuoco lento fintanto che la carne del rombo non diventi completamente bianca.
Per servire, utilizzate una fiamminga di metallo, che scalderete versandoci sopra un po’ del liquido di cottura del rombo. Dopo aver adagiato il rombo sulla fiamminga calda, guarnire utilizzando il prezzemolo e il limone tagliato a fette fine e disponendo un pinzimonio intorno al rombo.

Tips & Tricks
Si può variare la ricetta da semplice a più elaborata aggiungendo ingredienti e completando la cottura mettendo la casseruola in formo. Sposano bene con il rombo le patate, i pomodori freschi, i cipollotti, i porri e i carciofi, ma è chiaro che ognuno può trovare gustosi anche abbinamenti diversi dai precedenti. Personalmente, utilizzo al massimo 2 dei precedenti elementi da aggiungere al rombo (tranne che in casi di assemblaggi particolari), in maniera da rispettare “la regola del 3” – difatti, secondo alcuni studiosi qualunque cosa venga percepito dai sensi umani è più facilmente percepibile e soprattutto ricordabile se suddiviso in 3 parti, e questo vale anche e soprattutto per la presentazione dei piatti, non solo in termini di disposizione degli elementi ma anche di colori!





Max (con introduzione e ndr di Stefano)!